Cronaca

Fanghi tossici, condannato
il titolare della Wte

Si è concluso con la condanna a un anno e quattro mesi per traffico illecito di rifiuti il processo, celebrato con rito abbreviato, nei confronti di Giuseppe Giustacchini, titolare della Wte, nell’ambito dell’inchiesta per spandimento di migliaia di tonnellate di fanghi da defecazione in terreni di diverse province del Nord Italia.

Secondo quanto ricostruito durante le indagini, condotte dai Carabinieri forestali, i fanghi incriminati, 150mila tonnellate, sarebbero stati sparsi tra il 2018 e il 2019 nelle campagne di 78 Comuni tra Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, per un totale di 3mila ettari di campi. Nel Cremonese il prodotto tossico è finito nelle campagne dei comuni di Formigara, Castelvisconti, Pieve D’Olmi, Pieve San Giacomo, Sospiro, Martignana di Po, Torricella de Pizzo, Castelleone, Gussola, Casalmorano, Piadena, Persico Dosimo, Derovere, Scandolara Ravara.

In tutto in udienza erano finiti 24 imputati, dopo la conclusione dell’inchiesta che aveva portato a mettere sotto sequestro gli stabilimenti della Wte di Calvisano, Quinzano d’Oglio e Calcinato.

Giustacchini è stato invece assolto per il traffico di influenze illecite, mentre la stessa Wte è stata condannata al pagamento di una sanzione amministrativa da 77.400 euro. Sono stati confermati anche i sequestri dei conti correnti ai fini di confisca. Il giudice, infine, ha revocato l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di impresa, in via definitiva. I suoi legali hanno già annunciato il ricorso in Appello.

La Wte è stata altresì condannata a ripristinare lo stato dei luoghi contaminati. Secondo l’accusa, i fanghi da depurazione contaminati sarebbero stati venduti come fertilizzanti ad ignari agricoltori.

Sono invece stati assolti “per non aver commesso il fatto”, sempre con rito abbreviato, il contoterzista e titolare della Agrifutura srl, Giambattista Bonetti, e la segretaria di Giustacchini, Silvia Geroldi. Gli altri imputati hanno scelto la via del dibattimento ordinario, che inizierà a maggio: una dozzina (tra persone fisiche e giuridiche) quelli rinviati a giudizio, solo in relazione al traffico illecito di rifiuti. Cinque i proscioglimenti.

Nell’ambito dell’inchiesta erano emerse le conversazioni tra i funzionari della Wte che, secondo la Procura, mettevano in evidenza la consapevolezza di agire illegalmente e pericolosamente. In quei fanghi, a quanto è risultato dalle analisi effettuate da Arpa Lombardia, erano contenute sostanze tossiche e pericolose (dagli idrocarburi ai metalli pesanti) con valori anche cento volte superiori rispetto ai limiti di legge.

Il giudice dell’udienza preliminare Angela Corvi ha dichiarato prescritti i reati di discarica abusiva, esalazioni moleste e lo ha assolto dall’accusa di traffico di influenze illecite. Il gup ha condannato la Wte come responsabile civile al pagamento di 77mila euro, confermando il sequestro di conti correnti e la revoca dell’autorizzazione all’esercizio di impresa. La Wte è stata inoltre condannata a ripristinare lo stato dei luoghi contaminati dai fanghi.

Laura Bosio

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