PSA, commissioni riunite in Regione
per la tutela dei lavoratori
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Le commissioni consiliari Lavoro e Agricoltura di Regione Lombardia si sono riunite in seduta congiunta per affrontare l’emergenza della peste suina africana (PSA) e il suo impatto sui lavoratori del settore. L’obiettivo è predisporre un atto di indirizzo politico unitario per chiedere al governo l’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori della filiera suinicola, sia a tempo determinato che indeterminato.
L’audizione, richiesta lo scorso ottobre dai consiglieri regionali del PD Matteo Piloni, Marco Carra e Roberta Vallacchi, ha dato voce ai rappresentanti sindacali e dell’industria di trasformazione e macellazione. “I problemi emersi sono numerosi e complessi”, hanno spiegato i consiglieri dem, evidenziando l’esaurimento delle risorse per la cassa integrazione e le difficoltà di accesso al contributo NASPI per molti lavoratori.
La situazione del settore, come delineato dalla direzione generale Assica, è preoccupante: 180 aziende, 30.000 addetti e un fatturato di 14 miliardi di euro sono messi a rischio dalla crisi, con perdite nelle esportazioni che ammontano a 20 milioni di euro mensili. Il settore, già provato dalla guerra in Ucraina, sta subendo un ulteriore colpo a causa dell’emergenza PSA.
Ivan Papazzoni, Segretario Generale Flai Cgil Mantova, primo sindacato a sollevare la questione delle ripercussioni della PSA sui lavoratori, ha sottolineato l’importanza di garantire tutele all’intera filiera. La consigliera del M5S Paola Pollini ha poi evidenziato come l’INPS copra solo novanta giorni di cassa integrazione per anno solare, una copertura ritenuta insufficiente per affrontare l’emergenza. “Il rischio”, sottolinea Pollini, “è quello di perdere proprio quelle professionalità, indispensabili alle imprese stesse per ripartire. Lavorazione e trasporto sono filiere altamente specializzate, per le quali restare senza manodopera qualificata potrebbe rappresentare un fatale colpo di grazia”.
I consiglieri del PD hanno anche sottolineato l’inadeguatezza dei 10 milioni stanziati per i danni indiretti e la necessità di un intervento strutturale per il rilancio del settore. “La responsabilità di tale gestione è interamente in capo a Regione Lombardia, che deve urgentemente predisporre il piano veterinario regionale e i relativi piani di emergenza”, hanno concluso Carra, Piloni e Vallacchi.
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