Cronaca

Produzione sostenibile del pomodoro
l'esempio virtuoso del Casalasco

Un milione di metri cubi di gas e duemila tonnellate di anidride carbonica risparmiate per ogni impianto: sono questi i risultati concreti che il Gruppo Casalasco, leader italiano nella lavorazione del pomodoro, vuole raggiungere nel 2025 grazie ai nuovi impianti di evaporazione installati nei suoi stabilimenti e agli interventi per ridurre l”impronta ecologica. L’azienda, che ha presentato il suo sesto rapporto di sostenibilità, sta attuando una vera rivoluzione verde nel settore della trasformazione alimentare.

Si parte dall’energia: il gruppo ha scelto di utilizzare elettricità prodotta per il 94% da fonti rinnovabili come sole, vento e acqua, riducendo drasticamente le emissioni inquinanti. Un impegno che si traduce anche nell’installazione di un innovativo impianto solare sui campi agricoli, che occuperà una superficie di due ettari permettendo di coltivare il terreno sotto i pannelli.

In tutti gli stabilimenti sono stati installati sistemi per recuperare e riutilizzare l’acqua di raffreddamento degli impianti, mentre il 97% dei rifiuti viene riciclato. Non solo: oltre 20 mila tonnellate di scarti di lavorazione del pomodoro vengono trasformati in mangimi per animali e in materiale per produrre energia.

L’azienda, che conta 1.212 dipendenti (che diventano 2.078 durante la raccolta del pomodoro), è un esempio di integrazione: vi lavorano persone di 66 nazionalità diverse, con una presenza femminile del 46%. Nel 2023 sono state dedicate oltre 17 mila ore alla formazione del personale, con una media di 14 ore per dipendente.

“L’attenzione al pianeta, al territorio e alla sua comunità rimane per noi fondamentale”, ha dichiarato Costantino Vaia, amministratore delegato del Gruppo Casalasco, che sta anche realizzando un centro per la ricerca e l’innovazione, la cui apertura è prevista nella prima metà del 2025. Qui verranno studiate nuove varietà di pomodoro e metodi di coltivazione più sostenibili.

Quello presentato è il primo rapporto che include anche i risultati delle società controllate (Emiliana Conserve, SAC, De Martino e Pomì Usa), mostrando come l’intero gruppo stia lavorando per ridurre il proprio impatto ambientale. L’obiettivo finale è ambizioso: arrivare a una produzione che non rilasci emissioni dannose per il clima.

Sara Zammarini

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