Cronaca

Codice Rosso e Cybersicurezza:
"Leggi recenti, prima c'è cultura"

Un convegno contro la violenza sulle donne con un taglio particolare, quello della Cybersicurezza. Perché, come ha spiegato il luogotenente dei Carabinieri Giuliano Bertinelli, “il 90% della nostra vita oggi, che ci piaccia o no, viaggia online”.

Sono stati diversi i temi trattati dopo il saluto di Carla Visioli, presidente del club Soroptimist Terre Oglio Po, che ha organizzato il convegno assieme ai Rotary CVS e COP, ai Lions Casalmaggiore e Nova Civitas, all’Innerwheel di Casalmaggiore. “E’ una serata importante ma triste, perché da tempo commemoriamo la Giornata Internazionale contro la Violenza sulla Donne e temo che per diversi anni sarà ancora così” ha detto Visioli.

E’ stato mostrato lo spot (con Carlo Conti) sul Codice Rosso, realizzato dall’Arma dei Carabinieri, poi il giornalista e presidente del Rotary Casalmaggiore Viadana Sabbioneta Vanni Raineri ha moderato la serata all’Auditorium Maffei di Casalmaggiore: “Non ricordo un caso in cui tanti Rotary, Lions e club in genere abbiamo collaborato per organizzare un evento. L’auspicio è di farlo presto nuovamente, ma al contempo questo ci dà la misura di quanto il tema di stasera sia sentito. I femminicidi negli anni sono diminuiti, è vero, ma il tema resta giustamente caldissimo. E insopportabile, al di là della quantificazione dei casi di violenza”.

Il Maggiore Fabrizio Liberati, a capo della compagnia di Casalmaggiore, ha parlato di un problema prima di tutto culturale. “La legge arriva dopo, prima bisogna puntare sui giovani, lavorare coi ragazzi per fare capire loro i comportamenti scorretti e per fare comprendere un nuovo modo di concepire il rapporto uomo-donna. Il sostrato culturale non ha aiutato: pensiamo che fino al 1987 esisteva in Italia il reato d’onore, ossia l’omicidio per un tradimento era punito al massimo con sette anni, quindi molto poco, e in genere il reato d’onore riguardava gli omicidi per lo più di donne. Non solo: negli Stati Uniti la prima condanna per maltrattamenti in famiglia è stata comminata soltanto perché è stato fatto un paragone con i maltrattamenti sugli animali, dato che non esisteva una legge specifica. Se invece oggi lavoriamo sui giovani, questi ragazzi, quando saranno a loro volta padri o mariti, avranno un modo di porsi diverso”.

Il luogotenente Giuliano Bertinelli si è concentrato sui pericoli del web. “Le applicazioni nate per controllare i bambini piccoli, come quelle ideate da Google, ora spesso servono agli stalker per tracciare le persone, che molto spesso sono donne. Se io ho la password d’accesso al telefono, ho in mano la vita di una persona. Nel 2022 l’Unione Europea ha emanato un vademecum che deve spingere a pensare se ci sia qualcosa che non sta funzionando, e se qualcuno ci stia in effetti spiando, magari lo stesso nostro compagno o marito: ad esempio se il cellulare viene prima controllato maniacalmente e poi all’improvviso questa “mania” passa, ecco che probabilmente all’interno del cellulare è stato installato, all’insaputa del proprietario, un programma che registra e trasmette tutto, come una cimice. Oppure se una persona vuole parlare “per chiarire” sempre e soltanto in una determinata stanza e non altrove, potrebbe anche avere piazzato dei registratori nascosti”.

L’avvocata Sara Berni, esordendo con una frase del giudice Tina Lagosteni Bassi (“si cominci a dare atto che la donna non è un oggetto”), ha fatto un excursus ricordando come le leggi per regolamentare il web siano recenti e in qualche caso ancora lacunose.  “Nel 1996 internet era considerata una piazza dove ciascuno poteva fare quello che voleva. Nel 1993 abbiamo la prima dichiarazione contro la violenza sulle donne, mentre è di due anni dopo, firmata a Pechino, una carta per promuovere una cultura che non discrimini le donne, parlando di protezione e prevenzione, di perseguire reati e risarcire. E’ la prima volta, ed è soltanto il 1995. La Convenzione di Istanbul pone i primi vincoli normativi e siamo nel 2011 ed è la prima volta in cui si afferma che la violenza contro le donne non è una violenza qualsiasi, ma una violenza contro la donna in quanto tale. Nel 2021 abbiamo invece una prima definizione di Cyberviolenza, tema nuovo e centrale”.

Marcella Boccia, scrittrice e operatrice per il Serd in carcere, ha ripercorso alcuni episodi di femminicidi, parlando anche di quello di Maria Campai, consumato a fine settembre a Viadana. “Nel mondo del web – ha poi aggiunto – esiste un mondo a parte dove uomini credono fermamente che le donne siano inferiori e dove usano linguaggi cifrati di modo che i messaggi misogini non vengano intercettati. E’ importante riuscire a notare, specie nei più giovani, cambiamenti, linguaggi più aggressivi e monitorare quando sono su internet. Fare attenzione anche ai post che creano, alla loro empatia e sensibilità: scuola e genitori sono i primi a conoscere e a dover monitorare questi segnali ma con una visione aperta al dialogo e non giudicante”.

Infine Serena Giusti, carabiniere donna di Gussola, ha invitato le donne a denunciare sempre e a parlare. “Abbiate la forza di confidarvi perché l’Arma è lì anche per voi. E se confidarvi con una donna può sembrarvi più semplice, chiedetelo espressamente, senza timore”.

Giovanni Gardani

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