Sogliani sul caso di bullismo:
"Parlarne dà forza al bullo"

E’ Sandra Sogliani, Dirigente Scolastico, a intervenire in merito al caso di bullismo alla scuola Parazzi segnalato dal gruppo consiliare “Viadana Davvero”: lo fa non per negare il fatto ma per sottolineare il metodo a suo dire poco ortodosso di comunicazione da parte della minoranza. Sogliani, va detto, non è dirigente della Parazzi, e lo specifica, ma conosce il mondo della scuola da anni.
“Gli articoli – spiega – parlano di un’interrogazione del gruppo “Viadana Davvero”, tramite la portavoce, Alessia Minotti, in cui la stessa chiede conto all’Amministrazione Comunale di Viadana di presunti casi di bullismo all’IC Parazzi e di eventuali provvedimenti della Dirigenza della scuola. Sono Dirigente Scolastico e premetto che non si tratta del l’Istituto che io Dirigo, ma mi permetto questa riflessione in qualità di Dirigente Scolastico, Presidente dell’Ambito 20 delle scuole della Regione Lombardia (uno dei due ambiti di Mantova). E’ inaudito che un Consigliere Comunale si permetta di fare un’interrogazione su un fatto non ben definito che si presume sia avvenuto a scuola, gettando fango su una scuola. È un fatto al limite della querela”.
“Non c’è nessuna competenza – spiega Sogliani – da parte dell’Amministrazione Comunale riguardo ad un presunto caso di bullismo scolastico e mi stupisce che a fare l’interrogazione sia proprio un ex Assessore del Comune di Viadana, che conosce le competenze e i limiti dell’Amministrazione Comunale. Ci sono organismi politici specifici, all’interno della scuola, eventualmente deputati a chiedere al Dirigente Scolastico i chiarimenti che Minotti chiede al Sindaco di Viadana: sono gli Organi Collegiali, Consiglio di Istituto e Rappresentanti di classe. I Dirigenti Scolastici e i docenti affrontano spesso problemi di bullismo, che spesso si intersecano con fragilità e disagio scolastico di singoli alunni e lo fanno con serietà e professionalità, non sugli organi di stampa”.
“La scuola interviene sui vari fenomeni in diverso modo, ma non mette gli annunci sui giornali. Talvolta si tratta di fenomeni di bullismo, altre volte di disagio sociale o di disagio personale, Il bullismo è un fenomeno delicato che va trattato con molta competenza e la riservatezza del caso. Il rischio è quello di enfatizzare il fenomeno e di ampliarlo. Il pericolo è che il “bullo” diventi sempre più forte, che si faccia sostenere da gregari o agisca grazie all’atteggiamento omertoso di compagni e che la vittima diventi sempre più vittima. Per questo come scuole affrontiamo con riservatezza eventuali questioni di bullismo”.
“Le scuole stanno facendo molto su questo versante. Mettono in campo formazione per docenti, accompagnamento dei Consigli di Classe, mentoring per gli studenti, colloqui con le famiglie. Il tutto con grande riservatezza. E’ sempre in agguato il rischio che le vittime diventino sempre più vittime, senza riuscire ad intervenire sui processi educativi per contrastare disagio e fragilità. C’è bisogno di processi educativi non di proclami. Questo fa la scuola. Chiedo a nome della Scuola, con la S maiuscola che nessuno utilizzi i problemi educativi per i propri scopi, anche politici”.
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