La Lega di Cultura di Piadena
saluta Giuseppe Morandi
Ultimo saluto all'artista dei Paisan. Tutto il mondo della cultura e delle istituzioni lo ha ricordato oggi presso la sede della Lega di Cultura di Piadena.
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È in un giorno di nebbia fitta, con l’odore di terra che sale dai campi e il freddo che entra nella ossa, che Giuseppe Morandi ha salutato i suoi “Paisàn”, i compagni di una vita e tutti gli ultimi che ha sempre cercato e per cui ha combattuto. Gianfranco Azzali, per tutti il Micio, amico fraterno di Morandi ha aperto ancora una volta le porte della sua casa, sede della Lega di Cultura di Piadena, per accogliere tutti coloro che hanno conosciuto l’umile figlio di questa terra che ha conquistato il mondo senza staccarsene mai. Un funerale laico, dove la commozione si è alternata ai canti della tradizione popolare comunista e ai ricordi,
Ha rotto il ghiaccio la lettura di commiato inviata da Ortis Robusti, con il quale Morandi si intratteneva spesso negli ultimi mesi passati presso la casa di cura San Vincenzo di Piadena e insieme parlavano, e ridevano, di politica e di cultura. “Caro Giuseppe, siamo qui tutti, amici e compagni, legati da un forte desiderio di averti sempre con noi”, inizia. “I tuoi ideali ranno sempre trasmessi da tutti coloro che ti hanno voluto bene. Abbiamo capito che la vera causa della povertà degli uomini siamo noi stessi, uomini che abbiamo crocifissi con i chiodi della miseria attraverso forme capitalistiche che non sono mai tramontate”.
Dopo una poesia, è stata la volta di Cesare Vacchelli, a lungo collega di lavoro di Morandi presso il Comune di Piadena che ricorda quando “Venivamo qui a Pontirolo, nella sede della tua Lega di Cultura per assemblare i quaderni della FGCI, con i fogli sparsi su tavole di legno. Un lavoro che svolgevi volentieri, guidato dalla tua passione politica”.
Moltissimi i rappresentanti del mondo della cultura, come il prof. Arturo Carlo Quintavalle, storico dell’arte dell’Università di Parma: “Io l’ho conosciuto per il libeo dei Paisàn, un documento appassionato di riscatto di gente che non aveva diritto neanche ad avere un’immagine”. Oppure il Prof. Peter Kammerer: “Era un uomo straordinario, che batteva la macchina con due dita e non era in nulla uno dei soliti professionisti, ma sapeva tutto.”
Oltre al mondo della solidarietà e della cultura, molti erano gli amministratori locali presenti, ciascuno con il suo personale ricordo, alcuni perché hanno collaborato con la Lega di Cultura e le sue attività, altri perché condividevano anni di amicizia, altri ancora che lo hanno incontrato solo recentemente, ma non per questo lo hanno apprezzato meno.
Il sindaco di Voltido Giorgio Borghetti, per esempio, che lo ha ospitato in una serata speciale alcuni anni fa e lo ricorda come “una grande persona, che ha operato al servizio delle persone più indifese”.
“Giuseppe Morandi è una figura fondamentale non solo per il patrimonio del nostro paese, ma anche per la cultura italiana”, sottolinea Federica Ferrari, Sindaco di Piadena Drizzona. “Tutta la sua storia è stata permeata dai valori di uguaglianza per tutti e da un messaggio di inclusione”.
Sara Zammarini