Parte "Atlante delle Rive", teatro
(di comunità) fuori dal Teatro
Un nuovo progetto teatrale molto particolare, curato da Giuseppe Romanetti, che “torna” a Casalmaggiore per un percorso laterale, per così dire. “Dopo Vajonts23, che grande successo ed eco ottenne, sto attivando – spiega Romanetti – sempre con Marco Paolini e La Fabbrica del mondo, un nuovo progetto denominato appunto “Atlante delle rive”. A Vajonts aderirono centinaia di soggetti in Italia e in Europa e la speranza e che il miracolo accada di nuovo. Non esisterà, come per Vajont, un titolo comune ognuno inventerà il proprio”.
“Il testo sono i fiumi, un manoscritto che non legge nessuno, che nel suo scorrere scrive e cancella diventando sfuggente. Punto di partenza è il nome del fiume a noi prossimo: il PO. Vogliamo restituire, con poesie testi storie, la sacralità, altrimenti saremo solo residenti ma non abitanti. Il senso finale non è quello di andare a vedere uno spettacolo ma di assistere ad un coro eterogeneo che lo celebra sulle rive uscendo dai teatri”.
“Ora è tempo di costruire insieme questo progetto oggi così urgente e così evidente nella sua necessità. L’orizzonte è chiaro. Si va verso le rive. Per disegnarne insieme l’atlante. Cosa faremo: racconteremo; Dove: lungo le rive; Cosa: ciò che il fiume e l’acqua ci avranno raccontato e noi raccolto; Con chi: insieme alla comunità; Come: in coro.
Ci degli esercizi per il lavoro da fare:
- fare esercizio di riconoscimento dei legami vitali tra i fiumi e le terre che attraversano;
- fare esercizio di riconoscimento del rischio idrogeologico, delle terre e delle acque;
- fare esercizio di memoria e di futuro partendo dai nomi dei fiumi, dalle parole dell’acqua;
- fare esercizio di CORO, di teatro e di comunità per raccontare i fiumi”.
E c’è anche una data: 28 settembre 2025, Giornata mondiale dei fiumi. “Quel giorno, sulle rive, vorremmo essere di nuovo una moltitudine a raccontare ed ascoltare. Ciascuno il suo racconto. Ciascuno il suo fiume. Sarà fatta una mappa di acque e di racconti che come per VajontS23 segnerà il territorio attraverso le comunità di racconto, le storie, i narratori che si attiveranno. È una proposta complessa, lo sappiamo, pensare ad un teatro fuori dai teatri. Ma sono tempi complessi e forse vanno affrontati diversamente anche dal Teatro”.
“Abbiamo davanti un anno, un autunno, un inverno, una primavera e un’estate. C’è tempo per progettare, realizzare, coinvolgere le comunità. C’è tempo per fare esercizio, per provare a passare insieme dalla “protezione” alla “prevenzione” civile. Con il teatro”.
Chi volesse partecipare può scrivere a: giusepperomanetti@gmail.com. O tramite WApp al 342 8018078. A breve sarà comunicato il primo incontro.
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