Franz e Franziska, martiri del
Nazismo: la mostra in Duomo
Perché sacrificare tutto per seguire la propria coscienza? A che serve il gesto di uno solo di fronte al male che sembra pervadere tutto? Cosa rende davvero liberi? Sono solo alcune delle domande suscitate dalla mostra “Frank e Franziska – Non c’è amore più grande”, sulla vita di Franz Jägerstätter e di sua moglie, contadini austriaci durante il periodo del nazismo.
Una vita semplice la loro, scandita dal lavoro nei campi e dall’educazione delle figlie, ma che viene completamente sconvolta dopo l’annessione dell’Austria da parte di Hitler, quando Franz riceve la convocazione per arruolarsi nell’esercito nazista. Nonostante la poca istruzione, comprende che accettare di combattere sarebbe incompatibile con la propria fede cattolica, oltre che ingiusto dal punto di vista politico e morale. Viene quindi incarcerato e dopo vari tentativi di farlo desistere dal suo proposito, processato e condannato a morte il 9 agosto 1943.
Commoventi le lettere che si scambia con la moglie durante la prigionia, dalle quali emerge una lucida consapevolezza del male che ha di fronte, un intenso amore per la famiglia e una profonda fede in Cristo, che lo sostiene nella sua scelta, assolutamente non cercata ma abbracciata fino in fondo. Una scelta criticata e osteggiata prima di tutto dai compaesani, che lo accusano di non voler fare il proprio dovere di cittadino e soprattutto di lasciare sole la moglie e le figlie per compiere un gesto che non avrebbe cambiato nulla del corso della storia. La mostra racconta anche del calvario subito da Franziska dopo la morte di Franz, abbandonata e disprezzata dagli abitanti del paese, per aver appoggiato la decisione del marito.
Ma è davvero così? Davvero il sacrificio di Franz non ha cambiato nulla? Ripercorrendo la sua storia grazie alla mostra scopriamo che il suo “no” al nazismo stato prima di tutto un “sì” a Cristo, che parlava alla sua mente mostrandogli che quelle idee erano contrarie al suo Vangelo e al suo cuore infondendogli coraggio e pace interiore.
La famiglia di Franz racconta che dopo quel giorno il caro papà è sempre rimasto presente per loro, anche se non fisicamente, e il suo gesto ha cambiato la vita di molte persone anche negli anni a venire. Solo nel 1997, dopo un lungo dibattito storico durato decenni, la Procura di Stato del Tribunale di Berlino annulla la sentenza e riabilita la figura di Franz, riconoscendo il valore del suo gesto. Nel 2007 papa Benedetto XVI proclama Franz Jägerstätter beato per la Chiesa Cattolica, alla presenza della moglie, unica donna nella storia ad aver assistito alla beatificazione del marito.
La sezione della mostra dedicata alla vita di Franz e Franziska prima e dopo essersi sposati offre anche un limpido esempio della bellezza del matrimonio cristiano, vissuto nella preghiera, nell’amore reciproco e nel lavoro. Le foto, le lettere e le testimonianze dirette della loro esperienza hanno ispirato anche il grande regista Terrence Malick, che nel 2019 ha diretto il film “A hidden life” (Una vita nascosta).
L’esposizione è organizzata dall’Associazione Famiglie di Santo Stefano, che ogni anno offre ai visitatori della fiera di San Carlo la possibilità di un approfondimento culturale speciale. Troverete la mostra, già presentata l’estate scorsa al Meeting di Rimini per l’amicizia tra i popoli, a Casalmaggiore nella cripta del Duomo di Santo Stefano, con ingresso da via Formis 2.
Si potrà visitare nei giorni 1, 2, 3, 4 e 10 novembre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19, mentre dal 5 al 9 novembre solo su prenotazione telefonando al numero 3426220651. L’ingresso è libero ed è consigliabile approfittare della visita guidata gratuita.
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(foto dal sito della Diocesi di Cremona)