Casalmaggiore, piena passata senza
danni. Ma caso Cadelbosco fa pensare
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E’ sempre questione di punti di vista: sospiro di sollievo perché è andato tutto bene, meglio rispetto ad altri territori limitrofi? Oppure è giusto iniziare a pensare all’emergenza idrogeologica come ad un fattore al quale provare a porre rimedio in modo serio a partire dall’azione di rinaturazione che sta spianando alcuni pennelli, il primo ad esempio a Gussola?
Intanto le previsioni sono state quasi azzeccate: la piena del fiume Po è transitata a Casalmaggiore all’alba di lunedì, in realtà poco prima, col picco che è stato raggiunto a livello 5.40 metri sullo zero idrometrico, stando ai rilievi di Aipo, alle ore 3.50. Da lì una lenta discesa, senza dunque toccare la quota stimata di 5.70 metri. Gli uomini di Po a Casalmaggiore, del resto, l’avevano detto: “Bisogna sempre tenersi da parte 20-30 centimetri di buono, quando si fanno queste previsioni, o in eccesso o in difetto”.
Questa volta la stima è stata in difetto: quel che va comunque rimarcato è che la piena è passata senza danni, se non quelli – già messi in conto – che porteranno a risistemare la Polisportiva Amici del Po, con gli spazi dei campi sportivi e delle scalinate che portano al bar invasi dalle acque. Tutto sotto controllo, comunque, anche se una piena di buona portata non si vedeva da diverso tempo, con l’ultimo caso che risaliva al novembre 2019, quando il Po sfiorò i 7 metri.
Meno bene è andata nel vicino territorio reggiano, dove il Crostolo, torrente che sfocia nel Po, all’altezza di Cadelbosco ha rotto l’argine e peraltro era anche ben visibile la tana di un animale, probabilmente una nutria o una volpe, che sicuramente non ha favorito la tenuta del manufatto. A Cadelbosco un migliaio sono stati gli sfollati, in attesa di ricostruire, a conferma che il rischio idrogeologico – come spiega chiaramente la disavventura dei nostri “vicini di casa” – è più che mai attuale.
G.G. (video Alessandro Osti)