La scommessa vinta di Canevarolo:
"Ora sì, siamo sulla mappa"
Le occhiaie di chi ha dormito poco (probabilmente non solo nella tre giorni della Superbike), il sorriso di chi sa di avercela fatta. La più grande scommessa di Alessandro Canevarolo è vinta: il Cremona Circuit Angelo Bergamonti non solo ha retto la prova di un Mondiale, evento che per afflusso di spettatori sulla tre giorni non ha precedenti in provincia di Cremona, ma ha incassato anche i complimenti. Di Dorna, dei piloti, dei tifosi, degli sponsor. Il che non significa dimenticare quello che non ha funzionato, ma con orgoglio rivendicare che i lati positivi sono stati nettamente superiori a quelli negativi.
Due anni fa Canevarolo ci aveva scommesso: “Vogliamo provare ad avvicinarci ai templi di Misano e Mugello”. Qualcuno aveva sorriso. Oggi invece anche il Cremona Circuit Angelo Bergamonti è sulla mappa assieme a tante cattedrali delle due ruote. “Nessun parallelo però, nessun paragone – precisa l’ad del Circuit alle 17 del pomeriggio di domenica, dunque ancora a caldo, a fine evento -. Misano e Mugello restano Misano e Mugello e noi siamo Cremona Circuit, con le sue caratteristiche e il suo carattere, il suo spirito e la sua passione. Ed è una passione che, devo dire, mi è piaciuta tantissimo. Il nostro Dna giovane di questa settimana incredibile mi esalta”.
A livello organizzativo come è andata? “Ricordiamoci sempre che era la prima volta e le variabili erano davvero tante. Il meteo non ci ha aiutato nei lavori degli ultimi nove mesi ma anche nel primo giorno, rendendo inagibili alcuni parcheggi. Troveremo però una soluzione per il futuro: adesso abbiamo mesi davanti per lavorarci e per prendere spunto dagli errori. Ma già il terzo giorno è andato meglio rispetto al primo, nonostante il maggiore afflusso, dunque possiamo essere ottimisti. Mi piace comunque sottolineare il grande lavoro di squadra per chi ha dato una mano: le forze dell’ordine in primis, i sanitari, tutto il resto. Noi siamo partiti tutti da zero e ci siamo rimboccati le maniche”.
45mila presenze come dato ufficiale in tre giorni. “Era la stima che avevo fatto anche io. O meglio, avevo detto che 45mila presenze avrebbe reso l’evento una grande festa, con le tribune piene. Al di là della soddisfazione personale e di squadra, è stato bello vedere che tanta gente ha creduto in noi. Anche se le voci ci davano quasi per spacciati, dicendo che non saremmo stati in grado di organizzare un Mondiale, ce l’abbiamo fatta e da quanto ho sentito la gente è stata contenta”.
C’è un aspetto che ti dà più soddisfazione di altri? “Le parole più belle le ho sentite dai clienti che in genere vengono a girare in moto: “Non sembra di essere a Cremona”. E’ vero, quando arriva la Superbike, tutto cambia e ci si veste a festa. Ma ho anche apprezzato quello che hanno detto i piloti: a maggio trovarono una pista allestita a metà, per così dire, senza tribune, e lo scetticismo ci stava. Avevo promesso che saremmo stati pronti. E alcuni sorpassi, come quello di Iannone su Bulega alla curva 4 in gara-1, secondo me dimostrano che questa pista è divertente e offre gare piacevoli da vedere. Ho visto un numero di sorpasso incredibile e manovre entusiasmanti”.
Ti vediamo molto fresco: adesso un mese di ferie? “Almeno una settimana me la faccio”.
Giovanni Gardani