Agricoltura

Peste suina: restrizione per 31
comuni per proteggere pure Oglio Po

Sembrano ormai prossimi all’ingresso alla zona di restrizione per la peste suina 31 comuni  del cremonese. Nello specifico si tratta di:

Bagnolo cremasco
Capergnanica
Casaletto Ceredano
Casaletto Vaprio
Castelleone
Chieve
Credera Rubbiano
Crema
Cremosano
Dovera
Fiesco
Formigara
Gombito
Madignano
Monte Cremasco
Montodine
Moscazzano
Palazzo Pignano
Pandino
Pieranica
Quintano
Ripalta Arpina
Ripalta Cremasca
Ripalta Guerina
Rivolta d’Adda
San Bassano
Spino d’Adda
Torlino Vimercati
Trescore Cremasco
Vaiano Cremasco

E in merito interviene anche la politica, in supporto di un settore che è destinato a pagare pesanti ricadute economiche. “Se la peste suina dovesse arrivare nel mantovano, a Brescia o a Cremona sarebbe un disastro colossale per un intero comparto e tutta la sua filiera, a cominciare dalle esportazioni” dicono i 3 consiglieri regionali Dem Matteo Piloni (della provincia di Cremona), Marco Carra e Roberta Vallacchi  “Se oltre due anni e mezzo fa Regione Lombardia ci avesse ascoltato e si fosse attivata mettendo in campo degli interventi per bloccare la diffusione del virus, rilevato all’epoca in Piemonte, non saremmo arrivati a questo punto. Invece, la responsabilità del disastro economico di uno dei comparti di punta dell’economia lombarda è tutta in capo alla Giunta di centrodestra, che ha sempre fatto finta di niente e ha aspettato di intervenire negli ultimi tempi. Ormai, caro Fontana, il danno è fatto”.

I timori degli allevatori sulle ipotesi di diffusione della Psa stanno per diventare realtà proprio nella provincia di Cremona, come fa sapere Piloni: “La novità è che la peste suina africana è alle porte e ci saranno a breve degli elementi di restrizione. D’altra parte, non si può fare diversamente, considerato che da Palazzo Lombardia nessuno ha mossa mai un dito per fermare il contagio. Avevo portato in Commissione Agricoltura persino la proposta di appoggiarci al macello cremonese ProSus, affinché diventasse un punto di riferimento per la Regione. E la struttura si era messa a disposizione gratuitamente per gestire la situazione. Ma niente da fare: la disponibilità non è interessata né alla Giunta regionale, né al Ministero. E i risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti”, incalza il consigliere Pd.

“I 18 focolai della Lombardia stanno danneggiando non solo gli allevamenti dove il virus ormai è presente, ma anche quelli vicini, che sono costretti a fermarsi perché il mercato non accetta i loro animali. Questo significa che per una questione di sicurezza alimentare e per tutelare i nostri cittadini, si mettono però a rischio non solo gli allevamenti, ma anche le aziende di trasformazione, prosciuttifici e salumifici, e il loro indotto, molto noti in Italia e all’estero, che in Lombardia hanno centinaia di dipendenti. E questo per aver totalmente sottovalutato una malattia che fa danno non solo ai maiali, ma, di riflesso, a una bella fetta di economia regionale. Fontana, Beduschi, Bertolaso qualche domanda dovrebbero farsela”, concludono Piloni, Carra e Vallacchi.

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