Cronaca

Peste suina, Beduschi: "Avviare
depopolamento tra Lodi e Pavia"

Avviare un’attività di depopolamento dei suini negli allevamenti a rischio delle province di Pavia e Lodi: questo quanto annunciato dall’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, durante una riunione organizzata da Confagricoltura Mantova, alla presenza del presidente nazionale Rudy Milani, per affrontare il tema della Peste Suina Africana. Un’estrema azione per cercare di contenere la diffusione dell’epidemia, sempre più vicina alle province a maggiore vocazione suinicola, come Cremona e la stessa Mantova.

Nella nuova ordinanza, pubblicata giovedì dal Commissario straordinario Giovanni Filippini, si prevedono ulteriori imposizioni nelle zone di restrizione, tra cui il divieto di movimentazione dei suini, di accesso da parte di qualsiasi automezzo non autorizzato, ma anche delle persone che non siano strettamente legate alla gestione quotidiana degli animali. Sono altresì vietati i lavori di manutenzione, sospesi i controlli da parte dei servizi veterinari, vietata l’organizzazione di fiere e mercati.

Non è tutto: negli allevamenti situati nelle zone di restrizione I, II e III in cui sia accertato uno stato di carenza strutturale o gestionale dei requisiti di biosicurezza non sanabile entro un periodo massimo di 15 giorni il servizio veterinario territorialmente competente dovrà disporre lo svuotamento degli stabilimenti. Stessa sorte potrà toccare laddove sia stato individuato un qualsiasi contatto diretto o indiretto con un focolaio confermato.

“Si tratta di ridurre il più possibile la possibilità di contagio, tenendo presente che siamo al 19esimo focolaio riscontrato negli ultimi 20 giorni” ha spiegato l’assessore. “Siamo consapevoli che questo significa togliere del lavoro alle aziende, e per questo è necessario che venga affrontato anche il tema del sistema bancario, che è sovrano nelle aziende. Come istituzioni, noi dobbiamo garantire una moratoria vera e una sospensione di tutta l’attività di accesso al credito nei confronti delle aziende compromesse”.

A questo proposito, secondo l’assessore, “serve mettere mano al portafogli in modo importante, con ristori che siano immediati, sicuri e certi. Ricordiamo che la Lombardia nei primi mesi di quest’anno ha già speso 30 milioni di euro”. Ma con un depopolamento più massivo, “serviranno fondi molto più ampi”.

L’assessore ha anche puntato i riflettori sul tema del contenimento del cinghiale, tirando le orecchie al territorio cremonese. “Nel tempo abbiamo messo in piedi meccanismi di controllo sempre più ferreo e innalzato l’attività del controllo del cinghiale: in un anno e mezzo ne abbiamo catturati quasi 50mila. Tuttavia, questo non è stato fatto in tutte le province in modo omogenero. Ad esempio, Cremona ha fatto poco e male, e si tratta di un territorio che è un fronte importantissimo, oltre il quale c’è la provincia di Lodi, ormai è compromessa. L’attenzione deve quindi essere molto più ampia, così come il contenimento più incisivo. Come Regione abbiamo fatto ordinanze che consentono di cacciare il cinghiale in deroga a qualsiasi norma”.

Altra misura che si vuole mettere in campo, è quella di “concludere la la cinturazione dei varchi autostradali il prima possibile. Il fiume Po e le autostrade sono barriere importantissime, e vanno tenute come un fortino per tenere fuori l’infezione dalle province più delicate, evitando la circolazione dei cinghiali”. Ma per l’assessore, anche gli stessi allevamenti devono diventare dei veri e propri fortini, a cui nessuno debba poter accedere, in modo da azzerare il rischio di diffusione del virus.

Dal canto suo, il presidente nazionale di Confagricoltura, Milani, ha portato avanti richieste ben precise: un più ampio e veloce smaltimento delle carcasse, nonché idennizi pronti e seri: “Ci sono aziende con mutui accesi, che se smettono di lavorare non potranno più pagare. Ricordiamoci anche che se l’epidemia raggiunge le province con maggiore vocazione suinicola della Lombardia, tra cui Cremona e Mantova, i danni diventano incalcolabili”. Ad oggi gli animali in zona di restrizione in Lombardia sono 620mila, 200mila nella zona 3.

Laura Bosio

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