Cronaca

Peste suina, tre nuovi
focolai nel Lodigiano

L’epidemia di Psa – Peste suina africana – continua la sua avanzata verso il territorio cremonese: è della serata di martedì la conferma di altre tre positività in altrettanti allevamenti di suini in provincia di Lodi, di cui uno, quello a Borghetto Lodigiano, che si trova a circa 26 chilometri da Pizzighettone, dove già è stata istituita da una settimana l’area di restrizione di livello 1. In questo allevamento sono presenti circa 3.400 capi.

Gli altri due focolai, sono stati individuati a Marudo, in un allevamento che ospita circa 1.500 suini da ingrasso, e a Sant’Angelo Lodigiano, dove trovano dimora circa 700 capi. Unica buona notizia, è che dal 1° agosto non sono stati registrati movimenti in ingresso e uscita di animali nei suddetti allevamenti. In ogni caso, nelle prossime ore prenderà il via l’indagine epidemiologica di prassi.

Questa nuova estensione, peraltro, potrebbe anche spingere l’Unione Europea ad ampliare ulteriormente la zona di restrizione, che potrebbe comprendere anche altre aree del Cremonese.

Forte è la preoccupazione del mondo agricolo cremonese e lombardo, soprattutto per le conseguenze economiche che questa vicenda porterà con sè. A questo proposito, Coldiretti chiede che vengano erogati gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla Psa, che oggi sono in grande difficoltà.

Per l’associazione, si rendono necessari quattro interventi urgenti: risarcimento alle scrofaie anche su fermo aziendale, risarcimento agli allevatori da ingrasso per mancato reddito, monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori per evitare le speculazioni, stop a mutui e contributi per le aziende colpite.

“Queste sono le prime azioni urgenti che possono sostenere, in fase di emergenza, una filiera come quella suinicola italiana che è una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro, centomila posti di lavoro e 10 milioni di animali allevati che rappresentano il prodotto di base per la filiera dei grandi prosciutti Dop italiani (Parma San Daniele ma non solo) anche degli altri 20 tipicità Dop dei salumi” sottolinea ancora Coldiretti, chiedendo al Commissario straordinario di mettere in campo “ogni misura, anche drastica, per evitare che la Psa si diffonda nelle province limitrofe che rappresentano la metà del patrimonio suinicolo nazionale”. Province tra le quali si conta anche Cremona.

Laura Bosio

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...