Cultura

Misteri casalesi: come morì
il Maresciallo della Wermacht

Una nuova ricerca storica, al solito molto interessante, da parte di Costantino Rosa, che va a sondare uno dei misteri legati a Casalmaggiore e alla Seconda Guerra Mondiale. E’ lo stesso Rosa a spiegare.

Alla fine del mese di Novembre del 1943 venne trovato sulla massicciata della ferrovia, alla periferia di Casalmaggiore, il cadavere di un militare: si trattava di Hermann Hoeller, maresciallo della Wermacht, Reggimento Genio Pontieri, nato nel 1912 a Liectenegg (Austria) e di stanza nella nostra cittadina stabilmente occupata dal 9 settembre da truppe tedesche.

L’ipotesi di un delitto di natura terroristica, compiuto da qualche sovversivo o banda (come venivano chiamati i partigiani), deve aver allertato l’Ufficio Politico Investigativo (UPI) di Casalmaggiore al tempo guidato da Francesco Meneghetti. Vennero fatte le opportune indagini che finirono quando si accertò, senza ombra di dubbio, che la morte del sottoufficiale era dovuta ad un banale incidente ferroviario. Tale conclusione tranquillizzò il Comando Tedesco. Lo stesso quotidiano “Il Regime Fascista” del 7 dicembre parlava di “investimento ferroviario”. Più tardi, dalle pagine dello stesso giornale si venne a sapere che era stata inviata una lettera anonima al comando tedesco, lettera con cui oltre esprimere sentimenti di disprezzo nei confronti del fascismo, degli squadristi e della G.V.N. (la Milizia), alla fine venivano additati come assassini del maresciallo tedesco, due militi di Vicomoscano”.

Tale lettera – racconta Rosa – comunque non sortì alcun effetto. Probabilmente venne giudicata non veritiera oppure l’Ufficio Investigativo, onde evitare rappresaglie dei tedeschi, la cestinò a favore della versione dell’incidente ferroviario. E questo è il primo mistero: come avrebbe potuto un addetto del Genio Pontieri finire travolto da un treno su una linea ferroviaria non particolarmente trafficata: per una distrazione? O per suicidio? D’altra parte nella documentazione storica ufficiale delle attività dei gruppi partigiani nella nostra zona non risulta alcun attentato alla ferrovia o ad un addetto della stessa, quindi nessuna rivendicazione e nessun coinvolgimento degli stessi. Quindi…fu proprio un incidente?”.

Il 3 di Dicembre la bara venne esposta nella sede del Comando del Presidio in via Cairoli e nel pomeriggio si tennero i funerali. Sempre dalla cronaca de “Il Regime Fascista” si legge: “La bara coperta dal glorioso vessillo del Grande Reich venne posta sin dal mattino nell’atrio del locale Comando di Presidio Germanico dove fu fatto oggetto di reverente omaggio da parte di fascisti e cittadini che la coprirono di fiori oltre ad una grande corona offerta dai camerati del Reggimento Pontieri a cui il defunto apparteneva. Si notavano ricchi mazzi fra cui quello di s. Ecc. Farinacci, del Capo della Provincia, della XIX Legione della M.V.S.N., dei Fasci Repubblicani di Casalmaggiore e di Viomoscano, del Fascio Femminile ecc..

Il corteo a cui intervennero autorità germaniche e italiane si svolse tra fitte ali di popolo. Nel cimitero, al coro di compagni che salutavano col suggestivo canto «Io avevo un camerata…», ne seguirono la benedizione del cappellano militare e la triplice salve del plotone armato, che chiudeva in una suggestiva cornice guerriera la cerimonia, nella quale emersero e si esaltarono le doti di forza e di gentilezza del grande popolo germanico, della cui generosa alleanza tutti i cittadini di Casalmaggiore si sentono, ancora una volta, fieri ed orgogliosi. E successivamente – racconta Rosa –  lo stesso Comandante del Presidio militare Germanico dr. Koenig inviò una lettera con cui esprimeva i più vivi ringraziamenti per la partecipazione alle onoranze funebri tributate al proprio camerata”.

Ma c’è un altro aspetto da ricordare. “Un secondo mistero riguarda proprio la questione della sepoltura del maresciallo nel nostro cimitero. Il Ragioniere comunale Meneghetti, il 6 dicembre 1943, metteva al corrente il Podestà Conti che il Comandante del Presidio Militare Tedesco gli aveva espresso il desiderio che la zona del cimitero urbano ove era stato sepolto il maresciallo (sulla destra, entrando, della zona da poco ampliata) fosse riservata alla sepoltura di militari germanici. Vengono pure date le indicazioni del come avrebbe dovuto essere organizzata la zona: vialetto in ghiaia centrale, croce alta metri 3,50 in larice o abete posta su un basamento in pietra o in cemento alto un metro alla fine del vialetto e la zona (metri 12 x 22) doveva essere circondata da una siepe di ligustro o di bosso. Le indicazioni stradali esterne del cimitero, sarebbero state fornite da quattro targhe con scritto Heldenfriedhof (cimitero di guerra) di cui (a forma di freccia) una da porre all’inizio di Via Cavour (casa Federici o casa Boles) una ove si trovava la pesa pubblica, due presso i cancelli d’ingresso esterno ed interno del cimitero”.

L’intervento venne realizzato e ciò è dimostrato dal fatto che nel giugno dell’anno successivo (1944) con delibera podestarile vennero liquidatre 385 lire per le quatto targhe alla ditta Ferri Pietro,185 lire a Federici Ugo per la verniciatura della croce, 250 lire a Bernazzali Carlo per la ferramenta necessaria alla posa della croce, Gussoni G. per la fornitura del ligustro con paletti di sostegno e mano d’opera lire 1400, 260 lire per la costruzione della croce alla ditta Ravera e 1200 lire per la posa della croce stessa alla ditta Pagliari Arnaldo”.

“Successivamente furono inviate lettere di lamentela da parte del Comando Tedesco per lo stato di abbandono dell’area e nonostante la disposizione della Prefettura Repubblicana di Cremona del 31 maggio 1944 con cui  veniva data l’indicazione che i defunti tedeschi avrebbero dovuto essere sepolti nel reparto d’onore dei cimiteri di Parma o Piacenza, sappiamo che il 2 di novembre del 1944 la salma era ancora sepolta presso il nostro cimitero, sulla cui tomba venne posta una corona di fiori con nastro e scritta, corona commissionata alla ditta Gussoni e figli e costata 1300 lire”.

“Poi tutto finisce nel nulla – conclude nel suo riassunto Costantino Rosa -: non esistono documenti per sapere se e quando il settore d’onore dei caduti germanici sia stato eliminato e che fine abbiano fatto i resti del maresciallo (recuperati dalla famiglia, inviati al cimitero di Parma o Piacenza o sepolti al cimitero di Costermano -VR?). Mistero. Nelle foto sotto riportate e provenienti dall’archivio del compianto Prof. Giorgio Lipreri,  sono ripresi il corteo in piazza Garibaldi e per le vie del centro e la commemorazione al cimitero; nel corteo al centro si riconoscono  Martani Antonio di Vicomoscano e sulla sua sinistra tale Barosio di Vicobellignano. Sempre dallo stesso archivio provengono i documenti relativi al progetto del settore d’onore e tomba presso il nostro cimitero”.

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...