Devicenzi capitano di ventura,
con 10 ragazzi è re d'Islanda
Avranno ricordi da portarsi dentro, e un’avventura da raccontare. Ce l’hanno fatta i dieci ragazzi e ragazze dell’ITE di Busto Arsizio che con l’Iron Man e motivatore Andrea Devicenzi hanno percorso 500 km in Islanda. Un viaggio nel viaggio, con una guida di eccezione ma con la consapevolezza che in ogni decisione e in ogni istante o sei disposto a mettere tutto te stesso oppure ti trovi davanti alla possibilità di restare fermo, senza aver sognato mai.
Lo hanno sognato, lo hanno voluto fortemente questo viaggio che sarà docufilm, e testimonianza, e libro e – cosa non da poco – proposta che lo stesso Andrea riproporrà con mete ed obiettivi diversi nelle sue proposte. Si sono impegnati, allenati, informati, suddivisi i compiti ed hanno pedalato nella terra dove sono nati gli dei. Una terra difficile ma ricca di emozione ancora allo stato puro.
C’è naturalmente soddisfazione da parte di tutti. Come accenna l’atleta di Martignana di Po non sempre sono stati momenti semplici, ma tutto è stato portato a termine.
“Arrivando alla nave di Solfar – spiega Andrea – abbiamo portato a termine questa prima impresa in Islanda come progetto scolastico denominato Oltre l’impossibile. Arrivarci per la seconda volta in due anni ha significato per me moltissimo, dal punto di vista sportivo ma soprattutto del mio percorso di crescita.
Accompagnare questi giovani per 500 chilometri in una terra complessa come l’Islanda è stato difficile quanto speciale. Un nuovo inizio legato a questi progetti da proporre nei prossimi anni alle scuole.
Un’esperienza in cui sento di aver portato il mio essere, le mie esperienze passate e quella forza nel credere all’impossibile. Alcuni anni fa non avrei mai accettato una responsabilità simile, oggi SI. Questo dimostra che il cambiamento e/o miglioramento nostro, c’è, basta volerlo RINGRAZIO tutte le persone che ne hanno permesso la realizzazione. RINGRAZIO questi dieci giovani che si sono fidati ed affidati alle mie scelte, anche in momenti difficili. Ce l’abbiamo fatta! Un’avventura talmente tanto intensa, che già mi manca tutto“.
La chiusura di questa esperienza (chiusura per modo di dire, quella direttamente in loco alla quale seguirà l’elaborazione del materiale raccolto) sta già facendo riflettere il motivatore Casalasco. Nulla è impossibile e con le imprese di questi anni, in solitaria o come questa volta come una sorta di capitano di ventura lascia pensare che una esperienza collettiva come questa potrebbe essere la prima di una serie…
N.C.