Consolato ghanese, il bilancio
Una storia partita da don Paolo...
30mila ghanesi in Italia, una delle comunità più numerose nel nostro paese. E 400 di loro hanno potuto negli ultimi tre giorni, rifare o aggiornare documenti nel Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore, dove il Consolato è arrivato in trasferta. Con una novità nella giornata di sabato: la visita di Nana Pomah (che nelle gerarchie ghanesi è regina madre della cittadina di Dormaa, nella regione di Brong-Ahafo) e George Kofie, collaboratori del Ministero ghanese, che hanno fortemente ringraziato il sindaco Filippo Bongiovanni e il comune di Casalmaggiore e la parrocchia col parroco don Claudio Rubagotti.
E mentre nel campo sportivo c’è chi cucina cibo tipico ghanese per chi è in attesa – come il riso jollof, la salsa shito, pollo, tacchino e pesce fritto – non poteva mancare una rappresentanza dell’amministrazione casalese col sindaco Bongiovanni, che ha ricordato dove tutto è partito. “Don Paolo Antonini fondò una delle prime Case dell’Accoglienza in Italia, proprio qui a Casalmaggiore: erano gli anni Ottanta e don Paolo seppe guardare avanti – ha detto il sindaco -. Se Casalmaggiore ha iniziato una grande storia di accoglienza lo dobbiamo anche a lui, tanto è vero che la comunità ghanese, che oggi consta di 500 unità qui da noi, è stata una delle prime ad arrivare e una di quelle che al meglio si è integrata”.
Già, don Paolo Antonini, mancato nel 2009 ma che nessuno ha dimenticato. C’è chi al Consolato casalese è arrivato, sabato mattina, dopo 35 anni di residenza proprio a Casalmaggiore. “Qui ci siamo sentiti a casa da subito – è stato spiegato -. Dobbiamo ringraziare tutta la cittadinanza, ma in primis proprio don Paolo”.
Giovanni Gardani (video Alessandro Osti)