Cronaca

Il viadanese Bergamaschi a Kiev
col MEAN: "Il momento più duro"

Da Viadana a Kiev, per la quinta volta da quanto la guerra è iniziata. C’è anche Paolo Bergamaschi tra i protagonisti della trasferta del Movimento Europeo di Azione Non Violenta, che ha organizzato per giovedì e venerdì un collegamento da Piazza Santa Sofia con 25 piazze italiane. Un momento particolarmente toccante di riflessione. Abbiamo intervistato lo stesso Bergamaschi, che già ha lavorato al Parlamento Europeo, per toccare con mano la situazione in Ucraina a oltre due anni dall’inizio della guerra.

“La corrente è razionata, gli allarmi antiaereo vanno a singhiozzo ma molti non ci fanno caso: gli ucraini sono ormai assuefatti dal conflitto – spiega – e qualcuno di loro parla di ricostruzione. C’è grande orgoglio e non manca la fiducia, nonostante i momenti difficilissimi che stanno vivendo. Certo la Russia negli ultimi cinque mesi è riuscita a ottenere, con il controllo di parte dell’energia elettrica, quello che non era riuscita a prendersi nei precedenti due anni di guerra anche per il blocco degli aiuti europei”.

Tra i passaggi piacevoli l’incontro con gli scout ucraini (“molti di loro sono stati ospitati durante i primi mesi della guerra dai loro colleghi italiani”), tra i più tosti anche la “visita” all’ospedale pediatrico bombardato nei giorni precedenti: “E’ un turismo macabro, che a me non piace, ma che rende l’idea di quando sia senza scrupoli questa guerra”. L’intervista completa è andata in onda al tg di Cremona 1 e la riproponiamo qui sotto.

Giovanni Gardani 

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