Cronaca

Omicidio Vezzosi, due colpi fatali
Prende corpo l'ipotesi riminese

Due colpi fatali, all’aorta e al cuore. Più altri nella zona del collo non decisivi come i primi due: l’indagine sulla morte di Lorena Vezzosi, classe 1971 di Casalmaggiore, probabilmente uccisa dall’ex marito Stefano Del Re, classe 1969, sempre di Casalmaggiore, si sta spostando sempre più a Santarcangelo di Romagna, dove la Procura di Rimini collabora sin dall’inizio di questa brutta vicenda – iniziata venerdì mattina col ritrovamento dell’auto nel fiume Po, con a bordo i due corpi – con la Procura di Cremona.

Il motivo? La stessa Procura riminese ipotizza che Lorena sia stata uccisa e colpita con violenza dall’ex marito nel suo appartamento di via Terranova a Santarcangelo di Romagna. L’arma del delitto? Considerando la profondità del taglio, forse un bisturi, che si “sposerebbe” anche col lavoro che faceva Stefano, infermiere in diverse Rsa del territorio (sia casalasco che riminese) e che dunque aveva accesso a questi strumenti.

Sempre secondo l’ipotesi della Procura di Rimini, il corpo di Lorena è stato avvolto in un lenzuolo, perdendo ovviamente sangue (e questo spiega le chiazze rosse rinvenute nell’appartamento), dopo che Stefano ha provato a pulire sommariamente il locale. A questo punto è plausibile che, per non dare nell’occhio, Del Re abbia traspostato durante il viaggio dalla Romagna a Casalmaggiore, circa 200 km, il corpo della ex moglie nel baule.

Solo successivamente, probabilmente poco prima di lanciarsi nel fiume Po a grande velocità, lo ha sistemato sul sedile passeggero, vicino al quale sarebbero state trovate macchie di sangue raffermo, legato con la cintura di sicurezza prima della corsa verso l’acqua, all’altezza dell’attracco, per chiudere il suo tragico piano dell’omicidio-suicidio.

Questa ricostruzione spiegherebbe diversi passaggi: anzitutto come abbia fatto Del Re a percorrere tutta quella strada senza che nessuno notasse nulla, nemmeno quando la Opel Corsa è stata presumibilmente parcheggiata a bordo strada quando l’uomo è andato a trovare i genitori. In secondo luogo perché Lorena indossasse indumenti intimi (ma anche una maglietta nera, contrariamente a quanto era trapelato inizialmente), dato che probabilmente l’uomo si è liberato durante il viaggio dei vestiti intrisi di sangue. Non si trova l’arma del delitto, che però potrebbe davvero essere ovunque ma il dettaglio sembra acquisire ora un po’ meno importanza.

L’ultima ipotesi, macabra, è quella che spiegherebbe la scelta di posizionare Lorena sul sedile passeggero prima di lanciarsi nel fiume: agli inquirenti è parso un gesto simbolico, quasi a voler rimarcare la decisione di essere fianco a fianco anche nella morte dopo una vita assieme che negli ultimi mesi aveva vissuto diverse burrasche, tanto che il movente passionale è ormai considerato scontato. Al momento del ritrovamento dei corpi infatti Stefano poggiava la testa sulla spalla di Lorena: in un piano che sembra studiato nei minimi particolari, un dettaglio che non sembra improvvisato o casuale.

Giovanni Gardani 

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