Tibre avanti, il Casalasco
ora ci spera: ecco le ricadute
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Anche Regione Lombardia dice sì dunque al rilancio alla Tibre e il Casalasco guarda con interesse a quel che succede a Milano. Perché è indubbio che, abituato a essere periferia, stavolta proprio il territorio a sud-est della provincia cremonese, possa sentirsi centrale.
Su due fronti: quello della Tibre, appunto, e quello della Cremona-Mantova, l’autostrada che, nel progetto originario, ha un “buco” in mezzo al tracciato che si trova proprio nel Casalasco, ossia tra Marcaria, Bozzolo e Calvatone. Un buco di 8.5 km che il progetto dell’autostrada che collega la Città del Torrazzo a quella di Virgilio non contempla, facendo affidamento proprio al passaggio “in comune” con la Tibre.
La Tibre è sempre stata, per il Casalasco Oglio Po, una sorta di chimera irraggiungibile, alla quale guarda con diffidenza, rassegnazione e magari un po’ di rabbia. Non è infatti facile vedere morire l’autostrada in un casello fermo nella campagna di Sissa Trecasali, a pochi chilometri dal confine Casalasco e Cremonese, dopo 40 anni di speranze e in qualche caso di false promesse. Già, perché il passaggio della Tibre da Casalmaggiore, con un casello previsto anche a San Giovanni in Croce, darebbe fiato alla tanto attesa tangenziale, più che mai necessaria per togliere traffico pesanti dall’Asolana, vera e propria anomalia viaria, che porta traffico pesante e costante (15mila mezzi al giorno in totale di media) in centro città. Un problema viabilistico, ma anche di inquinamento, dunque di salute.
E’ vero che la politica sta guardando ad altre soluzioni e a varianti meno costose e svincolate dalla Tibre, ma quando l’assessore Terzi venne a Casalmaggiore in campagna elettorale pro Bongiovanni, disse che questa era una valutazione da tenere presente indipendentemente dal percorso Tibre, dunque tenendo presente che la prima opzioni è legata all’autostrada e questo sarebbe un – comunque utile – ripiego.
Il discorso della Cremona-Mantova nel Casalasco sembra un filo meno sentito, forse perché l’idea di questa autostrada è più giovane e dunque nessuno ha avuto il tempo di farci la bocca, per così dire. Ad ogni modo un progetto spinge l’altro: e ora che Ministero e le due Regioni dicono sì, il passo decisivo sembra fatto.
Giovanni Gardani