Cronaca

Omicidio del consenziente:
Alfredo Zenucchi ha patteggiato

Comparso mercoledì davanti al giudice del tribunale di La SpeziaAlfredo Zenucchi, il 58enne bergamasco che lo scorso 6 dicembre aveva ucciso la moglie Rossella Cominotti, 53 anni, nativa di Rivarolo Mantovano, ha patteggiato una pena di tre anni e sei mesi per l’accusa di omicidio del consenziente. Riconosciute le attenuanti generiche. “Il giudice ha ritenuto congruo il patteggiamento”, hanno detto i difensori. “Zenucchi è incensurato, ha sempre collaborato, tutto ciò che ha detto è stato confermato”. In tribunale, oltre all’imputato, c’erano anche la mamma e la sorella della Cominotti, il cui legale ha depositato una memoria per fare dichiarare Zenucchi “indegno a ricevere l’eredità della moglie”. Il giudice, però, ha rigettato la richiesta: l’ipotesi dell’omicidio del consenziente non rientra tra quelle tassative previste dalla norma. “Ma visti i debiti”,  hanno spiegato i difensori  Alberto Rimmaudo e Riccardo Balatri, “Zenucchi sarebbe intenzionato a rinunciare“.

Le indagini e le verifiche tecniche condotte dagli inquirenti hanno confermato la versione di Zenucchi sulla volontà espressa dalla coppia di voler morire insieme, facendo cadere la primaria accusa di omicidio volontario. Zenucchi aveva ucciso Rossella, con cui viveva a Cavatigozzi, in una camera d’albergo dell’Antica Locanda Luigina, a Mattarana, nello Spezzino.

Alfredo Zenucchi

Ne aveva vegliato il corpo per un giorno e mezzo per poi allontanarsi in auto con l’intenzione di cercare la morte andandosi a schiantare lungo un rettilineo che aveva già individuato, ma era stato fermato dai carabinieri di Pontremoli in Lunigiana. Nella camera dell’albergo, dove i due coniugi alloggiavano da alcuni giorni, era stata trovata una lettera che spiegava l’intenzione di porre fine alle loro vite. Lettera firmata da entrambi, così come accertato da una perizia calligrafa. “Il nostro amore sarà eterno. Abbiamo fatto questa scelta che nessuno forse potrà capire”. Lettera nella quale erano anche scritte precise istruzioni di non avere il funerale e sulla cremazione. “Eravamo stanchi della vita”, aveva spiegato a suo tempo il 58enne al pm e agli inquirenti.

L’avvocato Rimmaudo

Ad uccidersi, ci avevano già provato due volte, Alfredo e Rossella, che si erano sposati a Bonemerse il 9 marzo dell’anno scorso e che avevano rilevato l’edicola del paese, attività che era in perdita. La prima volta che i due avrebbero cercato di togliersi la vita sarebbe stato proprio a Bonemerse il 28 novembre con un rasoio, mentre l’altra il 3 dicembre per mezzo di un paio di forbici. Il 6 dicembre, l’ultimo tentativo, avvenuto nella stanza dell’albergo dello Spezzino e finito con la morte di Rossella, sgozzata a colpi di rasoio. Il marito, anche lui ferito ai polsi e al collo, l’aveva vegliata 36 ore. Poi lui aveva lasciato la stanza e a bordo della sua C3 bianca, poi intercettata dai carabinieri, avrebbe dovuto andare a schiantarsi lungo la strada. Ma non ne aveva avuto il coraggio.

Da dicembre Zenucchi è rinchiuso nel carcere di La Spezia. “L’ho trovato più sereno”, ha commentato l’avvocato Rimmaudo. “In carcere sta seguendo un percorso con uno psicologo e fa lavoretti, come pulizie e lavori di pelletteria”. I due legali hanno depositato istanza di scarcerazione. Il gup Marinella Acerbi si è riservato di decidere.

Sara Pizzorni

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