Salute

Doc Robert Sabag: "Oglio Po, la
gente é vicina, istituzioni meno"

L’estate scorsa, in questo periodo, Jacqueline Azzini, Monia Cerati, ed altri amici stavano organizzando il Beach and Beer e la Tombolata presso la Polisportiva Amici del Po, iniziative con lo scopo di devolvere il ricavato in beneficenza, in quel caso i proventi furono destinati all’acquisto di una stampante per l’ecografo del servizio di senologia dell’ospedale Ogliopo.

Ebbene, missione compiuta, la stampante è stata consegnata tra i ringraziamenti dell’equipe di cui il Dottor Robert Sabag, titolare di unità semplice aziendale, si fa portavoce:

Ringrazio l’associazione Amici del Po per avere dato spazio agli eventi che hanno permesso questa donazione, ringrazio chi li ha pensati, in particolar modo Jacqueline, e chi ha aderito con un’offerta, la stampante ora è ufficialmente in dotazione presso il nostro servizio di senologia.

Colgo questo gesto, opera di privati cittadini, come segno di apprezzamento e riconoscenza verso il nostro operato e ci comunica un ritorno positivo rispetto all’impegno che mettiamo per raggiungere i nostri obiettivi. Questa, come tante altre donazioni che abbiamo ricevuto, valorizza ulteriormente il lavoro che svolgiamo ogni giorno con passione e abnegazione.

Il servizio di senologia del nostro nosocomio, per come è strutturato, viene considerato uno dei più efficienti del territorio nell’assistere le donne che devono affrontare una malattia come il tumore al seno.

Il cancro alla mammella è alquanto diffuso e le donne che ne sono colpite devono poter trovare, anche in strutture piccole come l’Ogliopo, professionisti preparati e capaci, non solo di curarle, ma di accompagnarle e sostenerle durante tutto il percorso che la malattia implica.

Abbiamo lavorato parecchi anni per formare un gruppo che potesse trasformare tanta dedizione in un servizio d’eccellenza. L’equipe, formata da un chirurgo, un oncologo, due radiologi, personale infermieristico e sanitario, garantisce professionalità e prestazioni che vanno dalla cura al sostegno morale, psicologico e pratico per tutto il tempo che la paziente necessita mentre affronta l’arduo cammino che un cancro comporta.

Persone, ognuna con la propria professionalità e il proprio ruolo, capaci di intersecarsi e collaborare, sortiscono una unità di lavoro presente ed efficiente, un modello di servizio che sa rispondere in maniera adeguata alle pazienti in un memento di paura e fragilità. Tengo dunque a sottolineare lo sforzo e la dedizione totale che ogni componente dell’equipe mette a disposizione, quando serve anche fuori dall’orario di lavoro istituzionale, affinché il servizio si rafforzi ulteriormente e dia quindi continuità.

Mi spiace se appaio polemico nell’evidenziare la nostra percezione di una certa lontananza di interesse da parte delle varie istituzioni locali e del territorio in generale. Vorrei ricordare che l’unità di senologia di altissimo livello nazionale, al quale siamo collegati, si trova nell’azienda madre che però dista circa 45 km, per non dire del punto nascite e non solo.

Ringrazio di nuovo tutte le persone comuni che credono in noi, che ci elogiano non soltanto per le cure ma per la dedizione, la risposta alle esigenze, la costante presenza; la vicinanza della gente ci dà la forza per continuare a crescere. Il nostro grazie sta nel non smettere di affrontare sfide sempre più pressanti che ci vengono dall’esterno da parte di chi ha interesse a depotenziare il nostro ospedale che, grazie al cielo, vanta ancora professionisti validi, onesti e pronti a resistere per il bene della comunità”.

Un grazie accorato non senza qualche goccia d’amarezza, quello del Dottor Sabag, rivolto ai cittadini e ai suoi collaboratori tra i quali ricordiamo Simone Bonardi oncologo, Matteo Passamonti e Leonardo Quartieri radiologi e tutto il personale infermieristico senza il quale il motore non potrebbe compiere i suoi giri. Sappiamo tutti molto bene quanto sia importante preservare l’Ogliopo, quanto cambi per l’utenza avere l’ospedale a pochi o tanti km di distanza, quanto costi avere reparti chiusi o depotenziati col rischio che professionisti competenti e preparati si vedano costretti ad andarsene, non è necessario essere ammalati per capirlo.

Giovanna Anversa

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