Sofferto, ma è il tris: Bongiovanni
è il sindaco delle prime volte
Lo ricorda, Filippo Bongiovanni, subito dopo l’elezione di questo 2024. Una storia, la sua come sindaco di Casalmaggiore, iniziata nel 2014 e che finirà nel 2029. Quindici anni, tre mandati, mai nessuno prima: per una forma di turn over che era garantita nel passato e poi, dopo l’avvento del tetto massimo di due mandati, per la novità della legge di questo 2024 e per un gioco statistico che assegna a Casalmaggiore meno di 15mila abitanti, consentendo dunque la terza candidatura al sindaco uscente.
Bongiovanni – meno esplosivo rispetto al 2019 e molto più contenuto, con più fair play e l’invito alle opposizioni a collaborare, riconoscendo una spaccatura del voto, che non ci fu cinque anni fa quando Bongiovanni stravinse al ballottaggio con 700 voti di margine su Fabrizio Vappina – è un po’ l’uomo delle prime volte. O dei record, se preferite.
La prima volta dei tre mandati, appunto; la prima volta di un sindaco dichiaratamente di centrodestra da quando esiste il bipolarismo (prima di lui, in questa fase storica, Massimo Araldi, Luciano Toscani e Claudio Silla e prima ancora la Democrazia Cristiana); la prima volta di una vittoria al ballottaggio (nel 2014 rimontando 1000 voti su Silla, e certo non era scontato); la prima volta di uno scarto minimo, dove Bongiovanni batte se stesso. Se fosse un atleta, diremmo che ha migliorato il record: con Silla vinse di 51, stavolta di 46. Ed è vero che la storia recente ha spesso regalato a Casalmaggiore volate al fotofinish, ma mai come quest’anno.
Non però, unica postilla, il sindaco più giovane ad essere eletto. Battuto in questo dal compianto Carlo Rotelli, che divenne primo cittadino nel 1970 a 31 anni. Bongiovanni nel 2014 ne aveva 34.
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Giovanni Gardani