Elezioni 2024

Comunali 2024: Piccinelli, Ferroni
e l'intro piombata (quasi) per caso

Del senno di poi ne son pieni i sacchi dei rifiuti. Il pensiero va a ritroso, a quel primo incontro in cui Luciano Toscani aveva dato la propria disponibilità a guidare una coalizione (un gruppo di civiche) per competere con la corazzata del Centro Destra. E – ancor di più – proprio in quell’assise fu proprio Annamaria Piccinelli a non chiudere le porte ad una collaborazione attiva. Poi le strade si sono divise, la storia e i suoi protagonisti hanno scritto altre pagine.

La desistenza PD, le altre scelte di Laboratorio Comune e l’impossibilità di accordi con il Movimento cinque stelle a quanto sembra (son notizie del sottosuolo) per veti imposti. Sarebbe stata una coalizione che sarebbe probabilmente rimasta attaccata come si diceva utilizzando un francesismo un tempo, con lo sputo. L’idillio elettorale sarebbe probabilmente durato poco. Forse giusto il tempo di impattare in qualche atto spinoso da portare avanti. Il passato insegna. Non a cambiare (sarebbe utile a volte nonché necessario) ma a capire che quel che resta attaccato con lo sputo prima o poi crolla rovinosamente a terra.

Potremmo andare avanti per una decina di altri paragrafi raccontando del percorso che poi ha portato a quattro liste (e mezzo, considerando che Laboratorio Comune di Pierluigi Pasotto é saltata causa di forza maggiore quando aveva già firme e candidati per essere presentata), di arrivi improvvisi in città, di passi avanti e indietro, di rotture e di passato scolpito nel gesso. Già, forse ricostruiremmo i fatti. Ma il passato é passato.

Detto questo la campagna di Filippo Bongiovanni é risultata – con coerenza – quella con merito vincente. Filippo, che é cresciuto ed oggi é probabilmente il politico strategicamente più preparato e con più lungimiranza in città (quello che sa vedere oltre le sue scarpe, e non ce ne sono tanti) non ha sbagliato niente, e niente gli si può rimproverare. In porto ha condotto la sua nave, come e forse meglio di come voleva. Il peso di Fdi, se a livello complessivo é di certo contato, a livello di preferenze singole ha inciso un po’ meno, o quasi per nulla, confermando la prassi che le elezioni amministrative sono un gioco diverso rispetto alle politiche. Filippo ha avuto il merito di avere coraggio. Non é sceso in disfide, non ha risposto a polemiche, non ne ha avviate motu proprio, si è basato sui fatti, su quel che in due mandati é venuto avanti, sulla coesione di un gruppo che riesce a governare senza particolari sforzi.

Ha puntato su un basso profilo (il più classico dei low profile, raccontando personalmente i vari incontri territoriali, ma limitandosi a quello, senza discutere) e sulle opere cantierate. Ha mostrato a tutti di non avere paura, anche quando si é trattato di ribadire il concetto che al vis a vis con gli altri candidati avrebbe partecipato volentieri. Un fiorettista insomma, in mezzo a spadaccini e forse a disarmati. Siamo convinti che il sindaco riconfermato non avrebbe potuto far di più e meglio di quel che ha fatto in questa campagna elettorale ormai alle spalle. Sarà probabilmente spaccata in due Casalmaggiore, come lui stesso dice, ed ha fatto prevalere la sua, con ordine, concretezza e bravura.

46 voti non sono tanti. Ma bastano e avanzano per governare il paese…

In verità eravamo partiti per parlare delle due Liste (quella di Annamaria Piccinelli e quella di Orlando Ferroni). Ma poi il pensiero ci ha portato a questa lunga introduzione. Se il “pippone” non vi piace, iniziate da qui.

E’ contenta Annamaria Piccinelli. 855 voti, il 12,88%. Per questioni lavorative – e forse un poco di scaramanzia – non ha seguito la diretta voto. Ma é saldamente in comune. Partita da zero ma con una fortissima voglia di fare, agganciato il Movimento delle cinque silenti stelle (non un intervento in questa campagna elettorale comunale per scelta o per destino non ci è dato conoscere, ma ci dà da pensare), si è buttata su una campagna a difesa dell’ambiente, per la promozione territoriale, per riportare bellezza, per promuovere il turismo, il commercio di prossimità, l’agire sociale pur non rinunciando ai suoi cavalli di battaglia (in primo luogo l’Oglio Po e la sanità territoriale oltre al nodo infrastrutture). Una lista composta per gran parte da donne attive, concrete e determinate. 855 voti sono un più che discreto bottino, considerando il dato percentuale: 12,88%. Per una forza nuova senza base partitica un viatico interessante.

Riesco a commentare solo oggi la giornata di ieri perché ieri mi é stato impossibile seguire, per motivi professionali, l’evolversi delle varie fasi e quindi anche a commentare. Quasi un 13% che crede nel fatto che lo sviluppo non sia più ancora nelle grandi opere da quasiasi parte esse provengano, che non crede nell’ulteriore consumo di suolo, o nel taglio di alberi, o nel miraggio delle grandi autostrade o del biogas. Tutte cose dalle quali dovrebbero caderci delle bricioline ma che in realtà ci privano dei diritti come quello di una tangenziale o dei diritti sulle risorse per manutenere constantemente i nostri luoghi di vita. Siamo persone che non hanno alcuna titubanza a rispondere sulle questioni dei diritti civili, rispondono con chiarezza e garantiscono con rigore e il rispetto di tutti. Noi naturalmente rappresenteremo con costanza e con caparbietà in consiglio questo quasi 13% di persone e porteremo anche tutte quelle istanze che abbiamo raccolto, soprattutto nelle frazioni, in questa bella campagna elettorale. Quindi buon lavoro“.

QUI SOTTO IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1 

Annamaria Piccinelli é persona concreta. Nessun accenno a quel che avrebbe potuto essere e sguardo rivolto, anche in questo caso, a presente e futuro. Costruttrice poco incline al retropensiero.

Diversa invece la situazione dell’amico dei senatori. Orlando Ferroni resta a piedi. 306 voti, 4,61% non ha riconfermato neppure il suo seguito dei 500 e nessuno, né lui né qualcun altro rappresenterà Tradizione e innovazione in consiglio. L’esercito lo ha abbandonato sulle rive del fiume, così come hanno fatto gli amici politici e ne esce, nonostante quel che dica sia l’opposto, con le ossa rotte. La sua é l’unica destra che a livello locale perde di brutto. Non ha pagato il tentativo di buttarla in discussione, neppure il perpetuo attacco a Filippo Bongiovanni. Una destra esiste, ma non é la sua. Quelli che avrebbero dovuto essere il suo lasciapassare o il suo appoggio non hanno fatto nulla. Come lui stesso dice tornerà al suo mestiere che qualche soddisfazione gliela sta dando e tra cinque anni ripresenterà probabilmente puntuale la sua candidatura.

La prende come al solito con estrema filosofia, almeno é quel che mostra al pubblico, ricostruendo alla sua maniera il tutto: “Io continuerò con le mie ricerche e i miei studi sulla rigenerazione dei tessuti che adoro, sia perché mi portano da vivere, ed io non sono così indifferente al denaro ma soprattutto perché mi entusiasmano, ed é una soddisfazione mia personale. Ho portato nella mia lista dei giovani poco più che ventenni e neolaureati che ho invogliato a fare politica. Hanno visto per la prima volta e dal vivo cosa vuol dire preparare una lista, perché preparare una lista come noi l’abbiamo fatta nel giro di due tre settimane quando c’è gente che si prepara uno o due anni prima non è da tutti, e questo lo riconoscono tutti. Ferroni ha preparato una lista di 15 persone in tre settimane e c’è gente che in un anno, un anno e mezzo non è riuscita o a malapena è riuscita a fare i candidati. Questo vuol dire che ci vogliono capacità per coinvolgere la gente. Non ho scelto le persone, come fanno gli altri strateghi, per portare voti, nella lista, e questo è anche uno dei motivi per cui non ho preso tanti voti perché i voti sono stati dati soprattutto al candidato che li ha portati. Se voi andate a vedere i voti che hanno preso i miei candidati sono si e no quelli dei genitori e dei fratelli e questo perché non perché sono incapaci ma perché nessuno li conosce. Questi però hanno iniziato la politica e sono sicuro che andranno avanti nella politica, ed io vedrò di stargli vicino perché l’esperienza che ho fruttato in questi anni di campagne elettorali mi può permettere di dire la mia“.

Già. Anche in questo caso nessun accenno agli amici senatori, nessun accenno a Fratelli d’Italia, nessun accenno a nulla che non sia un pensiero ferroniano. Un volo pindarico insomma, ardita digressione difficile da seguire nella sua logica ma che prendiamo così com’é, nella logica Orlandiana. E per il 2024 é tutto.

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Na.Co.

 

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