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Gli elettori di Scandolara Ravar ritroveranno nella scheda elettorale la possibilità di scegliere, dopo che nel 2019 si presentò solo la lista che candidava l’odierno sindaco Roberto Oliva. Non era abituata Scandolara alla lista unica, anzi spesso, soprattutto negli anni Novanta, le battaglie erano feroci, soprattutto tra Antonio Borghesi, sindaco fino al 1995, e Giovanni Bozzini, primo cittadino fino al 2004. Seguì un decennio a guida Gianmario Magni e nel 2014 il quinquennio di Velleda Rivaroli.
Per le Comunali dell’8 e 9 giugno Roberto Oliva si presenta, sempre a capo della lista “Progetto Comune”, e a fronteggiarlo ci sarà la lista “Nuovi Orizzonti” che candida Gianluigi Zedde, che vanta un’ampia esperienza di consigliere ma mai candidatosi a sindaco. Li abbiamo intervistati alla vigilia del voto, ed emerge soprattutto una sfida all’insegna del fair play.
QUI OLIVA
Roberto Oliva è stato presidente del Caf Acli e poi segretario nazionale delle Acli dal 2007 al 2013. Rientrato a Scandolara dopo 12 anni vissuti a Roma (dove va ancora in quanto conserva alcuni ruoli nelle Acli), da 5 anni è sindaco, forse poco visibile mediaticamente ma certamente attivo.
Un primo giudizio su questa esperienza per lei inedita?
«Ero già stato amministratore delegato di aziende, poi commissario di enti che agivano per la Regione, ma certo il pubblico ha regole diverse. In questi 5 anni abbiamo fatto tanti progetti, diversi dei quali portati a conclusione. Abbiamo avuto finanziamenti per due milioni di euro, e abbiamo un avanzo di amministrazione disponibile di 245mila euro, a testimonianza di un Comune virtuoso».
C’è qualcosa che non è andato per il verso desiderato?
«Il Covid ha inciso sulla presenza di volontari per garantire l’assistenza ai più deboli. Dopo che ha chiuso la Pro Loco ho cercato di incentivare l’associazionismo, che ora è ripartito, tanto che abbiamo salvato il Circolo Anziani. Punto molto sulla coesione e sulla socialità».
Cosa serve oggi a Scandolara?
«Ci sono strade da asfaltare a Castelponzone, poi vanno risistemati i parcheggi e la viabilità attorno alla piazza che è appena stata sistemata nel corpo centrale. Poi sposteremo la biblioteca facendola tornare nella sua vecchia sede, faremo il revamping dell’illuminazione pubblica e per Castelponzone ho chiesto altri 700mila euro per l’arredo urbano».
Lei non ha mai nascosto di puntare al coinvolgimento dei Comuni vicini nella gestione associata dei servizi. Basta quanto fatto?
«Stiamo discutendo proprio coi Comuni vicini. Il mio sogno sarebbe arrivare alla fusione, ma Cingia de’ Botti è uscita dall’Unione e Motta Baluffi ha detto no. Per Torricella del Pizzo non parliamone (dopo il no a Gussola), abbiamo solo abbozzato il discorso con San Martino del Lago. Le Unioni nacquero finalizzate alla fusione, ma vanno rimodulate. L’obiettivo è la condivisione dei servizi, ognuno deve essere disposto a rinunciare a qualcosa. “Piccolo è bello” è una frase fuorviante».
QUI ZEDDE
Con Gianluigi Zedde iniziamo dai motivi della candidatura e da un giudizio sui 5 anni di guida Oliva.
«Oggi esistono le condizioni che 5 anni fa non c’erano, per motivi di lavoro. Nel 2019 ci fu un confronto per arrivare a una lista unica, cosa che non fu possibile. Quello stesso gruppo è quello che oggi mi vede candidato a sindaco. Giudizi sull’amministrazione Oliva preferirei non darne: se non sei presente in Consiglio non puoi pretendere di giudicare più di tanto. Detto questo, su alcuni temi come il sociale e il territorio si potrebbe migliorare. Non vogliamo però partire dalla critica, bensì dal nostro progetto che è quello di rendere il paese più vivibile puntando al benessere civile e sociale dei cittadini».
Cosa serve oggi a Scandolara?
«Viviamo un’epoca in cui i cittadini si allontanano, manca il senso di comunità di un tempo. Servono quindi azioni sociali, fatte sulla scuola e sul territorio per creare le condizioni per un paese più vivibile, ad esempio curando il centro storico con la manutenzione e creando attrattive per le persone. Sui servizi sociali bisogna incidere più pesantemente».
Lei ha sempre tenuto alla frazione di Castelponzone, uno dei borghi più belli d’Italia. Crede sia valorizzata a sufficienza?
«Un gruppo di volontarie, le “castelline”, hanno vivacizzato il borgo. Credo che la prima emergenza sia il museo dei cordai, il sito più caratterizzante. Bisogna intervenire sul patrimonio edilizio, anche se grazie al finanziamento legato ai borghi più belli si è potuto fare un primo intervento. Serve concludere la pavimentazione degli “strettini” iniziata 20 anni fa e intervenire sulle strade ammalorate».
Un altro suo spiccato interesse è legato all’ambiente. Non a caso domenica 14 aprile a Cascina Farisengo Zedde ha presentato il libro di Davide Persico “Terramara”, sul cambiamento climatico in pianura padana.
«Vero, e aggiungo un capitolo forse ancor più rilevante, che è la politica territoriale: i paesi piccoli non vanno da nessuna parte se non si uniscono nella progettualità finalizzata a fornire servizi».
A QUESTO LINK LE INFORMAZIONI SU TUTTI I COMUNI AL VOTO https://www.cremonaoggi.it/elezioni-amministrative-2024/
V.R.