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Rotary COP e POC, si parla di
IA: e la cena va in beneficenza

I confini indefinibili dell’intelligenza artificiale, con opportunità e rischi connessi. Davvero un tema intrigante quello proposto ai soci dei Rotary Club Casalmaggiore Oglio Po e Piadena Oglio Chiese, riuniti in una conviviale interclub presso il ristorante Saten di Piadena. Relatore Francesco Meneghetti, rotariano e ceo di fabbricadigitale, che ormai da tempo opera nell’ambito dell’IA. Grande attenzione da parte dei presenti, testimoniata dalle tante domande a fine serata.

Meneghetti è partito dalle origini dell’IA: «Il primo a parlare di una macchina che simula il comportamento umano fu Alan Turing oltre 50 anni fa. La macchina poteva svolgere compiti solo sulla base delle istruzioni ricevute dall’uomo, che è la miglior macchina che esista perché svolge compiti senza che nessuno glielo insegni. Questo era l’obiettivo: riprodurre con l’intelligenza artificiale il modo con cui l’essere umano impara, e ci sono riusciti, grazie a un processo che si chiama training».

Proprio fabbricadigitale ha sviluppato una software per l’addestramento della IA: «L’umano insegna alla macchina cose e regole, ed è la macchina, quando ha dei dubbi, a chiedere agli addestratori. Alcuni campi di applicazione della IA mostrano una capacità delle macchine superiore a quella degli esseri umani».

Tra le novità imminenti: «Ci sono i primi chip organici, fatti di cellule per funzionare con la stessa logica delle cellule umane: il mondo della tecnologia sta copiando in modo pedissequo la struttura dell’essere umano». D’altra parte da tempo si utilizzano cellule per produrre la pelle da applicare agli ustionati senza prelevarla da altre parti del corpo, e non è impensabile che in futuro alcuni organi semplici siano ricostruiti in laboratorio.

«San Altman – ha proseguito Meneghetti -, il padre di OpenAI,i sta annunciando una IA senziente, con coscienza di se stessa. Forse questo esperimento sarà un fallimento, ma la strada è tracciata: la tecnologia cresce a una velocità superiore a ogni aspettativa. Siamo nel momento della singolarità tecnologica, nel senso che il progresso è tale che l’essere umano non può prevedere la velocità con cui arriverà. Una volta che il fenomeno parte, la velocità è esponenziale. L’evoluzione tecnologica ha sempre seguito la capacità umana, oggi può procedere da sola. Quando la IA non è in grado di fare un compito ne crea una in grado di farlo: genera in modo autonomo pezzi di tecnologia»

Dobbiamo quindi preoccuparci? «In parte sì, poiché la novità dirompente spaventa sempre: quando inventò il fuoco, l’uomo era certamente terrorizzato. Viviamo uno di momenti più incredibili nella storia dell’evoluzione del genere umano, forse il più incredibile in assoluto. In passato tutte le scoperte hanno potenziato le capacità umane, questa è la prima volta che la tecnologia può rappresentare una completa sostituzione. Nessuno sa con certezza cosa accadrà. Ma non c’è niente di più bello che vivere in un momento di così grande cambiamento, l’imprevedibilità è da vivere in modo positivo. Si andrà verso qualcosa di incredibile, ma il genere umano è incredibilmente resiliente, ha una grande capacità di adattamento. Prepariamoci a qualcosa che stravolgerà le nostre abitudini, ma atteggiamoci con grande curiosità».

Tra terrore e eccitazione, la consapevolezza che avremo grandi problemi da affrontare: «Certamente ci sarà la perdita di tantissimi posti di lavoro, e un’infinità di altri problemi, ad esempio nuovi strumenti nelle mani dei truffatori che possono imitare alla perfezione la voce di chiunque. Ma sappiamo già di grandi effetti positivi, ad esempio nella medicina. La società dovrà individuare un modo per organizzare un’economia diversa, non legata ai posti di lavoro».

Un invito a chi teme di lasciare un mondo terribile ai suoi figli: «Ai nostri figli dobbiamo trasmettere entusiasmo, non paura».

V.R.

 

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