Il re Arneo Nizzoli: 60 anni di
personaggi, cucina e passione
Avrebbe compiuto 89 anni il prossimo ottobre Arneo Nizzoli spentosi mercoledì sera all’Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore. I funerali avverranno sabato mattina alle 10 partendo dal ristorante di VILLASTRADA nella cui sala verrà allestita la camera ardente.
L’indimenticabile chef si presenterà agli amici e conoscenti che gli renderanno visita con la stessa eleganza con cui si mostrava ai clienti che venivano in trattoria. I figli Dario e Massimo hanno voluto che nella bara fosse vestito con la candida divisa da cuoco così come era solito apparire passando tra i tavoli a chiedere se tutto andava bene distribuendo perle della sua rinomata saggezza contadina.
Sulla divisa verranno inserite le medaglie e le onorificenze di Cavaliere e Grand’Ufficiale ricevute durante l’attività durata più di sessant’anni aggiungendovi il coltello per tante volte impugnato nel lavoro in cucina. Giovefi mattina come si è sparsa la voce della sua morte al ristorante sono cominciate ad arrivare telefonate su telefonate. Non erano prenotazioni ma le chiamate delle persone che volevano esprimere vicinanza e cordiglio.
Arneo Nizzoli ha dedicato una vita alla professione di cuoco che svolgeva con passione e dedizione aiutato dalla moglie Lina Albertini e successivamente figli nuore e nipoti…
Psina di fiume, pesce gatto, stracotti, trippa e poi piatti sempre più raffinati come i tortelli fatti con la zucca di cui lui orgogliosamente si dichiarava imperatore.
Tantissimi i personaggi che si sono seduti ai suoi tavoli facendosi poi fotografare a lui abbracciati e sorridenti. Dal regista e scrittore Cesare Zavattini a Bernardo Bertolucci a Katia Ricciarelli, i Nomadi, Renzo Arbore e tantissimi altri oltre a Vittorio Sgarbi che lo costringeva a tenere disponibile la cucina fino a tardi per accoglierlo durante le sue scorribande notturne.
Curiosa la dedica che Zavattini gli ha scritto sul suo libro intitolato Il cuoco sono me. “Ascolta bene che cosa mi piace: pane comune, salame Mantovano, quello agliato, spalla cotta bollente, polenta abbrustolita che mi tinga la bocca per tanto che è abbrustolita, tortelli con brodo di terza gallina, stufato di manzo singolo d’uva anche con zabaione flambè, lambrusco sempre nei tre tipi chiaro amabile e scuro. Preferisco quello del Viadanese nerissimo e che faccia tanta schiuma… Da bambino mio padre diceva che se bevevo la schiuma diventavo furbo“.
Arneo se ne va da VILLASTRADA con sottobraccio questo libro pieno di ricette di dediche e ricordi. Con in mano uno dei tanti piatti del buon ricordo che regalerà ad uno degli angeli che lo aspettano sulla porta di San Pietro.
Ros Pis