In Oglio Po miglior stile di vita?
L'impegno del Gal Terre del Po
Comincia una nuova era per i territori rurali della Lomellina, dell’Oltrepò Pavese e delle Terre del Po, pronti a creare una proficua ed efficace connessione tra le città metropolitane e i propri centri per invertire le dinamiche di spopolamento aumentando infrastrutture e servizi, potenziando i percorsi di istruzione e qualificazione con l’obiettivo di creare nuove comunità che rendano vivi luoghi solitamente considerati limitrofi.
La parola d’ordine è agire in chiave BLEISURE (Business & Leisure), termine commutato dal settore turistico, per rendere i territori rurali attrattivi e ‘convenienti’ dal punto di vista insediativo e accogliere così chi cerca una dimensione di vita più equilibrata in un’ottica di benessere, ambiente e attività professionale. Grazie alla spinta propulsiva dei GAL coinvolti e all’ampio partenariato che sono stati in grado di realizzare, si concretizza un ‘patto territoriale’ tra istituzioni, imprese, amministrazioni e cittadini per aumentare l’interesse verso questi territori in chiave residenziale a lungo termine.
Sono queste le indicazioni emerse nel corso dell’incontro “Vivere il borgo: comprendere, ripensare, valorizzare”, evento che conclude la prima fase del progetto “Dimore e Borghi”, finanziato dalla MISURA 19 “Sostegno allo sviluppo locale LEADER” di Regione Lombardia (PSR 2014-2020 OPERAZIONE 19.3.01 “Cooperazione interterritoriale e transnazionale”) e realizzato dai GAL Lomellina, Oltrepò Pavese e Terre del Po con l’obiettivo di intercettare le esigenze dei cittadini milanesi propensi a trasferirsi nelle aree interne delle province prossime alla metropoli, come indicato nell’indagine The European House Ambrosetti, presentata lo scorso autunno.
I saluti istituzionali del Vicesindaco di Zavattarello Mauro Colombini, del Consigliere di Regione Lombardia Claudio Mangiarotti, Andrea Frustagli in rappresentanza della Provincia di Pavia e dei Presidenti dei GAL coinvolti (Stefano Leva, Bruno Tagliani e Francesco Meneghetti rispettivamente di Lomellina, Oltrepò Pavese e Terre del Po) hanno dato il via al dibattito. Moderati dal giornalista Claudio Micalizio, i direttori dei GAL Elisabetta Antoniazzi (Oltrepò Pavese) e Luca Sormani (Lomellina) con Chiara Casali (Coordinatore Territoriale di GAL Terre del Po) e in dialogo con Andrea De Toni – urbanista PoliMI attiva nella rigenerazione delle aree interne con taglio ambientale, Eugenio Morello – Professore Associato PoliMI – e Andrea Membretti (in video) rappresentante dell’Associazione Ri-Abitare l’Italia, hanno quindi tirato le fila del progetto “Dimore e Borghi” e indicato le possibili azioni future da intraprendere.
Le attività sul campo svolte negli ultimi sei mesi dai GAL nei rispettivi territori, interrogando la propria comunità – a livello amministrativo, imprenditoriale, sociale, culturale – hanno permesso di individuare una serie di strade da percorrere che permetteranno di offrire una migliore qualità di vita sia a chi verrà ad abitare questi luoghi sia a chi già vi abita: i primi troveranno un nuovo habitat per le loro mutate esigenze e il loro desiderio di una vita diversa rispetto a quella condotta nella metropoli; i secondi avranno finalmente l’opportunità di far rifiorire il proprio ecosistema di cittadine, piccoli centri e campagne che negli ultimi anni ha visto un progressivo impoverimento economico e culturale.
Prioritario è dare impulso all’innovazione digitale impostando una mappatura open e in continuo aggiornamento per una gestione e un monitoraggio evidence-based del territorio nell’ottica di una rinnovata efficienza amministrativa per una migliore pianificazione dello sviluppo del territorio. L’obiettivo è creare nuove opportunità di lavoro – sia per la comunità locale che per le new entry – attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio e agricolo guardando a nuove formule di residenzialità e, soprattutto, avviare forme di governance collaborativa e in rete tra i territori rurali e le grandi città per essere sempre ricettivi e pronti ad intercettare i cambiamenti.
Pensare al cambiamento climatico come opportunità, attraverso analisi del rischio e soluzioni di adattamento, è altresì fondamentale: ripensare le colture, convertire e progettare edifici e spazi aperti “a prova di clima” dando vita a borghi verdi e resilienti per garantire il comfort urbano e il benessere sociale. Un altro aspetto cruciale è fare della transizione energetica un obiettivo concreto attraverso la costruzione di mappature della produzione potenziale di energia rinnovabile sul territorio (per es. catasti solari) per valutare la promozione di comunità dell’energia rinnovabile, che sono anche un modo per costruire delle comunità sociali e civiche.
Una terra sana, intesa come suolo è, infine, occasione di rilancio, opportunità di ricerca e sviluppo verso modelli più sostenibili di gestione delle risorse naturali e di mantenimento della biodiversità. La strada da seguire consiste quindi nel valorizzare i punti di forza della qualità di vita nelle aree rurali attraverso un approccio olistico One Health, ovvero la ‘salute’ integrata di persone, natura, animali e ambiente che è proprio ciò che rende i territori della Lomellina, dell’Oltrepò Pavese e delle Terre del Po un “altrove” ideale in cui stabilirsi, portando beneficio sia all’intera comunità locale sia a chi deciderà di farne parte.
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