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Torchio e parallelo su caso Scurati
"C'è chi usa paura e chi cervello"

Non è passato inosservato a Bozzolo il duro attacco da parte del sindaco Giuseppe Torchio in merito alla censura della Rai sul discorso di Antonio Scurati collegato all’assassinio di Giacomo Matteotti da parte del Fascismo. Citando don Primo Mazzolari, Torchio ha detto che “non riconoscerne la modernità di pensiero, la forte attualità della sua battaglia per la libertà, la democrazia, la condanna della guerra e di ogni sopraffazione significherebbe seppellire ancora una volta l’impegno di un autentico testimone del nostro tempo, come censurare il ricordo di Giacomo Matteotti attraversa la testimonianza coraggiosa dell’attore Scurati sulle responsabilità innegabili ed oggettive del Fascismo. Una denuncia chiara, decisa, senza se e senza ma che dovrebbe fare riflettere sulle forti analogie con i tempi moderni”.

La Festa della Liberazione ha visto grande partecipazione con vibrante richiamo ai valori della democrazia nell’omelia dell’arciprete don Luigi Pisani, l’esecuzione dell’Inno per l’Italia a cura della Banda Santa Cecilia, diretta dal maestro Stevanon, l’intervento dei ragazzi della classe quinta dell’Istituto Scolastico Comprensivo su testi del Presidente Pertini, pronunciati al tempo della Presidenza della Camera e infine appunto il discorso del sindaco Giuseppe Torchio, che ha fatto appello all’uso dell’intelligenza nell’applicazione di ordini discutibili come dimostrato durante la Seconda Guerra Mondiale dal podestà Rosa, dal maresciallo Sartori e dall’arciprete don Primo Mazzolari, salvando, in tal modo la totalità degli ebrei bozzolesi ed, insieme, lo stesso monumento dei Caduti e la cuspide della chiesa, dalla richiesta fusione per ricavarne armi da guerra. “Lì venne usato il cervello e non la paura, avendo il coraggio di dire di no” ha evidenziato Torchio, evidenziando il parallelo con l’affaire Scurati.

G.G.

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