Freddo: ordinanza di Bongiovanni
per riaccensione del riscaldamento
Pioggia, vento gelido e freddo. In un aprile che non ha regalato grandi soddisfazioni agli amanti del caldo e del sole, il primo cittadino di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni – come è in suo potere a norma di legge – ha deciso di prolungare la possibilità di accensione degli impianti di riscaldamento, e questo soprattutto a favore di anziani, bambini e ragazzi e malati che passano in casa il proprio periodo orientato alla guarigione.
“Ho appena emesso ordinanza – ci spiega – in merito. Il Comune di Casalmaggiore è compreso nella fascia climatica – E – per la quale il periodo di funzionamento degli impianti di riscaldamento è dal 15 ottobre al 15 aprile e per 14 ore massime giornaliere“.
Al di fuori dei periodi di accensione previsti dall’articolo 4 comma 2, ai sensi dell’articolo 5 comma 1 del D.P.R. 74/2013, i Sindaci con propria ordinanza “possono ampliare o ridurre a fronte di comprovate esigenze i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera dell’attivazione degli impianti termici”.
In presenza di situazioni climatiche particolarmente severe, le autorità comunali, possono autorizzare, ai sensi dell’articolo 4 comma 3, l’accensione degli impianti termici, prevedendo comunque una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita in via ordinaria. “Visto le condizioni di basse temperature e delle proiezioni meteo dei prossimi giorni con le possibili conseguenze per le fasce più deboli della popolazione presso le proprie abitazioni ho ordinato con effetto immediato e fino alle 24 del 28 aprile l’accensione facoltativa degli impianti termici di riscaldamento ai sensi dell’art. 5 comma 1 del D.P:R. 74/2013, autorizzando il funzionamento degli impianti stessi per un limite massimo di 7 ore giornaliere, nella fascia oraria dalle ore 5.00 alle ore 23.00, invitando la cittadinanza a limitare l’accensione nelle ore più fredde, ricordando l’obbligo di Legge di non superare la temperatura di 18°C+2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili e di 20°C +2°C di tolleranza per gli altri edifici“.
Un provvedimento necessario, nella speranza che dal 28 in poi si possa realmente tornare a parlare di caldo e che possa venir meno la necessità di ricorrere agli impianti di riscaldamento.
Na.Co.