Politica

Beppe Scaglioni con Bongiovanni:
"Torni l'Assessorato allo sport..."

Un campo da oratorio, spogliatoi sgangherati, calciatori troppo grandi per sembrare piccoli e troppo piccoli per rimanere impressi come grandi. Con un passato passato per sempre o con un futuro che non sarebbe stato mai, comunque fossero andate le cose. In mezzo ai ricordi, alcuni visi che non vanno via. C’é Giuseppe Daina, mai una partita senza una fragorosa risata, battuta sempre pronta, c’é Haji, il Mark Hatley di Santo Stefano, che meno sonno e più benzina aveva sulle spalle e più rendeva, il Coz, sabato sera ad animare discoteche e domenica mattina in campo, Stefano Prandini, il Kap, le ginocchia sempre malmesse di Renato Incerti, le geometrie di Tobi Kebir, i sette polmoni di Massimo – tirala – Mazzoli. C’é il Barone Andrea Bianchi, partito troppo in fretta – a 24 anni appena – per le panchine celesti del cielo. C’é Pipe Storti, altro gran cabarettista del rettangolo verde. E in mezzo a loro c’é lui. Giuseppe detto Beppe Scaglioni. Uomo di sport e di vita.

Solo un flash: una vecchia tuta della casalese, calzettoni alla caviglia, il tentativo estremo – lui e Incerti – di dare testa ad una squadra in cui la testa era qualche volta altrove. Qualche volta spesso. Mai scontroso con l’avversario, con una classe di un gradino superiore agli altri tutti. Sulla classe degli altri, fatta salva qualche eccezione alla regola, non commentiamo. Era un tempo diverso, a cavallo tra anni ’80 e ’90 di un altro secolo. Giuseppe Scaglioni era lì: l’emblema di uno sport davvero per tutti, a partire dagli allenamenti. Divertimento assicurato, impegno garantito, risultati meno.

Da quel calcio poi (e pure invero prima) Giuseppe Scaglioni un po’ di strada l’ha ed l’aveva fatta, con la Casalese, con il mai troppo rimpianto Carlo Sante Gardani e il Parma Calcio. Ma non siamo qui a scriverne le vicissitudini umane, il cielo ce ne scampi per i prossimi 50 anni almeno. Ce la sentivamo di iniziare così in maniera eterodossa, e chi vi spiega che i pezzi vanno sempre fatti all’inglese mente.

Giuseppe Scaglioni di anni adesso ne ha 55, e se il fisico non mente quasi mai, lo sguardo e la luce negli occhi, quando si parla di sport, é sempre quella. Consigliere con delega allo sport durante la prima amministrazione di Filippo Bongiovanni, uomo di dialogo e di ricerca di mediazione pur con radicati principi, dovrebbe essere tra quelli che se la vedranno con le altre liste.

… non c’é ancora niente di definitivo – ci conferma Giuseppe Scaglioni – ma ho parlato con Filippo dicendomi pronto alla sfida. Mi piacerebbe tornare a seguire lo sport, proseguire il lavoro che avevo iniziato che poi era stato quello di rendere maggiormente fruibili le strutture, di continuare a lavorare per il miglioramento dei rapporti tra le varie realtà sportive e tra sport e scuola. Di fare in modo che lo sport continui ad avere l’importante ruolo educativo che ha adesso. Abbiamo, ed abbiamo avuto, realtà sportive importanti a Casalmaggiore, ma per me lo sport inizia dai parchi. Per questo avevo iniziato e mi piacerebbe proseguire con il miglioranmento, anche dal punto di vista sportivo, delle aree verdi di città, delle frazioni e in prossimità. Un canestro, una rete da pallavolo, un tavolo da ping pongqualche attrezzo in ogni realtà. Puntare tutto sull’importanza del movimento a qualunque età. Lo sport, quello che intyendo io almeno per sport, inizia da lì…“.

Una disponibilità senza vincoli, ma con una richiesta importante… “Mi piacerebbe che lo sport tornasse in giunta, che da delega divenisse assessorato, magari collegandolo alle politiche giovanili o alla cultura. Sono e resto sempre più convinto che sport e cultura siano collegati e che debbano viaggiare per quanto possibile e quando possibile insieme. E questo me lo auguro a prescindere, che ci sia Filippo come spero o che sia qualcun altro. Con le realtà sportive che abbiamo a Casalmaggiore mi auguro che possa essere questa la strada. Lo sport é aggregazione, é mezzo di coesione sociale, mezzo di prevenzione del disagio giovanile, mezzo di crescita culturale. Abbiamo strutture importanti e altre ne avremo in futuro, a partire dal palazzetto che andrà gestito o cogestito tenendo a mente che non potrà e non dovrà essere solo un palazzetto dello sport, ma un luogo in cui portare avanti e per tutto l’anno anche altre iniziative che contribuiscano ad abbatterne i costi“.

E’ uomo saggio, uomo di parola Giuseppe Scaglioni. Lo é sempre stato. Un uomo che nasconde un eterno fanciullo ed un fanciullo in grado di guardare avanti ed oltre. “… Ci sono bellissime iniziative a Casalmaggiore che vanno solo rimesse in sesto e ripensate per un rilancio. Altre che andrebbero solo portate avanti: mi piacerebbe ad esempio lavorare su una festa dello sport con un gran galà che ricordi i personaggi che a loro modo hanno segnato lo sport locale, con iniziative come Amarcord, incontri con giornalisti e scrittori oltre che con sportivi. Iniziative mirate insomma. Io ci sono e resto a disposizione. Sento che si può fare ancora tanto, e che posso fare ancora tanto, per questo ho detto a Filippo di contare su di me…“.

Una tuta sgangherata, i calzettoni di un’altra divisa alle caviglie, l’entrata in campo ed i consigli ai compagni di squadra. Tra i tanti visi partiti per un altro dove, i tanti che ormai hanno intrapreso strade diverse e lontane dallo sport, quello di Beppe Scaglioni resiste indomito, dentro lo sport. Ed è uno sguardo – e un’anima la sua – che ha ancora dentro tutta l’energia per arrivare con convinzione dove si può. Il lavoro non gli é mai pesato.

Giuseppe é un raziocinante sognatore. Correrà – al destin piacendo – con Filippo Bongiovanni. E correrà se servirà non solo in senso figurato, come si suol dire sempre, ma per davvero. Questa é una certezza. Come il suo amore infinito per lo sport, tutto lo sport senza esclusione alcuna.

Na.Co.

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