Libri

Mauro Ferrari, Noi siamo erbacce
incanta (erbacce lo siamo davvero)

Siamo semi / Siamo tutti semi / Portatori di visioni parziali / Potenziali Germoglianti / Spandibili oltre confine… Provate a fermarci / È impossibile. (ah, sì, siamo anche s(C)emi, per come stiamo trattando il pianeta)

Giovedì scorso, presso il Circolo ArciBassa di Gussola, il professore Stefano Prandini ha aperto l’evento dedicato alla presentazione dell’ultimo libro del sociologo Mauro Ferrari Noi Siamo Erbacce, con la lettura di quella che definirei una sinossi poetica che si trova a pagina undici del testo.

Un libro che colpisce per la miriade di particolarità ed espedienti letterari e di ricerca intelligenti e inusitati, impiegati per trattare temi potenti che riguardano l’umanità intera: il vilipendio della natura, la complessità dei fenomeni migratori, la tendenza a rifiutare, se non addirittura ad estirpare, il diverso per arrivare a comprendere quanta poca differenza ci sia da come si tratta un’erba grama, uno scarafaggio o un umano ritenuto scomodo.

Un percorso che parte dalla metafora delle erbacce, considerate inutili e dannose, per aprire al lettore la visione di un mondo disgraziato e dimentico di quanto diverso equivalga a ricco e bello. Si tratta di un libro estremamente serio che sa correre su un tapis-roulant ludico al tempo stesso e che si avvale di quella che l’autore definisce “Botanica Sociale”, un metodo di studio che permette di leggere il legame tra società vegetale e società umana individuandone le connessioni.

Siamo semi e possiamo germogliare ovunque, senza confini così come “l’erba grama”, che pur falciata o diserbata, “la mör mai”, anzi, ricresce perché robusta, adattabile ed essenziale alla biodiversità, a dispetto di come la percepiamo. Più che un libro è un viaggio la cui stazione di partenza sono le erbacce e quella di arrivo un capolinea grigio e triste, fatto di individualismo, di distruzione di tutto ciò che non è funzionale al giochino di pochi dando origine a monoCOlture che vanno a braccetto con sterili monoCUlture.

Violentare la natura falciando tutto ciò che non è produttivo, utile e omogeneo equivale a un disegno di eliminazione (diserbo sociale) che ha il suo transfert sul mondo animale, vedi le nutrie, fino ad arrivare all’uomo, assoggettato a frontiere o a processi di disumanizzazione e/o eliminazione. La chiave di lettura, non ideologica bensì analitica e socio-scientifica, ci mostra come la fobia dell’erbaccia stia cancellando ciò che di più bello e sano esiste in natura: la diversità, il meticciato, il multicolore, i giardini caotici popolati da piante e fiori diversi, tutti con pari dignità, che sono la vera ricchezza dell’esistenza.

Ciò che non si coniuga con bramosi interessi viene diserbato a meno che, da qualche parte, non se ne colga un’utilità che raramente va a favore del bene comune. L’abilità di analisi dell’autore passa anche attraverso le vecchie feste di partito oggi sostituite dalle sagre, veri e propri anticorpi sociali al pericolo della solitudine, dell’isolamento, germogliano qua e là, proprio come le erbacce. Le sagre sono balsamo e alimentano la sana voglia di comunione e socialità per l’atmosfera rilassata che offrono, non competitiva, dove essere pronti e performanti non ha alcuna valenza.

Ferrari non dà suggerimenti bibliografici particolari, la botanica sociale aiuta già parecchio a comprendere certi fenomeni sociali, come il ritenere le migrazioni dei popoli, anziché motori dell’evoluzione, vere e proprie invasioni di esseri strani e infestanti da allontanare. In quest’ottica di analisi profonda e sconfinata c’è qualcos’altro di estremamente illuminante, i cartoni animati, nelle cui storie non manca mai quel personaggio, apparentemente inutile come il bradipo dell’Era Glaciale, “joint” però dell’intera storia senza il quale risulterebbe slegata, sfilacciata se non addirittura insensata.

Nominare Mauro Ferrari come sociologo, antropologo, docente universitario non è abbastanza, serve ascoltarlo mentre, con estrema chiarezza, spiega i suoi percorsi di analisi e ricerca, processi dialettici di hegeliana memoria, che approdano alla sintesi passando per tesi e antitesi di interesse estremo in quanto provenienti da una logica inusuale ma inconfutabile.

Questo libro è dedicato a coloro che colorano il mondo” (M. Ferrari)

– Un grazie sentito al circolo ArciBassa di Gussola e a Coop Lombardia – Comitato Soci di Cremona/Gussola Piadena, rispettivamente organizzatori e sostenitori dell’evento –

Giovanna Anversa

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