"Ciao Nanu". Piera Anversa e
un piccolo ricordo regalatoci
Prima il bar Commercio, poi la tabaccheria, la storia di Amedea (Piera) Anversa ha scandito la storia della città. Città che, soprattutto per chi ha superato i 50, da ieri mattina alle 8 é un poco più vuota, e triste. Tantissimi i messaggi di cordoglio ricevuti dalla famiglia Buzzi, dai figli Stefano e Silvio e dalla nuora Daniela.
Tanti quelli lasciati sui social: ciao Nanu, era il messaggio con cui salutava le persone più giovani, spesso chiedendo di familiari e persone conosciute, mostrando a tutti un interesse non comune, e sempre con la stessa dolcezza. Ciao Nanu, un vezzeggiativo che mancherà ancor di più adesso.
Tra i tanti ricordi emersi ieri, ne prendiamo uno legato a tanto tempo fa. “Quando persone come la Piera se ne vanno se ne va un pezzo di storia, un pezzo di noi. Io la ricordo in tabaccheria quando bambina andavo a comprare le nazionali per i miei genitori e rimaneva un soldino per me, per le giggiole.
È ancora viva l’immagine di quelle scatole rotonde trasparenti, scrigni di colori e profumi meravigliosi: le fragole rosse, le banane gialle, le collane fatte di confettini di zucchero tutti colorati, le stringhe, le rotelle e i bastoncini di liquirizia.
“Ciao nanu stala ben la mama? È an po’ ca la vödi mia!” Erano spesso le sue parole, entrava tantissima gente al minuto in quella tabaccheria, e lei parlava con tutti, sorrideva a tutti, e qualche volta, se qualcuno era un po’ maleducato o invadente, storceva un po’ il naso ma rimaneva nel suo ruolo gentile ed educata.
Ci fu un anno che esplose tra noi bambini la moda di un giochino: due palline attaccate ad un filo e ad un anello che si dovevano sbattere in modo da far fare loro il giro completo. Fu un gioco che durò un’estate e la Piera le vendeva: “Varda cun cli balini Ke, l’è na roba bröta, i püten i ven mat!”
Erano altri tempi, più gioiosi, più naturali, più semplici e la socialità era questa, entrare nello stesso negozio tutti i giorni e avere dietro al banco una persona che conosceva il paese intero e che per tutto il giorno non si stancava di avere per tutti un sorriso e una parola.
La Piera è un altro anello di una catena che piano piano va a chiudersi nel cerchio di un tempo che non è più. Ogni era ha la sua gente e quando le persone anziane ci lasciano portano con sé la nostra infanzia la nostra giovinezza, la nostra spensieratezza, lasciandoci immersi nella malinconia e nei bei ricordi.
Piera oggi mi lascia così malinconica e triste come lo è oggi il cielo, mi lascia nei miei pensieri che corrono indietro, agli anni più belli, quelli dell’infanzia e dell’adolescenza. Vola Piera, dove vai sono tanti ad aspettarti“.
Nazzareno Condina