Spumetta di Guido Rubini, piccola
perla scalda cuore in biblioteca
Se c’è qualcosa che vorremmo cambiare in un bambino, dovremmo prima esaminarla e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi. (Carl Gustav Jung)
Partecipazione e tanta commozione per grandi e piccini, un pubblico copioso per un uomo speciale, un artista poliedrico ma soprattutto un maestro, Guido Rubini, che sabato mattina in biblioteca Mortara ha presentato il suo libro per bambini Spumetta. Dopo i ringraziamenti di Santina Maldotti, ad affiancarlo Massimo Bondioli, amico di una vita, anch’egli maestro, non ché scrittore e biografo di Mario Lodi. Per Guido, abituato a muoversi nella pittura, nella scultura, nella recitazione, nelle riprese video ed egregiamente nella musica, realizzare uno scritto è invece una prima volta. Non ha nascosto l’emozione e non ha evitato di mettersi a nudo davanti ai suoi bambini, seduti nelle prime file silenziosi e attenti, del resto, per un animo sensibile, non poteva che essere così. La nuvola Spumetta nasce nel cuore e nella penna del maestro più di dieci anni fa, spedisce il file ad una casa editrice che, pur facendogli i complimenti, non lo pubblica in quanto non tratta storie per bambini, così Spumetta viene messa nel famigerato cassetto. Dopo alcuni anni, il cassetto però si riapre e Spumetta vola per essere letta, con egregia prefazione dell’amico Massimo che scrive:
” l’artista poliedrico Guido Rubini, alla sua prima prova come scrittore, dimostra di avere un’idea assai lontana da quella del bambino-bambolo, senza problemi, né ragionamenti, creatura da sollazzare con le più sciocche parole, come aveva fatto notare un altro maestro, Mario Lodi, nel lontano 1962”
In effetti Guido, eludendo abilmente il rischio di essere banale o didascalico, ne fa una fiaba che mantiene sì il linguaggio dei contrapposti dal forte valore simbolico, caldo/freddo – buio/luce – male/bene ma è priva di inflessioni e termini i melensi. E’ un racconto denso di significati e spunti di riflessione per grandi e piccini pur non avendo la pretesa di insegnare nulla, un racconto alla Rodari che par non dica niente dicendo invece tutto.
La spinta principale gli viene dalla preoccupazione che nutre per il misero destino che da tempo affligge la natura. Per Guido la natura è tutto e sta alla base di tutto, soffre e si preoccupa del suo stato di salute, del rapporto ormai logoro e sfilacciato con un uomo divenuto arido, che via via la distrugge, preso com’è ad inseguire priorità di cartapesta, cosicché che Spumetta diventa un mezzo di osservazione, di pensiero, di pausa. Dove andiamo sempre di fretta? Dove corriamo? Per quale meta ci affanniamo ogni giorno tanto da non riuscire più sorprenderci nemmeno davanti all’arcobaleno, o da infastidirci della magia della neve o della musica della pioggia? Cosa siamo diventati noi, che per comodità fatte di cemento e gas di scarico, di schermi ipnotici e facili guadagni non vediamo più nemmeno i colori dei fiori? Solo i bambini riescono ancora a provare meraviglia ed emozione davanti alle manifestazioni della natura, ad avere ancora il cuore puro e i nervi sufficientemente scoperti per percepire la bellezza del passare delle stagioni, il susseguirsi di alba e tramonto, lo sbocciare dei fiori, il maturare dei frutti, solo i bambini vivono l’euforia di correre sotto la pioggia, di saltare nelle pozzanghere o di mettere le mani nella terra.
“Un maestro ha la fortuna e il privilegio di vivere a stretto contatto coi bambini, ciò che insegno è niente rispetto a quello che imparo stando con loro, come essere contento senza che ce ne sia necessariamente motivo. Non provano fastidio se piove o se nevica loro, anzi vogliono uscire e goderne. Hanno tante cose da dire i bambini e una naturale apertura ai sentimenti, alle emozioni, alla meraviglia; bisogna ascoltarli, lasciarli parlare, esprimere, disegnare, correre e sporcarsi, bisogna lasciarli gioire e assolutamente mai reprimerli” (G.Rubini)
Un’altra particolarità di questo piccolo ma prezioso libro è che le illustrazioni sono anch’esse dell’autore, cosa assolutamente insolita. Le opere sono tavole, olio su tela fatte col pennello, nessun colore pastello o sfumatura tipiche delle illustrazioni delle fiabe, nessuna grafica digitale bensì colori forti e pennellate decise, che rendono il tutto ancora più vero, come la sorridente nuvoletta di copertina realizzata invece dalla figlia Desirée.
Maestro d’altri tempi, autorevole e comprensivo, semplice e diretto, vero, innamorato del suo mestiere, ha formato generazioni di bambini che con lui hanno avuto la fortuna di esprimersi, di sperimentare e alimentare il sogno e la fantasia, di sentirsi liberi, importanti, ascoltati, guidati, accettati e protetti. E i suoi bambini sabato si sono messi in fila per avere il libro autografato, mentre qualcun altro, ormai cresciuto, stava a guardare con gli occhi lucidi.
Giovanna Anversa