Chiesa

Don Primo Mazzolari, la memoria è
viva. Bozzolo, 65imo con 2 Vescovi

Il 12 aprile del ‘59 si spegneva don Primo Mazzolari. Per ricordare il 65esimo della morte a Bozzolo è stata celebrata una Santa Messa domenica pomeriggio alle 17 con la presenza del Vescovo della Diocesi cremonese Mons Antonio Napolioni con Mons Enrico Trevisi, vescovo di Trieste.

In sacrestia il prelato è stato circondato da numerosi conoscenti e parenti essendo nato ad Asola e avendo professato nel cremonese per diversi anni prima di ricevere l’importante nomina triestina.

All’inizio delle celebrazioni il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio sul sagrato della chiesa ha portato il saluto dell’amministrazione, ricordando la coincidenza con il suo ingresso alla Camera dei Deputati nel 1987 con la nomina di don Enrico a sacerdote nello stesso anno.

Mi commuove la circostanza di un percorso formativo e educativo che lo ha portato anche nella presenza universitaria romana a raccogliere il senso più autentico e diretto del messaggio di don Primo Mazzolari, la tromba dello Spirito Santo in terra padana e nello stesso tempo la mancanza di neutralità o meglio l’attenzione sostanziale a quell’importante palestra formativa dei giovani laici nella società civile: una vera e propria scuola che ha regalato al territorio energie e risorse per un impegno diretto nella vita politica e sociale. Quale modo migliore per inverare gli insegnamenti di don Primo soprattutto oggi di fronte al richiamo profondo del Tu non uccidere con un’aria ed una economia che spingono ala guerra? Ai nostri illustri ospiti – ha concluso Torchio – una confidenza che forse raccoglie la sensibilità di ognuno. Per l’anno del Giubileo che si avvicina, punge vaghezza che il segno forte e chiaro di don Primo sui temi attualissimi possa trovare il riconoscimento che attendiamo”.

Il vescovo Trevisi durante l’omelia ha espresso forti critiche sulla spinta generale agli armamenti: “L’Italia, così come la Germania puntano molto sulla produzione di armi e nessuno che proponga di tassare i loro super guadagni così come era stato proposto per le Banche. Sicuramente don Primo non sarebbe stato zitto su questa importante e contraddittoria questione. Al termine delle celebrazione eucaristica, a cui hanno presenziato una ventina di sacerdoti del territorio, c’è stata la recita della preghiera davanti alla tomba di don Primo. Poi tutti i religiosi, con qualche presenza laica, sono stati invitati dal parroco don Luigi Pisani nella sala cucina parrocchiale per una sobria conviviale con anolini, arrosto e macedonia.

Ros Pis

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