Chiesa

Calvario di Girolamo Magnani: a
Zibello urgono fondi per restauro

Fino alla sera del Venerdì Santo, nella chiesa parrocchiale di Zibello, dedicata ai santi Gervasio e Protasio, è possibile ammirare una magnifica opera del celebre pittore, scenografo ed ornatista fidentino Girolamo Magnani, di cui ricorre per altro il 135esimo della morte (con la speranza che, prima o poi, magari entro la fine dell’anno, si provveda a celebrarlo).

L’opera in questione è Il Calvario, gigantesca tela che rischia purtroppo di andare perduta se non si interverrà, quanto prima, per un suo restauro. La parrocchiale di Zibello è, per altro, scrigno di importanti opere del Magnani, che dipinse interamente, a chiaroscuro, anche la cappella del battistero realizzandovi pure l’affresco che riproduce Il battesimo di Nostro Signore.

Cappella restaurata e tornata al suo antico ed originario splendore, alcuni anni fa, grazie all’impegno dell’associazione per il Servizio alle chiese dei santi Gervasio e Protasio con il patrocinio di ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Soprintendenza per l’archeologia le belle arti e il paesaggio di Parma e Piacenza, Diocesi di Fidenza e Comune di Polesine Zibello.

Il Calvario è una grande tela che occupa tutto lo spazio del presbiterio e resta esposta per il solo periodo quaresimale. Da un paio d’anni, viste le sue precarie condizioni, non veniva esposto. Quest’anno è tornato ad abbellire l’altare maggiore e si tratta quindi di una importante occasione per tutti coloro che desiderano conoscere meglio le opere del celebre pittore fidentino al quale è per altro dedicato, doveroso ricordarlo, il teatro municipale di Fidenza. Città nella quale è nato nel 1815 mentre è morto a Parma il 24 settembre 1889. Doveroso ricordare che a Parma, anche su incarico del celebre incisore Paolo Toschi, decorò il soffitto della Pinacoteca e questo gli assicurò fama e successo.

Dipinse anche alcune scene per il Teatro Regio, fu professore dell’Accademia di Belle Arti e si occupò del restauro del teatro Ducale. Nel 1857 fu o giace, genuflesso, San Protasio, che sta anch’egli per ricevere il martirio. Un dipinto di notevole forza espressiva impreziosito da una cristallina intensità delle zone di colore prove di velature e accostate le une alle altre in un sapiente gioco di giustapposizioni che accresce il vivace splendore di ogni tinta. L’opera reca distintamente la firma “Julius Calvus dictus Coronarius Cremonensis F. MDLXXXVI”. Dello stesso pittore rinascimentale, nella medesima chiesa, si conserva anche un altro olio su tela, sempre del 1586, che raffigura “Gli apostoli Giacomo e Filippo”.

A proposito di artisti cremonesi, da evidenziare anche la cappella della Madonna di Fatima (oggi dedicata però al Sacro Cuore) decorata di vetrate a fuoco eseguite da Giuseppe Moroni (Cremona 1888 – Roma 1959) nelle quali sono impresse le figure della Vergine con i tre pastorelli e due angeli. La vicina cappella del Crocifisso fu invece eretta, a spese dei fedeli, tra il luglio 1859 e l’agosto 1860 su disegno dell’ingegnere P.Luigi Montecchini di Cremona e l’altare fu consacrato il 27 ottobre 1860 dal vescovo cremonese monsignor Antonio Novasconi.

Eremita del Po, Paolo Panni

 

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