Novellara, oggi l’ultimo
saluto a Saman Abbas
A Novellara, provincia di Reggio Emilia, è stato il giorno dell’ultimo saluto a Saman Abbas, la 18enne pachistana che sui social si definiva una “italian girl”, uccisa il 30 aprile del 2021 dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio forzato. I funerali si sono svolti con rito islamico officiato dal presidente delle comunità islamiche italiane Yassine Lafram, come chiesto dal fratello della ragazza. Proprio per tutelare il giovane che ha trascinato in Tribunale i parenti facendoli condannare, le esequie sono avvenute lontano dai riflettori. Questa sera il Comune di Novellara (che ha proclamato il lutto cittadino) ha promosso una fiaccolata aperta al pubblico che prevede anche un momento di preghiera con tutti i rappresentanti delle fedi cattolica, islamica, sikh, indù e ortodossa della comunità, e la posa nella piazza del paese di un grande ritratto di Saman, composto da foto più piccole di donne reggiane.
IL FRATELLO DI SAMAN: “ERI FORTE E CORAGGIOSA”
“Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte“. Sono le parole che Alì Haider, fratello di Saman Abbas, ha chiesto che vengano incise su una stele da collocare a fianco della tomba della sorella nel cimitero di Novellara. Per il presidente dell’Ucoii Yassine Lafram, che ha officiato le esequie con rito islamico, “il fratello minore di Saman è molto provato. Lo si vedeva anche oggi molto emozionato e molto commosso. Alì non è riuscito a parlare ed esprimersi ma partecipato attivamente al funerale”. In particolare, “gli ho chiesto di posare un po’ di terra sulla bara di Saman e lui lo ha fatto usando una pala. L’ho fatto anche per aiutarlo a dare l’ultimo saluto alla sorella però va ancora sostenuto perché sicuramente sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua vita“. Al ragazzo ora maggiorenne i suoi ex compagni di scuola hanno donato un cuore di carta, accompagnato da una lettera in cui manifestano “stima per la scelta di libertà e giustizia che ha unito te e tua sorella Saman”.
LAFRAM: “SUO FUNERALE MESSAGGIO A CHI PENSA CHE RELIGIONE LE FU NEMICA”
“Saman è stata uccisa da chi doveva proteggerla. Noi come comunità islamica abbiamo sentito il dovere di accompagnarla per quest’ultimo saluto insieme a suo fratello. Abbiamo celebrato il rito funebre islamico come si fa di solito per tutti i defunti musulmani proprio per dire che Saman da viva e da morta è parte integrante della comunità islamica. Non l’abbiamo rinnegata da viva e non la rinneghiamo da morta”. Lo dice Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) che ha officiato oggi a Novellara, come imam, il funerale di Saman Abass.
Per Lafram “il funerale celebrato alla presenza anche di numerosi rappresentanti delle comunità islamiche è stato importante per lanciare un segnale a chi pensa che la religione sia stata il nemico numero uno di Saman”. A questo proposito “noi, come Ucoii, ci siamo costituiti parte civile nel processo e siamo stati riconosciuti come parte civile, proprio per rimarcare senza se e senza ma quella che è la nostra posizione”, continua l’imam. Che precisa: “Noi siamo dalla parte della vittima e non di quella del carnefice e dalla parte di Saman che ha subito una barbarie indicibile e come comunità volevamo assolutamente essere in prima linea per dire che siamo dalla parte delle donne che hanno tutto il diritto di scegliere liberamente il loro destino”.
È stata “una giornata molto intensa anche se erano già alcuni anni che aspettavamo questo momento. Penso sia stato un momento importante di raccoglimento per tutta la comunità e anche per il fratello di Saman”, aggiunge il sindaco di Novellara Elena Carletti. “Noi oltre alla cittadinanza onoraria, che è un atto simbolico, abbiamo istituito un fondo, che è a tutti gli effetti un capitolo di bilancio, dedicato al contrasto della violenza e al supporto di queste ragazze perché ce ne sono ancora. Il tema è aperto la sfida è aperta e dobbiamo attrezzarci per affrontarla”.
Il pensiero, conclude la prima cittadina, “va oggi al fratello di Saman che ha sicuramente davanti un percorso non semplice ma Novellara ci sarà e la piccola comunità che si è radunata oggi a fianco a lui lo sosterrà”, conclude Carletti.
IL DRAMMA DI SAMAN, UCCISA DALLA FAMIGLIA
Di Saman non si hanno più notizie il primo maggio del 2021, lo stesso giorno in cui i genitori si imbarcano per il Pakistan da Malpensa. Il padre Shabbar ha fatto ritorno in Italia, in manette, a fine agosto 2023 dopo l’estradizione concessa dalle autorità asiatiche. La madre è ancora ricercata. Fuggono anche lo zio e due cugini di Saman, trasformando l’indagine sulla scomparsa dell’adolescente in un’inchiesta ufficiale per omicidio. Tra il maggio del 2021 e il febbraio 2022 i Carabinieri reggiani, grazie alla collaborazione europea dei colleghi francesi e spagnoli, rintracciano lo zio e i cugini della ragazza. Per gli inquirenti c’è il movente e ci sono i colpevoli, ma manca il corpo di Saman (uccisa per soffocamento secondo l’autopsia) che viene ritrovato solo il 17 novembre 2022 sotto un metro e mezzo di terra, in un casolare abbandonato a 700 metri da casa. Ad indicare dove scavare è lo stesso zio considerato l’esecutore materiale del delitto. Il processo contro la famiglia è iniziato a febbraio del 2023 e si è concluso a dicembre dell’anno scorso con la condanna all’ergastolo per i genitori, a 14 anni per lo zio e con l’assoluzione per i cugini. Le motivazioni della sentenza di primo grado sono attese a maggio.
agenzia Dire