Cronaca

Viadana, si è spento a 94 anni
l'ex mediatore Romano Ghidorzi

Lo avevamo lasciato 100 giorni dopo l’ingresso in ospedale. Era la primavera 2020, il Covid aveva colpito duro tutta la comunità. Nessun paese ne era rimasto immune. Lui, Romano Ghidorzi da Viadana, aveva combattuto e vinto quella battaglia. Era entrato in Oglio Po il 10 marzo del 2020. La diagnosi, a 91 anni, non era stata delle più rassicuranti. Positivo al Covid, con polmonite bilaterale. Da Oglio Po era stato poi ricoverato al Maggiore e fatto ingresso nelle tende dei Samaritani, gli americani giunti in aiuto di ASST Cremona in tempi difficilissimi. A chi gli chiedeva di quella esperienza, ricordava che proprio i Samaritani lo avevano curato – come tutti gli altri e con qualcosa in più degli altri – come fosse stato un padre.

Aveva lasciato poi la tenda a pazienti in condizioni peggiori di lui per andare al San Camillo, dove poi terminata la convalescenza 100 giorni dopo, era tornato a casa. A 91 anni, con il fisico provato ma lo spirito di sempre. Aveva espresso, nei giorni più duri, la volontà di rivedere e riabbracciare i figli Graziella, Luca, Orazio e Matteo  tutti coloro a cui voleva bene. La vita, ci aveva detto, gli aveva già datto tanto ma desiderava infinitamente quell’abbraccio e quegli abbracci che poi ci sono stati.

La malattia, la prolungata sofferenza e l’assenza lo avevano segnato, ma non abbastanza da farlo desistere dalla lotta. E lui, nella vita, una persona forte la era sempre stata.

Romano Ghidorzi, ex mediatore, volto noto a Viadana come a Casalmaggiore dove era – sino a che la salute glielo ha consentito, assiduo frequentatore del Santuario della Madonna della Fontana, si è spento all’età di 94 anni. A darne l’annuncio la moglie Eva, i figli, le nuore Antonella e Patrizia, i nipoti Fabrizio e Paolo, il fratello Marino, i parenti e gli amici tutti. I funerali si svolgeranno a Viadana – a cura dell’impresa funebre dei Fratelli Roffia – domani, giovedì 14 alle 15, partendo dalla Casa Funeraria di via San Francesco 34 sino alla Chiesa di San Pietro. Da lì, e dopo il rito, la salma verrà tumulata nel cimitero di Viadana. I familiari ringraziano tutti coloro che ne onoreranno la memoria. Questa sera, alle 19, nella Casa funeraria Roffia verrà recitato in sua memoria il Rosario.

Na.Co.

 

 

 

“Sono sulla strada buona, adesso sto bene”. Romano Ghidorzi, 91 anni tra poco più di una decina di giorni, ex mediatore, volto noto non solo a Viadana ma in tutti i comuni limitrofi (e pure a Casalmaggiore dove è assiduo amico del Santuario della Fontana), adesso sta bene. 100 giorni dopo quel ricovero, cento giorni dopo l’inizio della lotta contro il virus. Ce l’ha fatta, tra qualche giorno sarà a casa e potrà riabbracciare i suoi figli, Luca, Matteo e Orazio che lo attendono. “Si, li sento tutti i giorni – ci conferma Romano dalla camera del San Camillo dove sta terminando la convalescenza – ed ho voglia di rivederli”.

Si commuove Romano, ripensando a quello che ha vissuto. Capiamo subito che è meglio lasciarlo nella sua quiete della convalescenza. Avevamo tante domande da fargli ma non sempre è necessario portare a termine un’intervista. Riusciamo appena a farci dire degli Americani, e inizia a piangere. “Sono stati bravissimi con me – ci dice – mi hanno trattato benissimo. Sono stati tutti buoni, mi hanno curato”. I Samaritani lo hanno davvero trattato come un papà, lo hanno coccolato e seguito nel lento recupero. “Sono i migliori…”.

Gli ospedali Romano li ha visti tutti. Oglio Po, Cremona, le tende dei Samaritani americani ed adesso il San Camillo. “E’ entrato al San Camillo ancora positivo – ci racconta il figlio Orazio – per fare due settimane di riabilitazione e recuperare il tono muscolare dopo tre mesi di ospedale”. Romano era entrato in ospedale il 10 marzo, quando il virus lo aveva messo a terra. Subito gli era stata diagnosticata la positività e la polmonite bilaterale. Ossigeno, e tutto il resto. Ha combattuto – per ovvi motivi – per tre mesi da solo ma alla fine ce l’ha fatta. Sono stati mesi difficili “Soprattutto all’inizio – prosegue Orazio – perché mio padre è stato veramente male, e non potevamo vederlo. Adesso ha il suo telefono, lo chiamano in tanti per sapere come sta. L’altro giorno lo hanno chiamato anche i frati della Fontana. Ha davvero tanti amici

“Ho voluto che si sapesse della sua storia perché quella contro il coronavirus è una battaglia che si può anche vincere, e volevamo si sapesse. Quello che so è che mio padre è stato curato ed è stato seguito da tutti, medici ed infermieri, al meglio nonostante tutte le difficoltà, e alla fine tra qualche giorno tornerà a casa”. 100 giorni dopo quel saluto frettoloso ed improvviso, 100 giorni dopo con giorni in cui Romano è stato vicino davvero alla morte. Ha vinto lui. Ha mediato, con l’aiuto di chi lo ha seguito, con una forza molto più grande, portando a casa il contratto, e la vita.

“Ho già visto tanto – sono le ultime parole che ci ha detto Romano questa mattina, prima che lo salutassimo dopo pochi minuti dalla telefonata per non emozionarlo ulteriormente – e avuto tanto dalla vita. Però ho voglia di rivedere i miei figli”. Non saranno gli unici che rivedrà. Tanta gente lo sta aspettando. Bentornato Romano. E’ solo questione di giorni ormai e presto li potrai tutti riabbracciare.

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