Cronaca

Piena ordinaria passata: qualche
piccolo danno (a cui porre rimedio)

Una nuova piena ordinaria del Grande fiume, la seconda in meno di una settimana, ha interessato, e sta interessando, i nostri territori, tra Cremonese, Casalasco e Parmense.

Nulla di straordinario; chi è nato, ha vissuto e vive sulle rive del Po ha visto piene ben maggiori. Tuttavia, due “pienette” in meno di una settimana, allo stato attuale, non possono che fare notizia visto che da diversi anni il Po non superava lo zero idrometrico e ci aveva tutti abituati a far parlare, e scrivere, più per le magre che non per le piene.

Se da una parte è vero che la natura mette sempre tutto al suo posto, è altrettanto vero che quanto accaduto con la siccità storica di questi ultimi anni non solo non va dimenticato ma, soprattutto, deve servire di lezione per le scelte immediate e anche per quelle prossime che si andranno a compiere.

Pensare che i problemi siano risolti sarebbe un errore madornale, da non commettere. Perché “Madre Natura” aiuta, ma sa anche “punire” se si fanno scelte errate o se non si dà il giusto peso ai cambiamenti e alle situazioni in corso. Nel frattempo, giusto per stare sull’attuale, ecco che i “saliscendi” del Grande fiume, qualche effetto lo hanno già provocato. Sia sulla sponda Parmense che su quella Cremonese, in più punti, si sono formate vistose erosioni spondali, andate in qualche caso anche a lambire la storica via Alzaia. Sulla sponda emiliana, tra Pieveottoville e il ponte “Verdi” il Po già in occasione della piena di novembre si era portato via un pezzo di via Alzaia creando una profonda voragine.

Il danno non era mai stato sistemato (qualcosa di cui stupirsi?) ed il fiume ha peggiorato la situazione in questi giorni. Situazione che ha favorito i vasti allagamenti che si possono osservare nelle campagne sottostanti il “Verdi”.

A proposito del ponte, quel grande “malato” che da anni presenta problemi strutturali, ecco che i “saliscendi” del Grande fiume di questi giorni hanno portato ad accumulare, a ridosso delle campate in alveo, un importante quantitativo di detriti e legnami che, complice la piena, creano ulteriore pressione ad un viadotto che, già di suo, non è in buona salute.

A questo punto c’è solo da auspicare che, tutti gli Enti competenti, dell’una e dell’altra riva, possano verificare quanto prima tutte le situazioni segnalate al fine, soprattutto, di garantire la sicurezza di tutti, sia di coloro che transitano sul ponte, sia di coloro che, praticando sport all’aria aperta ed escursioni, desiderano percorrere, a piedi, in bici o a cavallo, la via Alzaia senza correre rischi.

Eremita del Po, Paolo Panni

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