Daniela Bellini, il dado è tratto:
una donna a servizio della città
Dopo pioggia e vento, si spezzano le nuvole in un tramonto intenso, in un rassicurante sole che fa capolino prima della notte. E’ il tutto, intenso ed emotivamente spiazzante dell’incedere delle ore, dell’imprevidibilità del tempo e delle cose. Non resta che prenderne atto.
Un incipit strano per un articolo. Ma non poteva essere strano, e diverso dalla routine abitudinaria di chi si occupa di politica da sempre all’interno dei partiti o dei movimenti di riferimento, la decisione di scendere in campo di Daniela Bellini. Lei è pioggia, vento e tempesta, pallido sole e estate intensa, nuvole, eterno movimento. E questo nella vita perché poi della sua discesa in campo e di quel che sarà domani – se nel palazzo dei bottoni o meno – ci interessa sino lì.
Daniela Bellini, 58 anni, è uno spirito libero da sempre, poco incline a lacci e vincoli. Non è manipolabile né controllabile. Non si lascia abbindolare da qualche tiepida promessa. Fa quello che sente, per come lo sente. Per questo i partiti le sono sempre stati lontano. Lo ha sempre fatto, in silenzio e se non fosse per qualche personaggio squinternato come lei incontrato sulla strada, e degli ultimi tempi in cui soprattutto in campo lavorativo utilizza spesso i social, non se ne sarebbe saputo nulla. Le sue scelte sono da sempre orientate al sociale. E al mondo animale. E quelle che riguardano l’aiuto alle persone, votate al silenzio.
“Il mio interesse sono tutte quelle persone che hanno bisogno di aiuto. Sono quelli che non ce la fanno da soli, che sono ai margini. Dai ragazzi che non riescono a trovare un loro spazio agli anziani, da chi ha difficoltà anche a muoversi a chi per qualche ragione viene escluso. Mi piace confrontarmi con i ragazzi, col mondo del lavoro, quello della cultura e della bellezza. La bellezza… a volte giro per la città, e mi rattristo. Casalmaggiore ha grandissime possibilità, ha grandi spazi di sviluppo creativo, sociale ma è stata lasciata andare. Io il mio sono disposta come sempre a mettercelo, e sino in fondo. Penso a tanti momenti di profondo cambiamento. Penso a corsi, incontri, laboratori, in cui ci si incontra, ci si confronta. A spazi davvero aperti a tutti, a spazi dove ascoltare le persone. A iniziative. In cui ognuno insegna all’altro l’immenso tesoro che si porta dietro, e dentro. In cui tutti quelli che vogliono mettono a diposizione il proprio tempo per gli altri. Ho conosciuto, in tutti questi anni, davvero tante persone con doti enormi, con immense capacità di fare cose, di essere. Persone che avrebbero avuto e hanno tante cose da dare. Nessuno lì ha mai ascoltati“.
Nessuno è una parola grossa: Daniela lo ha fatto e lo fa da sempre. Si commuove spesso mentre parla, e ancor di più mentre ascolta. E’ tempesta anche dal punto di vista emotivo. Una tempesta però di quelle che non fanno male. Di quelle che sono solo il segno di una ipersensibilità che uno ha. O non ha. A lei sensibilità (e personalità) di certo non mancano…
A volte la incroci per strada, è quasi sempre di fretta, quasi sempre in viaggio, quasi sempre alla prossima tappa. O, quando c’è, e si ferma un poco, è al tabacchi in piazza dove ci trovi il marito Stefano, il cognato Silvio e il figlio Alessandro. Nessuno l’ha mai fermata in altro modo, nessuno è mai riuscito a farla arretrare. Ha aiutato ragazzi a trovare lavoro, è stata editrice, si occupa di moda, le piace la cratività, ha sempre messo risorse proprie in quello che fa. E’ andata lei stessa a mediare, la faccia ce la mette sempre, e senza problemi.
Da mesi sta pensando a come cercare di dare assiduità – e formalità – ad un lavoro che fa da tempo. Fare in modo che quell’aiuto diventi base per una politica locale che – secondo lei – ha da tempo perso questa caratteristica. “Voglio lavorare per l’inclusione, per fare in modo che chiunque abbia la possibilità di essere ascoltato“. Qualcuno l’ha ascoltata. Se il cerchio si chiude (e si sta chiudendo) avrà modo di lavorare insieme a Luciano Toscani e alla lista civica che l’ex sindaco di Casalmaggiore prima dell’era Silla. In maniera formale se Toscani riuscirà nell’impresa di tornare a sedere nell’ufficio di piazza Garibaldi: “Ho esposto quello che voglio fare: a partire dalle persone svantaggiate, sino ad arrivare ad ambiente pubblico, iniziative concrete e animali. Questi sono i miei ambiti. Non mi accontento di promesse, sono una persona che cerca cocretezza ovunque e mi è sembrato di essere con la persona giusta, nel posto giusto. La città ha bisogno di un cambiamento radicale, perché é rimasta ferma per tanto, troppo tempo. Ho progetti, ma come sempre, la prima cosa che farò è ascoltare, è cercare di favorire in questa realtà, il benessere di tutti. Ci sono in giro ragazzi che hanno grandi idee, e grandi sogni, altri che non riescono neppure a trovare lavoro. E poi ci sono persone in grado di insegnare qualcosa. Non ho preclusioni nei confronti di nessuno, chi mi conosce sa che sono quella che si vede, quella che cerca sempre di risolverli i problemi e mi è difficile dire no. Ho ricevuto tanti no in questi anni, ma non mi sono fermata mai. E non accetterò, come non ho mai accettato, di essere inquadrata in qualcosa. O di essere presa in giro. I rapporti hanno bisogno di fiducia, di persone che credono in te come tu credi in loro, di soggetti che possano darti fiducia, così come la fiducia la dai tu a loro…“.
A gennaio aveva preannunciato l’intenzione di procedere con una propria lista. Era una intenzione. Da gennaio a ieri qualcosa è cambiato. Molti i messaggi lanciati in questi mesi. Tanti quelli lasciati cadere. Lei però è una testa dura. Anzi, durissima.
Sarebbe bastato conoscerla un poco. Per sapere che non parla mai per dar fiato alla bocca. Questo il testo di uno (dei tanti) suoi manifesti programmatici. Lei stessa dice di non essere una di quelle persone che si occupano di politica (politica intesa come impegno nei partiti): “Come faccio a convincervi che ci meritiamo di più? Come faccio a convincervi che ci meritiamo di meglio? Come faccio a farvi credere che ci può essere qualcosa di migliore? Dove mi giro mi giro, ed è una cosa che dico speso, trovo del brutto, trovo un paese che è alle soglie del nulla e vorrei venire in tutte le frazioni, in tutti i paesi, a convicervi che noi ci meritiamo, e tutti, una vita migliore. E quando si parla di una vta migliore si parla anche di un posto migliore, di un ambente migliore, perché se noi siamo in mezzo al bello – e non parlo solo esteticamente – ma in mezzo al bello inteso come belle proposte, a qualcosa di positivo, a qualcosa di laborioso, quando vediamo che c’è qualcuno che fa tanto per noi, capiamo che ci si può credere. Il mio non è un discorso politico perchè io non so fare politca. Io sono una madre, un moglie, una nonna, una donna, una commerciante. Una che fa mercati, una che vende vintage, una che ama il bello, ama la moda, ama l’arredamento, ama un mazzo di fiori, se i fiori sono vivi, amo la vita. Non so come andrà a finire questo proposito di cambiare, ma se fosse, vengo da voi, ad uno ad uno, e ce la raccontiamo”
Alla fine qualche incontro c’è stato. L’ultimo dicevamo con Luciano Toscani che già in settimana potrebbe sciogliere la riserva sulla sua discesa in campo. “Già da oggi comincerò a lavorare fortemente su questa strada. E ho tutta l’intenzione di esserci. Sì, si parte. Nei prossimi giorni ci incontreremo ancora, e definiremo il tutto” ci dice Daniela.
Le nuvole sono terminate. Forse torneranno dal nord nei prossimi tempi. Ma ci saranno fiori, ci saranno progetti, ci saranno persone come Daniela pronte a mettersi in campo (e ci saranno in ogni lista, li sentiremo). E ci sarà Daniela Bellini: aria, acqua, fuoco e tempesta. sole, vento, fiori di campo e bonaccia (poca). Ci sarà a prescindere: perché questo è il suo spirito, ed è quello che più ci rincuora. Quello di una donna che non si arrende mai, di una guerriera senza lance ne spade ma solo convinta che bellezza, armonia, sviluppo, lavoro, cura degli animali e delle persone, amicizia, ascolto, empatia, si possano scoprire e mettere in campo, anche nelle piccole cose quotidiane. Salvare il mondo? Quantomeno quello che ci circonda. Utopia? Provate a convincerla che passo dopo passo non si possa provare a cambiare le cose, a fare. Daniela cercherà di fare a prescindere. Con i suoi colori, le sue note e il suo coraggio.
Na.Co.