Cronaca

Caracci, 8 marzo speciale. Luigi
Fava e amici: la musica dell'anima

Realizzato il tradizionale appuntamento socio / culturale nella mattinata di Venerdì 8 Marzo, in favore degli ospiti / residenti, per celebrare la festa della donna ricordando l’origine storica dell’evento e la sua trasformazione nel tempo. Occasione sempre molto gradita ai residenti della Fondazione, sia per il significato che rappresenta nel valore della figura femminile sia per l’evento in sé che sottende vivere e trascorrere un’occasione di “svago impegnato” all’interno della struttura.

La distribuzione dell’omaggio floreale alle “NONNE” nel rametto di mimosa (si ringrazia la Fioreria Ferri per il gentile contributo ), il rinfresco e l’intonazione in coro delle canzoni folkloristiche hanno reso merito a questa iniziativa, alla sua storia e ricorrenza nel tempo. Coscienza, consapevolezza e impegno, quando presenti nell’umano sentire, possono trasformare il dolore e la tragedia in una occasione di incontro, crescita, riflessione e presa di coscienza: l’otto Marzo ricorda, soprattutto, questa possibilità umana, per niente scontata.

E quanto può valere il rivedersi insieme nella passione che lega e unisce le persone anche dentro un istituto geriatrico? Certamente molto. E’ questa l’emozione che è stata provata e vissuta dai protagonisti in questione, e, indirettamente, anche da chi ha assistito a tale rincontrarsi dopo diversi anni nel cambiamento fisiologico che il tempo trascorso provoca in tutti.

Una reunion fraternamente amicale è quella andata in scena la mattina del 29 febbraio, quando, l’ospite della Fondazione, Luigi Fava, ha ricevuto la visita di alcuni suoi amici storici con i quali ha suonato insieme nello stesso complesso per un non ben precisato numero di anni.

E allora ritrovarsi si può, e si deve, anche all’interno di una casa di riposo, per ritornare tutti in quel tempo sacro dove musica e relazioni correvano su quello stesso binario chiamato passione. Le dita sulla tastiera non corrono come un tempo, la schiena è più curva, le rughe testimoniano gli anni passati e la fragilità nei movimenti chiede aiuto e dignitoso rispetto.

L’armonia non arriva al primo tentativo, il pubblico non è delle grandi occasioni e non siamo in teatro ma in casa di riposo. E il bello è proprio questo. La passione e l’amore per la musica emergono in tutta la loro bellezza e sacralità. L’ennesimo insegnamento che il MAESTRO ha dato ai suoi amici. E nella commozione generale ha fatto capire loro che la spia dell’interruttore per la tastiera è accesa oggi come allora.

Dall’Amministrazione della Fondazione un sentito ringraziamento ad Antonio Bardini, Massimo Fornasari e Gianni Dall’Acqua per aver reso possibile questa REUNION UMANA prima ancora che musicale.

Vale sempre il monito che sono le persone a fare gli ambienti e i rapporti significativi durano e resistono nel tempo: e questa è la più bella musica che si possa ascoltare.

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