Economia

Parma, risale il numero contratti:
+4,8% rispetto a febbraio 2023

Dopo la flessione di gennaio (-4,7%), torna a salire il numero dei contratti che le aziende parmensi prevedono di attivare in queste settimane e nei prossimi mesi.

Sono 3.910, infatti, i nuovi contratti previsti in provincia di Parma nel corso del mese di febbraio; il dato – che emerge dell’analisi dell’Ufficio studi della Camera di commercio dell’Emilia sui dati del Sistema Excelsior – appare in crescita (+4,8%) rispetto al mese di febbraio 2023. Secondo le previsioni, il dato risulterà positivo anche trimestre febbraio – aprile, che dovrebbe chiudersi con un +3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un numero di nuovi contratti attestato a 11.540 unità.

Le imprese che assumeranno risultano il 18% sul totale, e la loro attenzione sarà rivolta ai giovani per il 32% dei nuovi contratti.

Si ampliano, intanto, le difficoltà di reperimento delle figure desiderate dagli imprenditori, che salgono al 55% (erano al 49% nel febbraio 2023).

I contratti proposti sono per il 76% rappresentati da lavoro dipendente (21% tempo indeterminato, 49% determinato e 6% di altro tipo, tutti in crescita) e per il 24% da forme ‘flessibili’ (16% somministrazione/interinali e 8% di collaborazione/partite Iva/altri).

I primi settori di attività per entrate programmate nel corrente mese di febbraio sono il commercio (510 nuovi contratti e + 30,8 % rispetto allo stesso periodo 2023), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (450 unità, ma in calo dell’8,2%), i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (410 nuovi contratti, in flessione del 6,8% ) e le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (con 350 unità e valori stabili rispetto ad un anno fa).

Le 3 professioni più richieste in valore assoluto sono gli addetti nelle attività di ristorazione (340 unità, per il 67,7% dei casi difficili da reperire), gli addetti alle vendite (310 unità, per il 24,7% difficili da trovare) e i conduttori di veicoli a motore (280 unità, con il balzo al 74,8 % delle figure difficili da reperire).

I titoli di studio più richiesti riguardano la qualifica di formazione professionale o diploma professionale, con 1.490 nuovi contratti (il 38,1% sul totale); a seguire, i diplomi di istruzione di livello secondario, con 1.170 unità (il 29,9% sul totale), mentre per chi esce dalla scuola dell’obbligo vi sono 720 nuovi contratti disponibili e per il livello universitario e l’Its Academy ci si attesta a 530 unità.

Per quanto concerne le figure professionali, i dati camerali attestano che nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda di specialisti in scienze della vita è infruttuosa nel 92% dei casi, mentre quella di tecnici della salute lo è nel’78,8% dei casi. Di difficile reperimento anche gli ingegneri, nel 76,5% dei casi ed anche i tecnici della distribuzione commerciale, nel 73,2% dei casi.

Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento le professionalità qualificate nei servizi sanitari e sociali (72,1% dei casi), gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (67,7% dei casi), gli operatori della cura estetica (60% dei casi) e gli addetti agli sportelli ed ai movimenti di denaro (48% dei casi, di difficile reperimento). Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano nella ricerca di fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (nel 90,9% dei casi, di difficile reperimento), di operai addetti all’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche (88,9% dei casi), di addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (nel 84,2% dei casi, di difficile reperimento) e di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (80,4% dei casi, di difficile reperimento).

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