Cronaca

"Agì per gelosia ed era lucido":
Cassazione ripercorre delitto Tanzi

Un omicidio per vendetta: così in estrema sintesi la Corte di Cassazione ha motivato la sentenza che ha condannato all’ergastolo, lo scorso 19 ottobre, Patrick Mallardo, per l’omicidio di Daniele Tanzi di Casalmaggiore.

Un delitto commesso a Parma, per la precisione in una struttura abbandonata di Vicofertile, in periferia, nella notte tra il 4 a il 5 maggio 2021. Daniele pagò, si fa per dire, il fatto di essere il nuovo fidanzato di Maria Teresa Dromì, ex di Patrick Mallardo, accecato dalla gelosia al punto da straziare con 33 coltellate il corpo di Tanzi.

Si parla esplicitamente di “gelosia” come movente nelle motivazioni della sentenza. “E’ evidente – si legge infatti – che l’imputato viveva la donna come cosa propria (ancorché soprattutto egli in passato l’avesse più volte tradita) e non accettava la sua autonomia e il suo modo di atteggiarsi e quindi si è vendicato uccidente il rivale”. Che quella notte, a Vicofertile nel vecchio mulino, dormiva proprio accanto a Maria Teresa, in un giaciglio di fortuna. Maria Teresa era stata risparmiata e, sotto choc, aveva inizialmente accettato di confermare la versione fasulla di Patrick, quella di un uomo mascherato che aveva aggredito la coppia. Poi però davanti agli inquirenti aveva raccontato tutto.

La Cassazione mette poi in evidenza il movente passionale, espresso da Mallardo sia nell’immediatezza del fatto in presenza della Dromì sia quando, intercettato in carcere, parla con la madre. Per questo il ragazzo, 19enne all’epoca dell’omicidio (Daniele invece aveva 18 anni), era capace di intendere e volere, “anzi il suo comportamento era lucido – prosegue la Cassazione – e l’utilizzo di droghe, peraltro cannabis, dunque non sostanze pesanti, non era tale da pregiudicare la stessa lucidità”.

Al momento del fatto non vi erano inoltre segni o sintomi astinenziali o di intossicazione, viene chiarito. Tutti passaggi che spiegano in maniera dettagliato perché la scelta della condanna all’ergastolo fosse l’unica possibile, non essendo poi maturati vizi logici o giuridici nei primi due gradi di giudizio.

G.G.

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