Opinioni

Amministrative 2024, minestrone:
Casalmaggiore, poche certezze

Non s’ode niente a sinistra. Neppure uno squillo di tromba (o trombetta, visto il clima carnevalizio) neppure un efflato di vita. Buon segno? Pessimo dal punto di vista politico diremmo, a pochi mesi dalle elezioni amministrative. Perché i mesi che separano l’oggi dalle elezioni non sono poi tanti. E perché l’impressione è proprio quella di un silenzio che poco spazio lascia alla fantasia. Riprendiamo da questa considerazione il nostro minestrone elettorale. Che, povero di ingredienti e di certezze in più, di sicuro ne ha qualcuna in meno.

Fatte salve alcune alleanze sancite in questi giorni e fatto salvo che – nelle prossime elezioni e al 90% delle probabilità – ci sarà ancora Filippo Bongiovanni e la sua ormai rodata macchina elettorale a dar battaglia sulle sponde del Po, poco di nuovo all’orizzonte. C’è l’ipotesi – perché di ipotesi ancora una volta si tratta al momento – Luciano Toscani e il civismo listoniano ma l’ex sindaco dovrà agganciare qualche partito in grado di portare sostanza (sempre in termini di voti, s’intende) alla sua proposta. Poi c’è l’ipotesi (di seconda battuta, ipotesi dell’ipotesi) di Gabriel Fomiatti. E’ giovane e determinato, ha già in mente idee da realizzare. Il suo cammino potrebbe essere impervio, una missione pressoché impossibile, se non implode un Centrosinistra con un candidato poco credibile. Infine – ma non per importanza, la nostra non è una classifica POP – c’è l’alleanza Annamaria Piccinelli Cinque Stelle. Una alleanza green alternativaLa situazione al momento è questa.

La parte più sostanziosa di una pietanza bolle sempre in pentola. Lo dicevamo qualche giorno fa, lo ribadiamo: strategie, sottobosco, silenzio, servono a poco al cittadino affinché possa compiere scelte consapevoli: qualunque esse siano. Spesso sono controproducenti perché vi si legge solo debolezza pressoché assoluta. Al momento il Centrodestra è la certezza. Forte di una macchina rodata, con la forza di un partito come Fratelli d’Italia che – soprattutto dal punto di vista numerico – si è preso e si prenderà in spalla le altre due forze che qualche acciacco lo mostrano e forte di un programma che vedrà, per tanti (e più che positivi versi) il termine di una progettualità delle prime due tornate (si pensi al torrione, all’ex macello, alla palestra che al di là del pensiero dei singoli, è comunque un qualcosa in più che l’Amministrazione lascia alla cittadinanza) e si pensi ai lavori che andranno a termine e a una rodata macchina come quella dei bandi in grado di portare a casa ancora qualche soldo, c’è tutto perché il centrodestra vada all’incasso e viva di rendita i prossimi anni.

Sotto la cenere cova sempre però un po’ di brace. Sotto le ceneri di una tornata amministrativa – la seconda dell’era Bongiovanni – contraddistintasi nella fase finale, dal punto di vista elettorale, da un cambio di modello (dal doppio turno al turno unico) le valutazioni da fare sarebbero ancora tante. Un voto in più determinerà chi guiderà la città che i 15 mila abitanti li supera già.

E’ un minestrone troppo serio? Non siamo abituati alle intro prolisse (o forse sì), comunque una introduzione andava fatta: il taglio della verdura è importante, che poi quando metti in pentola devi tenere tutto (o quasi) sotto controllo. Ribadiamo poi il solito vecchio concetto: stiamo ragionando per ipotesi, di cervello e di pancia (e non sempre in questo ordine). E se avessimo sfere di cristallo le terremmo di certo per altro al di fuori della politica. Anche i nomi che vengono fatti sono teoria, sino a quando non sono ufficialmente presentati. E’ il nostro fantapolitica, o minestrone che dir si voglia. Nelle vecchie redazioni di giornale chiamavano i pezzi come questo – pastoni – come quando apri il frigorifero, guardi quel che c’è e decidi di utilizzare tutti – o quasi – gli scampoli di quel che resta per riempire un vuoto.

Noi vuoti – a parte ciò che non sappiamo e quel che ci balena in testa – ne abbiamo e ne avremo. Fallaci come (ed anche più) di Oriana. Erranti come i cavalieri e più del cavalier Chisciotte che il suo Sancho però lo portava con se. Prendete tutto per quel che è: poi il tempo magari ci smentirà. Non siamo il vangelo domenicale: la domenica è passata ed i religiosi di area Oglio Po – ve lo abbiamo già detto e lo pensiamo davvero – sono più che ottimi per predicare ed assistere le anime dei loro parrocchiani. Ecco comunque il nostro minestrone.

ORLANDO FERRONI – Si è già pronunciato. La tentazione è forte, ma il lavoro (che gli sta andando a gonfie vele regalandogli soddisfazioni) lo obbliga a fare attente riflessioni, al di là della sua propensione a lanciarsi sempre. I suoi 500 voti (quelli presi nell’ultima tornata amministrativa, ammesso che se li riprenda tutti) hanno un buon peso specifico. E’ vero, lui volge a destra e sono voti per la maggior parte legati a quell’area ma chi riflette sui numeri (nelle elezioni precedenti abbiamo appreso che numerologhi nella politica ce ne è sempre un discreto numero, fosse anche o soprattutto quella locale) sa che “il voto è mobile, qual piuma al vento”. E che non sempre i numeri corrispondono. La presenza di Orlando, senza dubbio, indebolirebbe un poco la macchina da guerra di Filippo Bongiovanni. Solo un poco. La cappa resta salda.

LUCIANO TOSCANI – Da quel che sappiamo, sia lui che un gruppo di persone a lui vicine sta lavorando alacremente a rendere la sua una candidatura spendibile (è sempre questione di numeri, s’intende: non c’è traccia formale al momento di nessun appoggio di partito). Sarà – ammesso che alla fine decida di accettare la sfida – una civica a vocazione centrista la sua. Chi gli sta dando una mano sta contattando gruppi, ed anche singoli, che in questi mesi si sono mossi ed hanno lanciato proposte. Persone con un seguito poco disposte però a cedere alla tentazione di un salto nel vuoto. In politica, come nel quotidiano vivere – a volte servono garanzie. In questo caso le garanzie non possono essere altro che quel che succederà dal giorno post elettivo in poi. Certo, si può promettere la luna e regalare una forma di caciotta, ma nessuno è più ormai disposto a credere solo alle parole. Il lavoro sottotraccia dell’ex sindaco di Casalmaggiore prima dell’era Silla comunque va avanti. Anche in questo caso è solo questione di settimane per sapere che ne sarà della candidatura. Ci sono varie incognite legate al suo nome: incognite che potrebbero essere chiarite nei giorni a venire.

MOVIMENTO CINQUE STELLE – Anche in questo caso la situazione è fluida. L’anima dei pentastellati è frammentata e non sempre c’è perfetto allineamento tra le parti. Ma quel che più conta è che qui c’è un’intesa, già venuta allo scoperto. L’alleanza con Vivace & Sostenibile di Annamaria Piccinelli è cosa fatta. Sino a sei mesi fa – in verità – ci avremmo scommesso sino lì… Allora l’accordo con la sinistra di CNC sembrava cosa fatta, poi, evidentemente, qualcosa non è andata. O forse il problema non stava proprio lì, nell’area di Pierluigi Pasotto. La candidatura di Virgilio a Cremona non ha di certo aiutato il PD a mostrare un’anima un po’ più green e il resto è ancora tutto da scrivere. I Cinque Stelle (quantomeno parte di loro) hanno viaggiato spesso all’unisono con la realtà ambientalista di Annamaria Piccinelli, ma guardando anche al Centro Sinistra. Un po’ Marco Degli Angeli, un po’ Anna e Marco alla Dalla, e altre volte un poco tutte e due le cose. I Cinque Stelle casalaschi sono anche essi da sempre legati alle proposte di Rive Gauche e se con il PD – come dicevamo – c’è un certo scollamento (meno che nel passato, e poco con quello locale, di più con quello provinciale e nazionale sopratttto per quel che concerne le grandi opere) non c’è con la parte più a sinistra di CNC. Di certo – sembra chiaro – un qualche apparentamento lo si dovrà cercare quantomeno per non correre ancora il rischio di restare fuori. Una candidatura forte, magari una donna in consiglio. Qualche combattente dentro al gruppo c’è…

FRATELLI D’ITALIA – La forza più gagliarda del Centro Destra ha già detto più volte che la candidatura di Filippo Bongiovanni resta quella alla quale faranno riferimento: una alleanza già rodata, che non si è incrinata. Certo, il peso specifico del partito che fa capo all’assessore alla cultura Marco Micolo potrebbe valere di più che un posto al sole. Non è questione di manuale Cencelli, è questione della valutazione di forze in campo. Fratelli d’Italia potrebbe – anzi quasi certamente lo sarà – essere determinante quando si conteranno le schede. E a quel punto crediamo sarà determinante il ruolo di Filippo: dovrà essere lui ad avere l’intelligenza politica – che non gli difetta – di saper mediare se servirà. In fondo, e senza ombre di dubbio, a livello personale è sicuramente il politico più pronto a questo tipo di sfida (ammesso che poi vi possa essere) interna.

LEGA FILIPPO BONGIOVANNI – A meno di sconquassi dell’ultimo momento o ripensamenti (pressoché impossibili) dovrebbe essere lui il manico di una struttura che – anche dal punto di vista elettorale – è divenuta macchina da guerra con gli anni e l’esperienza. Sono cambiati i tempi, è cambiata la comunicazione: quel che non è cambiato affatto è l’approccio alle elezioni, la ricerca spasmodica dei voti (realtà associative, gruppi, pezzi singoli e LP) e la capacità, di chi si propone, di proporre un modello che piaccia o no, se alla maggioranza piace, vince. Queste saranno elezioni strane – ma solo perché non ci siamo più abituati. Filippo Bongiovanni farà la sua campagna: non ha più la forza di una lega trainante alle sue spalle, le forze più – forti – sono altre, ma a tenere unito un gruppo sicuramente non eterogeneo ha mostrato e sempre di saperci fortemente fare. La personalità per guidare la città si è rafforzata ed ha sempre mostrato di averla e con questa terza tornata potrebbe passare all’incasso di tanti progetti con la fascia sulle spalle: palazzetto, ex macello, torrione e perché no, punto nascite…

LISTONE – Va dato merito a Gabriel Fomiatti, consigliere del gruppo ormai storico fondato dal mai troppo compianto Carlo Sante Gardani, di essere stato uno dei primi, se non il primo, a chiamare le forze civiche all’unità di intenti e direzione. Era la linea di Carlo Sante, è quella di Gabriel Fomiatti. Gli argomenti su cui lavorare sono tanti: dalle infrastrutture ai giovani, dall’uscita dall’isolamento al lavoro: la forza più europeista del panorama locale continua a lavorare. Certo, con mutate forze, con la consapevolezza (forse) che le prospettive sono pure diverse e quei ragazzi che uscivano in strada, dipingevano muri di poesia e sogni, ripulivano parcheggi e parchi, recuperavano l’identità perduta di un paese sono cresciuti ormai e vanno avanti per una propria strada. E’ una forza di riflessione, e non di lotta. Una forza di mediazione, e non solitaria, una forza in cui, prima o poi, bisognerà guardare dentro. In fondo, anche il Listone il suo candidato lo ha già e i programmi sono quelli di sempre. Il candidato sindaco sarà l’ex sindaco Luciano Toscani ma potrebbe essere lo stesso Gabriel: è lui in fondo che sta trainando il Listone più alla luce del sole di quanto non faccia (e possa fare) il candidato sindaco che presenterà una lista civica. Mancherà Carlo, ma quello facciamo senza dirlo: quanto peserà l’assenza del suo ruolo di mediazione, di cucitura, di ricerca, di politica, di saper guardare oltre l’ostacolo?

ANNAMARIA PICCINELLI – Parla di programmi la consigliera di opposizione di animo ambientalista, parla di turismo e rigenerazione urbana, di opportunità, ponte e tangenziale. Viaggia all’unisono con parte dei Cinque Stelle, è stata per un attimo presa dalla proposta Toscani. Non si presenterà (forse) in veste di sindaco, nella consapevolezza che per amministrare servirà anche altro. Intanto però c’è ed è stata una delle prime (insieme a Fomiatti del Listone) a muoversi per le Amministrative prossime venture. E non vorrà restare fuori dai giochi. L’accordo con i 5 Stelle è cosa fatta.

PD – Dove va il PD? Chi sarà il candidato sindaco? Quali i programmi? Non c’è un po’ di ritardo sul tutto? Sono solo domande che ci fanno, e riportiamo. Certo a livello provinciale non è che ci sia una gran mano (ci sarà, se servirà, e in questo momenti serve come il pane) e anche in questo caso le differenti vedute (soprattutto sulla questione infrastrutture) non agevola di certo il Casalasco. Se l’intesa con Rive Gauche è più che fatta, resta da capire chi sarà il candidato sindaco. Con molte probabilità non sarà più Fabrizio Vappina, non sarà qualche elemento della sinistra classica, non sarà probabilmente Ettore Gialdi, il segretario, non sarà qualche ambientalista, non sarà un avvocato. Non sarà un giovine virgulto (non ne vediamo all’orizzonte). Potrebbe essere una donna. Velleda Rivaroli? (lanciamo un nome, dobbiamo pur farlo). O sarà un nome nuovo della politica locale (è sempre un grande rischio perchè tanti voti arrivano a pelle e conoscere è sempre meglio che non conoscere affatto o conoscere poco). L’ipotesi Pierluigi Pasotto non è poi così lontana. I maghi tirano fuori sempre qualcosa dal cappello e, a livello di conoscenza della macchina amministrativa, è sicuramente il più preparato alla tenzone. Per ciò che concerne i consiglieri, potrebbe rientrare nei giochi Calogero Tascarella. Altro al momento non sappiamo. Potremmo fare altre ipotesi, ma ci fermiamo qui.

RIVE GAUCHE – Da tempo Pierluigi Pasotto, anima di Rive Gauche, dice di essere stanco. Gli crediamo poco. Poco avvezzo alle lunghe attese, potrebbe decidere di correre lui, di provarci. In fondo, nelle ultime elezioni, è l’uomo che ha ottenuto più voti, gode della simpatia di una fascia nutrita di giovani, è amico di tanti e tanti lo spingono a fare il grande salto. Potrebbe provarci anche perché non è un scelta che il PD, o buon parte di esso, respingerebbe a prescindere. Al momento Rive Gauche può anche contare su altri elementi, come sempre: dal gruppo di Casalbellotto a Giancarlo Roseghini, presidente ANPI, da Valentina Mozzi allo zoccolo duro che non ha mai fatto mancare il proprio lavoro e la propria energia. In fondo, per quanto riguarda Rifondazione, il Casalasco ha già mostrato che le utopie sono solo questione di numeri. Da San Daniele Po a Sabbioneta, qualche sindaco spostato più in là del PD c’è già stato. Il turno ultimo peraltro facilità un poco le cose e le possibilità (raziocinando un poco) sono davvero esigue. Ma arriverà giorno in cui qualcosa si dovrà decidere e in quel giorno diciamo che il suo potrebbe essere uno dei nomi in lizza.

FORZA ITALIA – L’alleanza con Filippo Bongiovanni è cemento armato. Non c’è neppure bisogno di ribadirlo. Massimo Mori, Vanni Leoni e soci non cambieranno idea. La Forza del partito post berlusconiano peraltro si è notevolmente ridotta a favore soprattutto degli amici di Fratelli d’Italia.

CANI SCIOLTI – E a che pro? Erano balenate, nei mesi scorsi, liste alternative ma alla luce dei fatti sarà difficile vederne qualcuna in ballo. Lo stress della campagna elettorale, la scarsa propensione di tante (e tanti) ad impegnarsi in politica fa il resto. Certo, sottotraccia, qualcuno di questi singoli e di questi gruppi è già stato contattato per capire intanto quali sono le intenzioni, e qualche proposta è stata lanciata. Sono tutti voti importanti – ci mancherebbe – ma al momento nessuno sembra essere fondamentale.

Tra poco albeggia. E il minestrone si ferma qui. Il pastone è servito. Se lo gradite di più, può essere un poco macinato: diventerà un passato, anzi, già da domani questo minestrone un poco passato lo sarà già…

Na.Co.

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