Agricoltura

Mimma Vignoli: "La protesta dei
trattori? Una grande tristezza..."

E’ perplessa Mimma Vignoli. Sta seguendo le proteste degli agricoltori. Ma è la strada e le motivazioni che sono sbagliate. Ed il fatto che a prendere le decisioni importanti siano sempre altri… “Una grande tristezza vedere bruciare copertoni e distruggere una statua a Bruxelles, un bene di tutti. Penso a questa protesta e non la capisco. Questo sistema agroalimentare sta sopra le nostre teste. Considera il cibo una merce mentre è molto di più. È cultura, ambiente, esperienza millenaria, paesaggio, aria, acqua, suolo. Una merce che deve costare poco all’agroindustria e alla grande distribuzione organizzata (GDO). Questi sono i signori dell’agricoltura e impoveriscono sempre di più le aziende agricole…

Mimma è una donna contadina con un’idea di qualità e sviluppo ben chiara in testa, tanto da farne uno stile di vita. Vicino a Commessaggio si trova Corte Pagliare Verdieri, una corte risalente al XVIII secolo che si estende su circa 5000 mq. Dal 1986 Mimma Vignoli con la suocera Amedea coltivano il terreno con metodo biologico (certificazione ICEA) e produrre biologico è stata una scelta di vita. Mimma e Amedea decidono di vivere in armonia con la natura, in controtendenza rispetto ad un’agricoltura intensiva e manipolata geneticamente. Da oltre 30 anni  anni guida, con la sua famiglia, l’azienda agrituristica e vitivinicola Corte Pagliare Verdieri di Commessaggio. Attiva da sempre nel Biologico, Mimma è una delle protagoniste – insieme ad altri agricoltori che hanno fatto la sua stesa scelta – della fondazione del Distretto Agricolo Biologico Casalasco Viadanese, il primo distretto Bio riconosciuto da Regione Lombardia ed Europa. Una scelta di vita, oltre che agricola, quella del bio. Perché il cibo non è una merce: è cultura, bnessere, salute, tradizione, qualità e molto altro. Il 22 luglio del 2021 Mimma Vignoli è divenuta presidente di AIAB Lombardia.

Il costo troppo basso del cibo lo paghiamo tutti in altro modo: in ambiente più inquinato, in sfruttamento dei lavoratori, in salute dei cittadini, nell’impoverimento delle aziende agricole e quindi delle famiglie contadine. Qualcuno mi può spiegare perchè se compro sementi, attrezzi agricoli ho il prezzo fatto dal venditore e se vendo i miei prodotti agricoli il prezzo lo fa sempre qualcun altro?

Le elezioni sono vicine e quelle che riguardano il Parlamento Europeo fanno gola. L’impressione piuttosto marcata è quello che dietro alla politica non vi sia un vero e proprio interesse per il mondo agricolo. “Non credo all’interesse dell’ultima ora dei nostri politici per l’agricoltura. Stanno strumentalizzando questa protesta per fini elettorali“.

Una strumentalizzazione alla quale gli stessi agricoltori dovrebbero opporsi: “Noi agricoltori dobbiamo dire a voce alta che i trattati internazionali di libero scambio non sono equi e producono concorrenza sleale. In Europa si usano prodotti chimici spesso meno tossici di quelli utilizzati in Canada, Cina, Africa. Il cibo che importiamo dovrebbe avere standard europei anche riguardo i diritti dei lavoratori. L’economia agricola va difesa diminuendo l’eccessiva burocrazia e sostenendo l’agricoltura contadina. E bisognerebbe premiare con la PAC, della quale l’80% dei contributi va al 20% delle aziende agricole intensive chi coltiva prendendosi cura della terra, del paesaggio, dell’acqua, dell’aria, custodendo anche gli antichi semi“.

Premiare quindi chi produce cibo “Buono, Pulito, Giusto come dice Slow Food. Buono perchè noi contadini vogliamo produrre cose buone, Pulito perchè nella produzione dobbiamo essere rispettosi dell’ambiente; Giusto perchè il prezzo deve essere equo per chi acquista ma anche per chi vende. Gli agricoltori devono contare, essere al centro della filiera agroalimentare e non essere in contrapposizione dell’ambiente. Il Green Deal deve essere dentro di noi, riguarda la nostra salute, il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Questo passaggio dall’agricoltura con la chimica all’agricoltura che la riduce deve essere accompagnato con la formazione ed il sostegno dell’Europa. Nulla deve essere imposto dall’alto ma condiviso. L’obiettivo della massima quantità di produzione è in contrasto con una moderna e lungimirante politica agricola.

E non ci raccontino che dobbiamo produrre di più per contrastare la fame nel mondo. Stiamo producendo per 12 miliardi di persone e sulla terra siamo in 8 miliardi. Impariamo a non sprecare ed a migliorare la filiera. Vincono i trattori? No, vincono e festeggiano le multinazionali degli agrofarmaci!“.

Na.Co.

 

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...