Il culto della Madonna: Lourdes,
la Vergine e il miracolo di Corinna
L’11 febbraio si celebra la ricorrenza della Madonna di Lourdes, una festività che certamente non ha bisogno di particolari presentazioni vista la sua importanza e che, ancora una volta, vede unite le popolazioni del Grande fiume, dell’una e dell’altra riva. Tanti, da secoli, sono i luoghi dedicati a Maria sull’una e sull’altra sponda del Po. Soltanto nel Casalasco si pensi al santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore, alla chiesa di Santa Maria dell’Argine di Vicobellignano, al santuario della Madonna della Fiducia di Isola Pescaroli, alla cappella della Beata Vergine di Lourdes a Solarolo Monasterolo e, spostandosi appena oltre le terre direttamente bagnate dal Po, ecco la Chiesa vecchia di Scandolara Ravara dedicata a Santa Maria della Pace, il santuario di Santa Maria Nascente di Caruberto; il santuario di Maria Madre della Parola Divina di Derovere e, allargandosi al cremonese, il santuario della Madonna del Po di Brancere e, in città a Cremona, la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, il santuario Lauretano in Sant’Abbondio; la chiesa della Beata Vergine di Caravaggio e quella della Beata Vergine Lauretana.
Spostandosi in terra emiliana, ecco invece il santuario della Beata Vergine di Lourdes di Mezzano Chitantolo (Piacenza) e, nel Parmense, la chiesa della Beata Vergine di Loreto a Polesine (meglio conosciuta come Madonnina del Po, celebre per la singolare leggenda secondo la quale, durante le maggiori piene, il Po non bagna i piedi della Madonna), la chiesa della Madonna della Visitazione di Pieveottoville (a sua volta meglio conosciuta come Madonnina del Po), il santuario della Madonna delle Spine a Sissa; il santuario della Santissima Annunziata di Vedole di Colorno e, sempre spostandosi appena oltre le terre direttamente bagnate dal fiume, il santuario del Santo Nome di Maria in Madonna Prati e il celebre santuario di Fontanellato.
Non si contano poi i tanti sacelli ed edicole mariane che si incontrano lungo le campagne dell’una e dell’altra riva (conosciuti come santelle in terra lombarda e maestà in terra emiliana) senza dimenticare che, in tutte le chiese, parrocchiali e non, spiccano altari, statue, dipinti dedicati a Maria. Tutto questo a dimostrazione di un culto plurisecolare, spesso impreziosito da grazie, il cui profumo si dipana sull’una e sull’altra riva del Po.
Venendo alla ricorrenza dell’11 febbraio, quella appunto dedicata alla Madonna di Lourdes, è giusto ricordare che Lourdes è meta incessante, ogni anno, di milioni di pellegrini che invocano protezione, grazie e conforto. La celeberrima grotta di Massabielle, sui Pirenei francesi, evoca le apparizioni mariane più famose della storia, riconosciute ufficialmente dalla Chiesa. Sono quelle che si verificarono nel 1858 ed ebbero come protagonista la 14enne Bernadette Soubirous. La Vergine le apparve per ben diciotto volte nella grotta lungo il fiume Gave. Le parlò nel dialetto locale, le indicò il punto in cui scavare con le mani per trovare quella che si rivelò una sorgente d’acqua, al contatto con la quale sarebbero scaturiti molti miracoli. Tutto iniziò giovedì 11 febbraio 1858, quando Bernadette si recò a raccogliere legna secca nel greto del fiume Gave, insieme ad una sorella e ad una loro amica.
Un rumore che proveniva dal cespuglio che si trovava nella grotta attirò la ragazzina alla quale apparve la Vergine presentandosi come Immacolata concezione e confermando quindi il dogma del concepimento immacolato di Maria promulgato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854, quattro anni prima. Dogma secondo il quale Maria è santa, senza la macchia del peccato originale (“… et macula originalis non est in Te”) e piena di grazia. La parola e l’intuizione del pontefice venne suggellata quindi nel 1858 proprio in seguito all’apparizione Madonna che a Bernadette Soubirous, disse “Io sono l’Immacolata Concezione”. Da allora la devozione mariana si intensificò largamente e da ogni parte del globo cominciarono ad affluire, come affluiscono tuttora, sul luogo dell’apparizione, frotte di pellegrini, soprattutto malati nel corpo e nello spirito, sorretti da grande fede e da immensa speranza. Nacque così, e si protrae tutt’oggi un fenomeno molto singolare e, per consentire ai fedeli un più facile accostamento all’Immagine Santa vennero realizzati santuari e furono costruite, in molte chiese, dalle più umili, alle più eleganti e sontuose, riproduzioni della grotta delle apparizioni. Alla memoria della Madonna di Lourdes, il papa San Giovanni Paolo II decise poi di associare la Giornata Mondiale del Malato.
Le apparizioni di Lourdes, va ricordato, vennero ufficialmente riconosciute dal vescovo di Tarbes il 18 febbraio 1862. Molto presto fu eretta una grande chiesa così come la Vergine aveva richiesto e Lourdes continua ad essere il più celebre dei luoghi mariani. Un ufficio speciale (le Bureau médical) fu incaricato di vagliare scientificamente le guarigioni che iniziarono a verificarsi immediatamente. Di miracoli finora ne sono stati riconosciuti una settantina, ma di fatto sono molti di più. Numerose anche le conversioni.
In quanto alle riproduzioni della celebre grotta di Massabielle, una di queste, nel Casalasco, è ben conservata a Solarolo Monasterolo, proprio a due passi dalla chiesa parrocchiale. In terra parmense esistono riproduzioni a Santa Croce di Polesine Parmense, nella collegiata di Busseto (qui la cappella della Beata Vergine di Lourdes fu eretta negli anni Trenta del Novecento nel sacello che in precedenza era dedicato a San Bernardo) e nella collegiata di San Giovanni Battista, a Pieveottoville. Per quanto concerne quest’ultimo luogo occorre attingere alla storia, ancora una volta, perché il borgo fluviale è stato al centro di un importante fatto ritenuto prodigioso che ha riguardato una donna del paese, Corinna Galli.
Era il 1926 e Corinna Galli, giovane parrocchiana, da sei anni afflitta da gravissima malattia che le impediva di camminare (fatto documentato anche dal medico curante di allora, dottor Pietro Corbellini, con una dichiarazione scritta di suo pugno). Partita per Lourdes, animata da grande speranza e profonda fede, ma distesa su una barella, tornò perfettamente guarita reggendosi sulle sue gambe. Lo straordinario fatto suscitò tra i fedeli stupore, gioia e gratitudine e Pieveottoville (luogo che, per altro, ha visto fiorire nel tempo numerose vocazioni religiose, soprattutto femminili, e sacerdotali) entrò così nella storia miracolosa di Lourdes. La devozione e la gratitudine popolare ebbero come coronamento e segno di fede esteriore la riproduzione della grotta di Massabielle in una delle cappelle della collegiata. Nel 1939 ne fu affidata la progettazione al cremonese Giuseppe Moroni, pittore che in quel di Pieveottoville, per un lungo periodo, stabilì la sua “seconda casa”.
Con una colata di cemento, come ricorda anche il compianto don Paride Godi nelle sue memorie, ricreò la grotta anche nelle conformazioni rocciose dando vita ad una fedele riproduzione, anche del torrente Gave che rappresentò cin vetro colorato e illuminato; collocandovi anche un altare di modeste proporzioni di marmo verde e ornati musivi. Fu artefice del tutto Giuseppe Soldi (Gepa), bravo cementatore locale. La statua della Vergine Immacolata, priva di valore artistico e materico venne fatta arrivare direttamente da Lourdes. La data dell’11 febbraio da allora entrò nel novero delle feste più sentite e significative della parrocchia rivierasca, sia per il favore e la benevolenza accordati dalla Madonna alla comunità locale, che per essere stata scelta ovviamente come giornata degli ammalati. Se la festa dell’11 febbraio continua ad essere un richiamo annuale molto forte per tanti fedeli che arrivano anche da altre località, la visita quotidiana alla grotta di Massabielle collegiata è diventato da molto tempo un momento irrinunciabile della giornata di tanti pievani.
Nel frattempo, a Pieveottoville, nel ricordo del fatto prodigioso del 1926 (del quale, tra due anni, ricorrerà il centenario) è tutto pronto per le celebrazioni di questa domenica, 11 febbraio (32esima Giornata mondiale del malato). Si comincerà alle 14.30, in chiesa collegiata, con l’ esposizione del Santissimo, per proseguire con la recita del rosario, la benedizione eucaristica e la messa con possibilità di ricevere l’unzione dei malati.
Eremita del Po, Paolo Panni