Morto a 102 anni Gaspare De Lama,
ultimo testimone del Caso Amicizia
E’ mancato, in questi giorni, alla veneranda età di 102 anni, Gaspare De Lama, di fatto l’ultimo testimone ancora vivente del Caso Amicizia, celebre vicenda, salita spesso alla ribalta delle cronache, secondo la quale si sarebbe verificato un prolungato e pacifico contatto, nella zona di Pescara, fra un gruppo di umani e di alieni, partito nel 1956 e durato circa una ventina d’anni.
Doveroso darne notizia perché Gaspare De Lama, pittore, era un amico del Cremonese e del Casalasco. Esattamente dieci anni fa era stato ospite sia di Casalmaggiore che di Cremona.
A Casalmaggiore, all’Auditorium Santa Croce gremito di persone, l’incontro era stato promosso dall’associazione Saras in collaborazione con il Centro Milarepa. In quell’occasione, con la sua consueta semplicità e cordialità, qualità che gli avevano sempre permesso di entrare nel cuore di tutti, De Lama, mantenendo sempre fede ai fatti da lui descritti, aveva spiegato, tra le altre cose, che “sono persone come noi, non sono angeli. Il loro pianeta appartiene ad una confederazione galattica. Hanno un corpo diafano. Sono alti 3 metri, ma pesano circa 25 chilogrammi. Vivono 3000 anni. Fanno parte della nostra dimensione e si pongono tra noi e un mondo spirituale, fatto da pura energia“.
“Questi esseri – aveva aggiunto – non amano invadere, ostacolare, influenzare le nostre scelte, ma sono pronti a prendere decisioni sull’equilibrio della creazione. Credo ad una presenza positiva nel nostro spazio“.
Con parole toccanti aveva poi proseguito con queste parole: “Mi hanno colpito quando mi hanno detto ‘non siamo perfetti, non siamo infallibili’ e che ‘la verità è ciò che funziona’. Il loro invito è ad essere noi stessi, con amore per gli altri. A noi è chiesto solo di essere più attenti agli altri, più larghi di vedute, più comprensivi, di non giudicare gli altri“.
Secondo De Lama gli alieni avevano basi sotterraneee a 20-30 km, tra Pescara e Rimini: “Io non ci sono mai stato, però, a differenza d’altri, e non sono mai stato sui loro mezzi – aveva detto – Ho sempre avuto contatti tramite una radio, un ‘Gelosino’ che un giorno misi su un tavolo. Uscì una fiammata azzurra e da allora quello fu il mio mezzo di comunicazione con loro. Riuscivano a capire quel che pensavo, e se avevo cattivi pensieri, mi dicevano ‘cambia pensiero’. Se serviva, prelevavano il materiale che loro serviva facendono smaterializzare davanti ai miei occhi. Potevano anche guarire da malattie serie. Prelevavano anche, se serviva, il corpo astrale, non fisico, delle persone, e poi lo rimettevano al suo posto”.
Tutto questo aveva preso il nome di Caso Amicizia ed era terminato nel 1978, con un piccolo seguito recente. De Lama era stato anche ospite del Gruppo Ufo Cremona per un altro incontro e, nel 2019, aveva rilasciato una videointervista, al presidente dello stesso Gruppo Ufo Cremona (che tutti possono conoscere al sito gruppoufocremona.it) Mario Carotti che i nostri lettori possono seguire qui:
Tutto quello che conta, alla fine, come ha rimarcato più volte De Lama è l’amore. Una bella testimonianza che, al di là di tutto, che si creda o meno ai fatti descritti, è e resta il più sublime lascito del pittore nativo di Milano, classe 1921 al quale si può solo dire Grazie per il suo luminoso esempio di vita.
Eremita del Po, Paolo Panni