Bozzolo celebra il Giorno
della Memoria: le iniziative
Anche a Bozzolo celebra il Giorno della Memoria, per non dimenticare ma soprattutto perché è ancora vivo il ricordo della presenza ebraica in paese. Bozzolo ospitò infatti una fiorente comunità ebraica, attiva dal XV al XX secolo. Inoltre, in paese si ricordano ancora episodi di aiuto prestato a famiglie ebraiche durante la seconda guerra mondiale. In particolare, alcune vicende ebbero come protagonisti il parroco don Primo Mazzolari e la signora Margherita Beduschi Zanchi, che protesse un’intera famiglia e che per le sue coraggiose azioni oggi è ricordata nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme. La Comunità ebraica ebbe anche un proprio cimitero, tuttora esistente, recentemente ristrutturato e ben conservato, che verrà aperto per l’occasione sabato 27 e domenica 28 gennaio 2024, dalle 9 alle 17. Il cimitero sorge in strada Beduschi e, nella giornata del 28 gennaio, alle 11.15, vi si terrà una visita guidata a cura del Gruppo culturale “Per Bozzolo”. Sarà inoltre allestita, all’interno del cimitero, una mostra fotografica documentaria.
Il giorno giovedì 21 marzo, alle ore 21, nella sala civica di piazza Europa si terrà la presentazione del libro di Frediano Sessi Oltre Auschwitz Europa orientale, l’Olocausto rimosso, edito da Marsilio. Bełżec, Sobibór e Treblinka, insieme a Chełmno sul Ner, furono le località prescelte per portare a termine in Europa l’eliminazione degli ebrei dell’Est. Luoghi progettati e costruiti per funzionare solo come strutture omicide, molto diversi dai Lager, perché non prevedevano nessuna possibilità di sopravvivenza. In questi campi, in cui si è compiuta la strage di oltre un milione e mezzo di ebrei, è oggi la quasi totale assenza di tracce di quanto accaduto, voluta e messa in atto dagli assassini, a parlare per i morti e a esigere giustizia. Se Chełmno, dove per la prima volta si sperimentò il disegno di un’eliminazione di massa rapida e funzionale per mezzo del gas, può essere considerato il prototipo dei centri di sterminio nazisti, perché è così difficile ricostruire cosa avvenne lì e negli altri luoghi dell’Aktion Reinhardt, il nome in codice dell’operazione di annientamento sistematico? Vi fu forse una volontà politica che preferì la rimozione e l’oblio alla memoria? Attraverso la ricostruzione delle vicende di chi incontrò la morte nei campi della Polonia orientale, dei processi che decenni dopo coinvolsero i responsabili e delle decisioni che condussero verso il baratro, Frediano Sessi restituisce un racconto esaustivo e dettagliato, ricco di documenti inediti, nell’intento di riempire questo «vuoto di parole» e di consegnarci l’enormità di quanto successo: «se si ascolta l’inquietante solitudine di questi boschi, isolati e deserti, si comprende che il monumento agli ebrei assassinati nei centri di sterminio dell’Aktion Reinhardt, a Chełmno o nelle fosse del margine nord di Majdanek, sono proprio il suolo nudo, la foresta, l’acquitrino da cui a volte spunta qualche fiore, sorto da quella terra sacra».
Il programma è a cura dell’assessorato alla Cultura del Comune di Bozzolo, della biblioteca comunale, del gruppo culturale “Per Bozzolo” e della Comunità ebraica di Mantova.
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