Emanuel Johnson lascia 4 figli: a
Piadena fiori nel luogo del mortale
Abitava a Marzocca di Senigallia Emanuel Johnson. 45 anni (classe 1978), nato ad Accra (Ghana) padre di 4 bambini, da tanti anni ormai in Italia, il camionista che ha perso la vita a Piadena. Figlio della prima immigrazione, aveva trovato una sua dimensione a bordo di quel mezzo pesante con il quale era già più volte venuto o transitato anche nel mantovano/cremonese. Si guadagnava da vivere lavorando duro, e più volte era partito per le lunghe trasferte. Di certo il lavoro non lo spaventava.
Domenica mattina, poco dopo le 6, alla rotonda di Drizzona, Emanuel è uscito di strada tirando dritto all’altezza della rotatoria, andando contro il guard rail e poi ribaltandosi. Forse un malore. Ma non si escludono altre ipotesi (colpo di sonno o guasto tecnico del mezzo) che saranno tutte vagliate. Aveva caricato a Cremona, e viaggiava in direzione Mantova sulla Padana Inferiore. Benzina e Gasolio il carico.
Sono durate sino a tardo pomeriggio di domenica le operazioni dei vigili del fuoco con numerosi mezzi e uomini per svuotare le cisterne e scongiurare sia una possibile esplosione (della benzina) che del disastro ambientale (lo sversamento). Un lavoro duro quello dei vigili del fuoco, a partire dal personale del nucleo regionale Nucleare, biologico, chimico radiologico di Milano che ha guidato il lavoro, oltre agli uomini del territorio di riferimento. La cisterna – dopo l’incidente – presentava criticità, e non è stato un lavoro semplice: si è partiti dalla schiuma per evitare ogni possibile incendio, mentre l’area veniva isolata e la strada chiusa per evitare ogni possibile rischio alle persone. Sul posto, con lo stesso spirito e lo stesso sacrificio, gli uomini della Polizia Stradale del distaccamento di Casalmaggiore guidati dal loro comandante, Rino Berardi che hanno proceduto ai rilievi e i Carabinieri che hanno provveduto alla viabilità.
Ieri mattina in prossimità dello spazio dove Emmanuel Johnson ha trovato la morte, un mazzo di fiori. Non si sa chi l’abbia posato ma qualcuno ha voluto ricordare l’ennesima giovane vita spezzata. A Marzocca di Senigallia, un conoscente della capitaneria di porto di Ancona lo ricordava così: “Mi sento in dovere di affermare con certezza che ha perso la vita, mentre svolgeva il proprio lavoro lontano da casa, un uomo di comprovati valori morali, un eccelso di educazione e simpatia ed un fulgido esempio di integrazione razziale nella comunità di Marzocca di Senigallia. Un abbraccio forte e sentito alla moglie ed ai suoi quattro meravigliosi figli...”.
Si sono già resi disponibili i servizi sociali del comune di Senigallia per riportare a casa – nella sua casa italiana – la salma del trasportatore appena la procura darà il nulla osta.
N.C.