Toscani: "Mia candidatura
va oltre destra e sinistra"
In attesa di conoscere i nomi dei candidati sindaco del centrodestra e del centrosinistra, rimane in piedi la candidatura di Luciano Toscani, che sindaco di Casalmaggiore lo è già stato per due mandati: nel 1999 sconfisse nettamente (58%) con una lista di centrosinistra Clemente Attolini (28%), nel 2004 ebbe la meglio di misura (51% a 49%) su Massimo Araldi, del quale fu assessore negli anni Novanta.
Nel 2009 il centrosinistra vinse con Claudio Silla, il cui 35% bastò contro il 27% di Carlo Sante Gardani del Listone e su ben tre candidati di centrodestra, che assieme raggiunsero il 38%, ma non essendo previsto il ballottaggio pagarono la dispersione di voti. Nelle due tornate successive la vittoria andò a Filippo Bongiovanni.
Quest’anno Bongiovanni attende ancora notizie da Roma: le ultime news danno come imminente una legge che consentirà il terzo mandato ai Comuni da 5mila a 15mila abitanti (in realtà Casalmaggiore ne ha più di 15mila, ma una strana anomalia dell’Istat la colloca al di sotto della soglia, con la conseguenza che non ci sarà ballottaggio). Dalla sinistra non arrivano per ora notizie.
Partiamo dalla decisione di candidarsi: dopo 10 anni da sindaco, a distanza di 15 anni, come le è tornata la voglia di tornare in campo?
«Vede, un giorno ho fatto il giro della piazza con mia figlia che mi ha detto: “Papà, da dove si può cominciare per cambiare le cose?”. Sono i miei figli che mi dicono che non dovrei pensare solo al volley (Toscani è dirigente della Vbc in serie A femminile, ndr). L’amore per la mia città non è cambiato rispetto a 15 anni fa, da lì nasce il tentativo di rimettermi in gioco come mi insegnarono i miei due grandi maestri Massimo Araldi e Antonio Gardani. Non è un bisogno, le mie soddisfazioni me le sono tolte e ho un lavoro pesante e altri interessi; vedere un sindaco che aspetta le elezioni regionali per andarsene non mi piace. Detto questo, può essere che questa mia iniziativa non mi porti da nessuna parte, che sia a destra che a sinistra si ricompattino e tra un mese non decida di ritirarmi. Mi candiderò se alla fine degli incontri che sto facendo ci saranno le condizioni».
Il primo incontro che diede il la alla candidatura fu fatto col Listone, il gruppo civico creato anni fa da Carlo Sante Gardani di cui fa parte Toscani, che ricorda: «Delle mie due esperienze mi resta soprattutto il ricordo del secondo mandato, quando con Araldi capogruppo di minoranza collaborai ancor più di quando ero suo assessore. Il clima in Consiglio tra maggioranza e opposizione era positivo grazie soprattuto a lui. Ricordo ad esempio quando andammo insieme da Marcegaglia che aveva intenzione di ampliare lo stabilimento, lui che aveva un grande rispetto per Araldi. Proprio da qui nasce la mia intenzione di creare una lista civica: penso che si possa amministrare bene e rilanciare Casalmaggiore solo con un’unione di forze anche tra persone che politicamente sono schierate in spazi diversi. Da soli si galleggia, si sopravvive senza rilanciare la città».
La campagna elettorale contro Araldi non fu facile.
«Inizialmente fu uno scontro vero, ma con lui abbiamo approvato il nuovo statuto comunale, riscrivendo insieme le regole del Comune. È necessario lavorare per il bene di Casalmaggiore pur da posizioni diverse, piuttosto che avere all’opposizione chiusure pregiudiziali a tutto quello che faceva Bongiovanni, così come non fu coretto dire da parte del sindaco eletto che chi non era con lui era feccia. In questo clima Casalmaggiore non va avanti».
Partendo dal Listone con un appello civico ritiene che ci siano possibilità di alleanze con i partiti?
«Credo di sì, ma rappresenterò persone libere, capaci e competenti con cui condividere un programma di rilancio, con la figura del candidato sindaco disposto a lavorare anche con chi la pensa politicamente in modo diverso: sono queste le basi di una lista civica. Non cerco l’appoggio dei partiti, ma delle persone all’interno dei partiti, e devo dire con sincerità che ho registrato l’attenzione da parte di molti cittadini. Spero di trovare persone con voglia di mettersi assieme su questi presupposti».
In caso di triplice candidatura, l’assenza di ballottaggio non favorisce una proposta “di centro”.
«Se mi presenterò sarà perché penso di arrivare primo, non secondo o terzo. Se pensassi di essere schiacciato tra due poli starò a casa: a sinistra c’è sensibilità verso temi sociali e ambientali, a destra senso pratico e stima della libera iniziativa, qui indispensabili. Inoltre devo dire che Bongiovanni ha fatto crescere amministratori importanti. Insomma non rappresenterei né la destra né la sinistra».
Un giudizio sui tre mandati che l’hanno succeduta.
«Silla e Bongiovanni hanno fatto del loro meglio, sono due brave persone, ma sui problemi principali già esistenti come il traffico in città e le esigenze dell’ospedale non è stato fatto granché, che sia colpa loro o meno non so. Quindi il giudizio è positivo sulle persone, ma in questi 15 anni ho raccolto opinioni condivise sul fatto che quei nodi non sono stati affrontati e Casalmaggiore ha fatto passi indietro, non è più un punto di riferimento per il territorio come mi testimoniano alcuni amici sindaci e cittadini. Poi certo ci sono i tifosi, faziosi di natura. Alla fine del mio mandato avevo realizzato due lotti della tangenziale di Casalmaggiore; ecco, le due opere chiave per rinascere sono la tangenziale e la riapertura del punto nascite».
Nel primo caso, sono decenni che si rinvia il tema tangenziale perché opera compensativa di una TiBre che ancora non si sa che futuro abbia.
«Questo è un alibi per non fare niente. Abbiamo un impegno formale firmato da TiBre e approvato dal governo, ma nulla vieta di trovare altrove le risorse necessarie. Con questo alibi i sindaci si coprono le spalle. Sentire poi amministratori che attendono ma nel contempo sono contro la TiBre… vedo che nel frattempo altri, come il caso di Goito dove pure la tangenziale era opera compensativa dell’autostrada, si sono mossi da tempo. Insomma, sono queste le due priorità, e io ho una strategia chiara su entrambe».
V.R.