Pomponesco, appello accorato
per tutela integrale della garzaia
Scrive l’associazione Noi Ambiente Salute di Viadana (ed altre associazioni di difesa di ambiente e territorio) affinché la Garzaia di Pomponesco (Riserva Regionale, ZPS, Zona di Protezione Speciale, SIC, Sito di Interesse Comunitario, inserita nella Rete Natura 2000 e nella classificazione internazionale è posta in categoria IUCN IV: area di conservazione di Habitat/Specie) abbia a restare l’area che è. Questo il testo della lettera arrivata nei giorni scorsi in redazione, firmata da Ass. NOI, AMBIENTE, SALUTE, TAVOLO DEL MINCIO, AMBIENTE E VITA, Silvana Natali, Comitato Mantova, Acqua, Ambiente, Territorio, Legalità Comitato Salute e Ambiente, Comitato Terre di Zara.. Testo in cui si chiede di preservare il saliceto: in un’ottica di tutela ambientale anche le piante morte hanno un senso e sono importantissime per la tutela della biodiversità.
“La Garzaia di Pomponesco è considerata dalla comunità scientifica di grande valore ambientale, è Riserva Regionale, è ZPS (Zona di Protezione Speciale), è SIC ( Sito di Interesse Comunitario) è inserita nella Rete Natura 2000 e nella classificazione internazionale è posta in categoria IUCN IV: area di conservazione di Habitat/Specie. La peculiarità che caratterizza questa riserva è la presenza di un saliceto maturo nella fase terminale della sua evoluzione, con grande presenza di legno morto. La concezione forestale negli ultimi decenni è cambiata e si riconosce al legno morto una grande importanza, in quanto garantisce un aumento notevole della biodiversità.
Il saliceto maturo spontaneo è una situazione naturale che non sarà più ripetibile, questo per la mancanza di rinnovo dovuto all’abbassamento della falda, alle specie infestanti, ai lunghi periodi siccitosi e alla ridotta frequenza con cui il fiume invade la golena.
Per questi motivi ci chiediamo perché una così piccola porzione di territorio, caratterizzato da tale rilevanza non debba essere lasciato ad una evoluzione naturale. Considerato che il Piano di Gestione della Riserva recita che 21,73 ettari sono definiti come ad evoluzione libera, ci chiediamo perché è stato approvato un intervento che prevede l’eliminazione della pressoché totalità delle piante morte in piedi, mutilando la peculiarità di questo ecosistema.
E’ tristemente ammissibile che l’Amministrazione Comunale di Pomponesco non riconosca il valore ambientale della Garzaia, ma è inammissibile che il progetto di taglio sia avvallato dal Parco del Mincio, gestore della Riserva, dimostrando una concezione forestale ormai sorpassata che riporta ai tempi bui di quando gli alberi morti venivano abbattuti.
Ricordiamo a tal proposito, nel pregiatissimo Bosco Fontana un intervento lungimirante del Corpo Forestale dello Stato che anche con metodi drastici mirava ad aumentare la percentuale di legno morto.
Possiamo capire che un bosco in questa fase evolutiva possa essere considerato una bruttura da eliminare da qualcuno che ne ignora il valore, ma non possiamo accettare che a farlo sia l’ente che lo ha in gestione.
Chi frequenta la Garzaia lo fa perché ne conosce il fascino, la ricchezza, per la sua unicità, perché è così! Chi la disprezza e non la frequenta non è interessato alla sua incredibile biodiversità. La cosa beffarda è che si voglia adeguare il bosco ai parametri di chi non la frequenta, non la conosce e non la apprezza. Si può anche discutere della rimozione delle piante cadute a ridosso dei sentieri e del taglio degli alberi a rischio schianto, in prossimità dei camminamenti, ma non di un intervento così drastico e diffuso.
Dall’Ente Gestore si pretende che un bene della collettività sia custodito e tutelato e non vandalizzato. Arriverà il momento in cui questo bosco avrà esaurito il suo ciclo biologico, ma il momento non è questo. “L’impegno per la difesa di questa essenziale componente dell’ecosistema forestale costituisce oggi una tipica battaglia minoritaria di avanguardia” ( Da una dichiarazione del Prof. Franco Tassi ex Direttore storico del Parco Nazionale d’Abruzzo)“.
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